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Ricorso inammissibile: i termini per la Cassazione

Una società ha impugnato in Cassazione una sentenza di primo grado dopo che l’appello era stato dichiarato inammissibile. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché notificato oltre il termine di 60 giorni, che decorre dalla comunicazione dell’ordinanza di inammissibilità dell’appello.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Inammissibile: L’Importanza dei Termini per l’Impugnazione in Cassazione

Quando un appello viene dichiarato inammissibile, si apre la possibilità di ricorrere direttamente in Cassazione contro la sentenza di primo grado. Tuttavia, questa via è soggetta a termini perentori, la cui violazione porta a una dichiarazione di ricorso inammissibile, come chiarito dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale del rispetto delle scadenze processuali, anche quando le questioni di merito appaiono fondate.

I Fatti di Causa: Dalla Richiesta di Accertamento al Ricorso in Cassazione

Una società a responsabilità limitata aveva avviato una causa contro un noto istituto bancario per accertare l’applicazione di interessi anatocistici e tassi usurari su un rapporto di conto corrente e un contratto di mutuo con piano di ammortamento “alla francese”.

Il Tribunale di primo grado aveva respinto le domande della società. Successivamente, la società aveva proposto appello, ma la Corte d’Appello lo aveva dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 348-bis c.p.c., non ravvisando una ragionevole probabilità di accoglimento.

Di conseguenza, la società ha proposto ricorso per cassazione direttamente contro la sentenza del Tribunale, come previsto dall’art. 348-ter del codice di procedura civile.

La Decisione della Suprema Corte: Un Ricorso Inammissibile per Tardività

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle questioni sollevate (anatocismo e usura), ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda esclusivamente su una questione procedurale: la tardività della notifica del ricorso.

Secondo i giudici, il ricorso è stato proposto oltre il termine perentorio stabilito dalla legge, rendendo impossibile qualsiasi valutazione sulle doglianze della società ricorrente.

Le motivazioni e la regola sul ricorso inammissibile

La motivazione della Corte si concentra sull’interpretazione combinata degli articoli 348-ter e 325 del codice di procedura civile. La legge stabilisce che, quando un appello è dichiarato inammissibile, il termine per proporre ricorso per cassazione contro la sentenza di primo grado inizia a decorrere dalla comunicazione o dalla notifica dell’ordinanza di inammissibilità.

Nel caso specifico:
1. L’ordinanza di inammissibilità dell’appello è stata comunicata alla società ricorrente il 12 dicembre 2017.
2. Da tale data, decorreva il termine di 60 giorni per impugnare la sentenza di primo grado.
3. Il termine scadeva il 10 febbraio 2018, che, essendo un sabato, è stato prorogato di diritto al lunedì successivo, ovvero il 12 febbraio 2018, in base all’art. 155, comma 5, c.p.c.
4. La notifica del ricorso per cassazione è avvenuta però solo il 19 marzo 2018, ben oltre la scadenza.

Questa tardività ha reso il ricorso irrimediabilmente inammissibile, costringendo la Corte a chiudere il processo senza esaminare le ragioni della società.

Le conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale sull’importanza del rigore procedurale. Dimostra che anche le argomentazioni di merito più solide possono essere vanificate dal mancato rispetto dei termini perentori stabiliti dal codice. Per le parti e i loro difensori, è essenziale calcolare con la massima attenzione le scadenze processuali, specialmente in meccanismi complessi come quello del cosiddetto “filtro in appello”. La conseguenza di un errore, come in questo caso, è la definitiva preclusione della possibilità di far valere le proprie ragioni davanti al giudice di legittimità, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali.

Da quando decorre il termine per proporre ricorso per cassazione se l’appello è dichiarato inammissibile?
Il termine di 60 giorni per proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di primo grado decorre dalla comunicazione o, se anteriore, dalla notificazione dell’ordinanza che dichiara l’inammissibilità dell’appello.

Cosa succede se il termine per proporre un ricorso scade di sabato?
In base all’articolo 155, comma 5, del codice di procedura civile, se il giorno di scadenza è un sabato, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo, ovvero al lunedì.

Qual è la conseguenza della notifica del ricorso per cassazione oltre il termine previsto dalla legge?
La notifica del ricorso oltre il termine perentorio stabilito dalla legge ne determina la dichiarazione di inammissibilità. Ciò impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione e comporta la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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