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Ricorso in Cassazione: l’errore che lo rende nullo

Una disputa sulle distanze legali tra edifici si conclude in Cassazione con una dichiarazione di improcedibilità. La Corte Suprema ha stabilito che il ricorso in Cassazione è nullo se il ricorrente, pur dichiarando l’avvenuta notifica della sentenza d’appello, non deposita la copia autentica munita della relata di notifica. Questo adempimento è essenziale per consentire alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione. La mancanza di tale documento, non sanabile, ha reso inevitabile la condanna alle spese per i ricorrenti.

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Ricorso in Cassazione: l’Errore Procedurale sul Deposito che Costa il Processo

Un ricorso in Cassazione apparentemente solido può naufragare non per questioni di merito, ma per un dettaglio formale cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza inderogabile degli adempimenti procedurali, in particolare l’onere di depositare la copia notificata della sentenza impugnata. Vediamo come una disputa sulle distanze tra costruzioni si sia conclusa con una declaratoria di improcedibilità a causa di questa mancanza.

I Fatti: Dalle Distanze Legali alla Cassazione

La vicenda ha origine da una causa civile intentata da due proprietari contro il loro vicino. L’oggetto del contendere era la presunta violazione delle distanze legali da parte di un impianto serricolo e altri manufatti realizzati dal vicino.

In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione agli attori, condannando il convenuto all’arretramento delle costruzioni e al risarcimento del danno.

La Corte d’Appello, successivamente, aveva parzialmente riformato la decisione. Pur rigettando la domanda di rimozione di una struttura in legno, aveva condannato il proprietario al risarcimento del danno per la violazione delle distanze e aveva respinto le sue domande riconvenzionali. Inoltre, la Corte aveva qualificato l’eccezione del convenuto sulla presunta tardività dell’azione come un’eccezione di usucapione, ritenendola inammissibile perché proposta per la prima volta in appello.

La Questione Procedurale nel Ricorso in Cassazione

Gli eredi del convenuto originale hanno quindi proposto ricorso in Cassazione avverso la sentenza d’appello. Nel loro atto, hanno dichiarato che la sentenza impugnata era stata loro notificata in una data specifica. Tuttavia, qui si è verificato l’errore fatale: non hanno depositato la copia autentica della sentenza munita della relativa attestazione di notifica (la cosiddetta ‘relata di notifica’).

Questo adempimento, previsto dall’art. 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile, non è una mera formalità. Esso è fondamentale per permettere alla Corte di Cassazione di svolgere una verifica preliminare essenziale: la tempestività del ricorso. La legge, infatti, stabilisce un termine breve (solitamente 60 giorni) per impugnare una sentenza, che decorre proprio dalla sua notificazione.

L’Onere di Deposito della Sentenza Notificata nel Ricorso in Cassazione

La giurisprudenza, incluse le Sezioni Unite della Cassazione, è granitica su questo punto. La dichiarazione del ricorrente di aver ricevuto la notifica della sentenza fa sorgere in capo a lui stesso l’onere ineludibile di depositare il documento che lo prova. L’obiettivo è garantire la certezza dei rapporti processuali e consentire al giudice di legittimità di verificare d’ufficio il rispetto dei termini perentori di impugnazione.

La mancanza di tale deposito determina l’improcedibilità del ricorso, un vizio che non può essere sanato né dalla mancata contestazione della controparte, né dal fatto che il ricorso sia stato effettivamente notificato entro il termine breve. Se il documento non è agli atti, la Corte non ha gli strumenti per compiere la sua verifica.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso improcedibile, seguendo il suo consolidato orientamento. I giudici hanno constatato che, nonostante la dichiarazione dei ricorrenti, la copia notificata della sentenza non era presente né nel loro fascicolo né in quello dei controricorrenti.

La Corte ha inoltre spiegato che non era possibile ‘salvare’ il ricorso nemmeno attraverso la cosiddetta ‘prova di resistenza’. Questa prova consiste nel verificare se il ricorso, pur mancando la prova del termine breve, sia stato comunque notificato entro il termine lungo di sei mesi dalla pubblicazione della sentenza. In questo caso, essendo passati più di sessanta giorni tra la pubblicazione della sentenza (20-3-2019) e la notifica del ricorso (11-6-2019), anche questa via era preclusa.

Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato improcedibile e i ricorrenti sono stati condannati a rifondere le spese legali ai controricorrenti.

Conclusioni

Questa decisione ribadisce una lezione fondamentale per chiunque affronti un giudizio di legittimità: la massima diligenza negli adempimenti procedurali è tanto importante quanto la solidità delle argomentazioni di merito. L’omesso deposito della sentenza notificata, quando se ne dichiara l’avvenuta ricezione, è un errore che non ammette rimedi e che può vanificare anni di contenzioso. Per gli avvocati, rappresenta un monito a verificare scrupolosamente la completezza della documentazione da depositare, mentre per le parti in causa, sottolinea come l’esito di un processo possa dipendere da dettagli apparentemente secondari ma proceduralmente decisivi.

Cosa succede se si dichiara che la sentenza è stata notificata ma non si deposita la copia notificata nel ricorso in Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. La dichiarazione fa sorgere l’onere per il ricorrente di depositare la copia della sentenza con la relata di notifica, per permettere alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione. La sua mancanza è un vizio fatale.

La mancata contestazione della controparte può sanare il mancato deposito della sentenza notificata?
No, l’improcedibilità del ricorso a causa del mancato deposito è un vizio che può essere rilevato d’ufficio dalla Corte e non è sanabile dalla non contestazione del controricorrente.

È possibile salvare un ricorso in Cassazione se si è mancato di depositare la sentenza notificata?
In linea di principio no. La Corte ha verificato se il ricorso potesse essere considerato tempestivo rispetto al ‘termine lungo’ (sei mesi dalla pubblicazione della sentenza), ma nel caso specifico il ricorso era stato notificato oltre i sessanta giorni dalla pubblicazione, quindi anche questa ‘prova di resistenza’ non ha avuto successo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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