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Ricorso inammissibile: requisiti secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un’azienda sanitaria contro la sentenza che riconosceva il diritto ai buoni pasto a un infermiere per i turni notturni. La decisione si fonda su vizi procedurali: il ricorso mancava di specificità e criticava la motivazione in modo non conforme alla legge, limitandosi a citare un’altra sentenza favorevole anziché contestare puntualmente la decisione impugnata.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce i requisiti formali

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sulla tecnica processuale, dimostrando come un caso possa essere deciso non nel merito, ma per questioni di forma. La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un’azienda sanitaria, confermando così la condanna al pagamento dei buoni pasto a un infermiere per i turni notturni. La decisione evidenzia l’importanza cruciale dei requisiti di specificità e corretta formulazione dei motivi di ricorso nel giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa

Un infermiere professionale aveva citato in giudizio un’azienda sanitaria locale per ottenere il riconoscimento del diritto al servizio mensa, o in alternativa al ticket sostitutivo, per i turni di lavoro notturni (dalle 20:00 alle 8:00). Mentre il Tribunale di primo grado aveva respinto la domanda, la Corte d’Appello aveva riformato la decisione, accogliendo le richieste del lavoratore e condannando l’azienda al pagamento di una somma a titolo risarcitorio.

Contro questa sentenza, l’azienda sanitaria ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione.

La Struttura del Ricorso e le Ragioni dell’Inammissibilità

Il cuore della pronuncia della Suprema Corte risiede nell’analisi del motivo di ricorso presentato dall’azienda. Quest’ultima, invece di articolare una critica puntuale e specifica alla sentenza impugnata, ha basato la propria censura riportando la motivazione di un’altra sentenza, emessa dalla stessa Corte d’Appello in un caso analogo, che le era stata favorevole.

La Corte di Cassazione ha ritenuto tale approccio non conforme ai requisiti imposti dall’art. 366 del codice di procedura civile. Un ricorso, per non essere dichiarato inammissibile, deve possedere i caratteri di specificità, completezza e riferibilità diretta alla decisione che si intende contestare. Non è sufficiente, quindi, fare riferimento a un’altra pronuncia, seppur pertinente, senza spiegare come e perché i principi in essa contenuti dovrebbero invalidare il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata.

Le Motivazioni: il ricorso inammissibile e l’errata applicazione del vizio di motivazione

La Suprema Corte ha ulteriormente approfondito le ragioni del ricorso inammissibile. In primo luogo, ha ribadito che il giudizio di cassazione è un rimedio a critica vincolata: non si possono sollevare censure generiche, ma è necessario indicare con precisione la violazione di legge e la sua incidenza sulla decisione.

In secondo luogo, ha evidenziato come l’azienda ricorrente abbia invocato in modo improprio il vizio di motivazione previsto dall’art. 360, n. 5, c.p.c. A seguito della riforma del 2012, questo motivo di ricorso è stato drasticamente limitato alla sola ipotesi di ‘omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti’. Non è più possibile lamentare una motivazione insufficiente, apparente o contraddittoria, a meno che tali vizi non si traducano in una violazione di legge costituzionale, rendendo la motivazione del tutto assente o incomprensibile. Nel caso di specie, la Corte non ha ravvisato nessuna di queste anomalie estreme.

Le Conclusioni: l’importanza della tecnica processuale

La decisione finale è stata la declaratoria di inammissibilità del ricorso, con condanna dell’azienda sanitaria al pagamento delle spese legali. Questa ordinanza rappresenta un monito per gli operatori del diritto sull’importanza della tecnica redazionale del ricorso per cassazione. La vittoria o la sconfitta in sede di legittimità dipendono non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni nel merito, ma anche e soprattutto dalla capacità di presentarle in modo formalmente ineccepibile, nel rispetto dei rigorosi paletti procedurali stabiliti dal legislatore e costantemente ribaditi dalla giurisprudenza.

Perché il ricorso dell’Azienda Sanitaria è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non rispettava i requisiti di specificità e completezza richiesti dalla legge. Invece di contestare direttamente e in modo argomentato la sentenza impugnata, si è limitato a riportare la motivazione di un’altra sentenza favorevole, un approccio ritenuto proceduralmente scorretto.

È sufficiente citare un’altra sentenza per motivare un ricorso in Cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che il ricorso deve contenere una critica specifica e riferibile alla decisione impugnata. Riportare il testo di un’altra pronuncia, anche se favorevole e relativa a un caso simile, non costituisce un valido motivo di ricorso se non è inserito in un’argomentazione che attacca direttamente il ragionamento del giudice del merito.

Cosa si intende per ‘vizio di motivazione’ dopo la riforma del 2012?
Dopo la riforma del 2012, il vizio di motivazione che può essere fatto valere in Cassazione (ai sensi dell’art. 360, n. 5, c.p.c.) è limitato al solo ‘omesso esame di un fatto storico decisivo’ che sia stato discusso tra le parti. Non è più possibile contestare una motivazione semplicemente perché ritenuta insufficiente o contraddittoria, a meno che il difetto sia talmente grave da renderla inesistente o incomprensibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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