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Ricorso inammissibile: limiti al riesame dei fatti

Una società sanitaria ha presentato ricorso in Cassazione contro un’azienda sanitaria pubblica per il mancato pagamento di prestazioni extra budget. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che i motivi presentati non denunciavano vizi di legge, ma miravano a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità. La decisione ribadisce che la Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito della controversia.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti

L’ordinanza in esame offre uno spunto fondamentale per comprendere i confini del giudizio in Corte di Cassazione, chiarendo perché un ricorso inammissibile è spesso la conseguenza di un’errata impostazione dei motivi di impugnazione. Il caso riguarda una controversia tra una struttura sanitaria privata e un’azienda sanitaria pubblica per il pagamento di prestazioni erogate oltre il budget stabilito. La decisione della Suprema Corte ribadisce un principio cardine: il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito.

I Fatti di Causa: Dalla Richiesta di Pagamento al Ricorso in Cassazione

Una società di servizi odontoiatrici otteneva un decreto ingiuntivo per quasi 100.000 euro contro l’Azienda Sanitaria Regionale, a titolo di corrispettivo per prestazioni sanitarie fornite ai pazienti oltre il tetto di spesa concordato per gli anni 2006, 2007 e 2009.

L’ente pubblico si opponeva, eccependo il superamento del budget massimo imposto dalla normativa. Il Tribunale di primo grado accoglieva l’opposizione, revocando il decreto. La struttura sanitaria proponeva appello e la Corte territoriale accoglieva parzialmente la richiesta, riconoscendo solo una somma residua per l’anno 2006 e confermando per il resto la decisione di primo grado.

Insoddisfatta, la società proponeva ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali, tutti incentrati su un presunto omesso esame di fatti decisivi da parte dei giudici d’appello.

I Motivi del Ricorso: Un Tentativo di Riaprire il Merito

La società ricorrente ha lamentato che la Corte d’Appello avesse ignorato elementi probatori cruciali, tra cui:

1. Per l’anno 2007: La testimonianza del direttore sanitario e un’ordinanza cautelare che, a suo dire, dimostravano la legittimità della fatturazione extra budget.
2. Per l’anno 2009: Una delibera regionale sui criteri di gestione che, se esaminata, avrebbe giustificato le prestazioni erogate.
3. Domande alternative: L’omessa valutazione delle domande di ingiustificato arricchimento (art. 2041 c.c.) e di risarcimento del danno per aver dovuto ricorrere a finanziamenti bancari a causa dei mancati pagamenti.

In sostanza, la ricorrente chiedeva alla Cassazione di riconsiderare il materiale probatorio e di giungere a una diversa ricostruzione dei fatti rispetto a quella operata dai giudici di merito.

Un Ricorso Inammissibile per Errata Impostazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato del nostro ordinamento processuale: la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità.

Il ricorso per cassazione, basato sull’art. 360, n. 5 c.p.c. (“omesso esame circa un fatto decisivo”), può essere utilizzato solo quando il giudice di merito ha completamente ignorato l’esistenza storica di un fatto principale o secondario, non quando lo ha semplicemente valutato in modo diverso da quanto auspicato dalla parte. Nel caso di specie, i motivi presentati non denunciavano una vera e propria omissione, ma una critica diretta all’interpretazione delle prove e alla ricostruzione fattuale operata dalla Corte d’Appello. Questo rappresenta un tentativo, non consentito, di ottenere un nuovo giudizio sul merito della controversia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso. I primi due motivi sono stati giudicati inammissibili perché, pur invocando formalmente l’omesso esame, costituivano in realtà una “complessiva critica direttamente fattuale” e una “alternativa ricostruzione fattuale”. La Cassazione ha ribadito di non poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito nell’analisi delle prove.

Anche il terzo motivo è stato respinto. La censura sulla domanda di ingiustificato arricchimento è stata considerata una critica diretta al “contenuto fattuale della sentenza”, e quindi inammissibile. La domanda di risarcimento danni è stata invece giudicata “evidentemente generica”, poiché la ricorrente non aveva fornito elementi specifici e dettagliati per quantificare il presunto danno (es. date delle anticipazioni bancarie, importi richiesti in restituzione dalla banca), rendendo la censura non scrutinabile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un monito per chi intende adire la Corte di Cassazione. È fondamentale che i motivi di ricorso siano formulati come critiche alla violazione o falsa applicazione di norme di diritto (errores in iudicando) o a vizi del procedimento (errores in procedendo), e non come un dissenso sulla valutazione delle prove. Tentare di trasformare la Cassazione in un “terzo giudice” dei fatti porta inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Perché il ricorso della struttura sanitaria è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché, invece di denunciare errori di diritto, i motivi miravano a ottenere un nuovo esame delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come una testimonianza?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge, non giudicare nuovamente i fatti.

Cosa succede quando un motivo di ricorso per danni è ritenuto ‘generico’?
Quando un motivo è ritenuto generico, viene dichiarato inammissibile. Nel caso specifico, la richiesta di risarcimento danni era priva di elementi specifici (come date, importi e prove concrete del danno subito), impedendo alla Corte di valutarne la fondatezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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