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Ricorso inammissibile: il no della Cassazione al rigetto

Una comunione immobiliare ha presentato ricorso per ingiunzione per recuperare spese condominiali. Il Tribunale ha rigettato la domanda per incompetenza territoriale. La Cassazione ha dichiarato il successivo ricorso per regolamento di competenza inammissibile, spiegando che il decreto di rigetto non è una pronuncia definitiva e la domanda può essere semplicemente riproposta, rendendo il ricorso inammissibile.

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Ricorso Inammissibile: Quando il Rigetto di un’Ingiunzione non si può Impugnare in Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un importante principio processuale: il provvedimento con cui un giudice rigetta una domanda di ingiunzione non è impugnabile tramite ricorso per regolamento di competenza. Questa decisione sottolinea la natura non definitiva del decreto di rigetto e guida le parti sulla corretta via da seguire, evitando un ricorso inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia per comprenderne le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Pagamento per Spese Straordinarie

Una comunione proprietaria di un complesso turistico-alberghiero aveva richiesto al Tribunale l’emissione di un decreto ingiuntivo. L’obiettivo era ottenere il pagamento pro quota di oneri condominiali per lavori di amministrazione straordinaria da parte degli eredi di un partecipante alla multiproprietà.

Il Tribunale di Trapani, tuttavia, aveva respinto la domanda. La motivazione alla base del rigetto era una presunta incompetenza territoriale. Secondo il giudice di primo grado, la competenza inderogabile apparteneva al Tribunale di Roma, in quanto luogo di residenza dei debitori, in applicazione delle norme a tutela del consumatore.

La Decisione e il Ricorso in Cassazione

Contraria a questa interpretazione, la comunione ha proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione. La tesi della ricorrente era che, trattandosi di oneri legati a un diritto di proprietà su un bene immobile, la competenza dovesse radicarsi presso il tribunale del luogo in cui si trovava il complesso turistico, ovvero Trapani.

La Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha chiesto che il ricorso fosse dichiarato inammissibile. Il Collegio ha accolto tale richiesta, chiudendo di fatto la questione senza entrare nel merito della competenza territoriale.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte ha fondato la sua decisione su un consolidato principio di diritto processuale. Il decreto con cui il giudice rigetta una domanda di ingiunzione non ha carattere di definitività. L’articolo 640, terzo comma, del codice di procedura civile, infatti, stabilisce che la domanda respinta può essere riproposta.

Questo significa che il provvedimento di rigetto non è idoneo a passare in “cosa giudicata”, ovvero non acquista quella stabilità tipica delle sentenze definitive. Di conseguenza, non è ricorribile per cassazione ai sensi dell’articolo 111 della Costituzione.

La Corte ha spiegato che la parte che si vede rigettare la richiesta ha due alternative:

1. Riproprorre la domanda allo stesso giudice.
2. Proporre una nuova istanza di ingiunzione al giudice indicato come competente nel provvedimento di rigetto.

In entrambi i casi, non ci si trova di fronte a una pronuncia declinatoria della competenza con effetti vincolanti. Pertanto, lo strumento del regolamento di competenza, pensato per risolvere conflitti di giurisdizione derivanti da decisioni definitive, risulta in questo contesto improprio. La conseguenza diretta è che il ricorso inammissibile viene dichiarato tale senza un esame del merito.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza ribadisce un’importante lezione per gli operatori del diritto: non tutti i provvedimenti giudiziari sono impugnabili e non tutti lo sono con gli stessi mezzi. La scelta dello strumento processuale corretto è fondamentale per evitare dispendio di tempo e risorse. In caso di rigetto di un’istanza per decreto ingiuntivo, la via maestra non è l’impugnazione in Cassazione, ma la riproposizione della domanda. Questa pronuncia serve come monito a valutare attentamente la natura e gli effetti dei provvedimenti giudiziari prima di intraprendere la via dell’impugnazione, per evitare di incorrere in una declaratoria di inammissibilità.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro un decreto che rigetta una domanda di ingiunzione?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale decreto non ha carattere definitivo, poiché la domanda può essere riproposta. Di conseguenza, non è un provvedimento impugnabile ai sensi dell’art. 111 della Costituzione e un eventuale ricorso sarebbe dichiarato inammissibile.

Cosa può fare chi si vede rigettare una domanda di ingiunzione, anche per motivi di incompetenza?
La parte la cui domanda è stata rigettata può semplicemente riproporre la stessa domanda, alternativamente, al medesimo giudice o al giudice indicato come competente nel provvedimento di rigetto. Non è necessario impugnare la decisione.

Perché il rigetto di un decreto ingiuntivo non è una pronuncia definitiva?
Perché l’art. 640, terzo comma, del codice di procedura civile consente espressamente la riproponibilità della domanda respinta. Questa caratteristica impedisce che il provvedimento di rigetto acquisti l’autorità di cosa giudicata, che è il presupposto per poter ricorrere in Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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