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Ricorso in Cassazione: il deposito della sentenza

Una società propone ricorso in Cassazione contro una sentenza d’appello sfavorevole in materia di compensi professionali. La Suprema Corte dichiara il ricorso in Cassazione improcedibile perché la società non ha depositato la copia autentica della sentenza impugnata, munita della relata di notificazione, come prescritto dal codice di procedura civile.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso in Cassazione: L’Importanza del Deposito della Sentenza Notificata

Nel complesso mondo del diritto, la forma è spesso sostanza. Un errore procedurale, anche se apparentemente minore, può avere conseguenze definitive sull’esito di una causa. Un caso recente deciso dalla Corte di Cassazione ce lo ricorda con forza, sottolineando come un ricorso in Cassazione possa essere dichiarato improcedibile per un adempimento mancato: il deposito della copia notificata della sentenza impugnata. Questo articolo analizza la decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia sul pagamento di compensi professionali a un avvocato. Quest’ultimo aveva ottenuto un decreto ingiuntivo contro una società, la quale si era opposta sostenendo di non aver mai conferito l’incarico direttamente a lui, ma a un altro legale per cui il primo agiva solo come domiciliatario. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista, confermando la sua pretesa.

La società, non soddisfatta della decisione di secondo grado, decideva di presentare ricorso per Cassazione, tentando l’ultima via per far valere le proprie ragioni. Tuttavia, proprio in questa fase cruciale, è stato commesso un errore procedurale che si è rivelato fatale.

La Decisione della Suprema Corte sul ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione non è entrata nel merito della questione (ovvero se i compensi fossero dovuti o meno), ma si è fermata a un controllo preliminare di ammissibilità. La Corte ha rilevato che la società ricorrente, pur avendo dichiarato che la sentenza d’appello le era stata notificata in una certa data, aveva omesso di depositare in cancelleria la copia autentica di tale sentenza, completa della relata di notificazione.

Questo adempimento è espressamente richiesto dall’articolo 369, comma 2, n. 2 del Codice di procedura civile e serve a permettere alla Corte di verificare immediatamente la tempestività dell’impugnazione.

Le Motivazioni: La Regola dell’Art. 369 c.p.c.

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Il deposito della copia autentica della sentenza impugnata, munita della relata di notificazione, è un requisito di procedibilità del ricorso in Cassazione. Lo scopo di questa norma è garantire che il giudice dell’impugnazione possa, fin dal momento del deposito del ricorso, accertare se l’atto sia stato proposto entro i termini di legge (il cosiddetto termine breve di sessanta giorni dalla notifica).

Esiste una sola deroga a questa regola: il deposito non è necessario se il ricorso viene notificato prima che scada il termine breve di sessanta giorni dalla pubblicazione della sentenza. In tal caso, la tempestività è già provata dal semplice confronto tra la data di pubblicazione della sentenza e la data di notifica del ricorso.

Nel caso specifico, tuttavia, questa eccezione non era applicabile. La ricorrente aveva notificato il proprio ricorso ben oltre i sessanta giorni dalla pubblicazione della sentenza e, non avendo prodotto la prova della data in cui aveva ricevuto la notifica della sentenza stessa, ha impedito alla Corte di effettuare la necessaria verifica. Né la copia mancante è stata trovata nei fascicoli dei controricorrenti o d’ufficio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Ricorrenti

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza della diligenza processuale. Evidenzia come la preparazione di un ricorso in Cassazione non possa prescindere da una meticolosa attenzione agli adempimenti formali prescritti dalla legge. L’omissione di depositare un documento, in questo caso la copia notificata della sentenza, non è una mera irregolarità sanabile, ma un vizio che conduce a una declaratoria di improcedibilità, chiudendo definitivamente la porta a un esame nel merito delle ragioni dell’appellante. Per le parti e i loro difensori, la lezione è chiara: nel processo civile, e in particolare nel giudizio di legittimità, ogni singolo passaggio procedurale deve essere eseguito con la massima precisione per non vanificare l’intero percorso giudiziario.

Perché il ricorso della società è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché la società ricorrente ha omesso di depositare la copia autentica della sentenza impugnata completa della relata di notificazione, un adempimento richiesto a pena di improcedibilità dall’art. 369 del codice di procedura civile.

Qual è lo scopo del deposito della sentenza notificata nel ricorso in Cassazione?
Lo scopo è consentire alla Corte di Cassazione di verificare immediatamente la tempestività del ricorso, controllando che sia stato presentato entro il termine breve di 60 giorni dalla data in cui la sentenza impugnata è stata notificata alla parte ricorrente.

Esiste un’eccezione all’obbligo di depositare la sentenza notificata?
Sì, la giurisprudenza ammette una deroga solo se il ricorso per cassazione viene notificato entro il sessantesimo giorno dalla data di pubblicazione della sentenza impugnata. In questo caso, la tempestività è già evidente dal confronto delle date, rendendo superfluo il deposito della relata di notificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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