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Ricorso in Cassazione: copia notificata obbligatoria

Un ricorso per cassazione, originato da una richiesta di risarcimento per infiltrazioni d’acqua, è stato dichiarato improcedibile. La Suprema Corte ha ribadito che è onere del ricorrente depositare la copia notificata della sentenza impugnata, se afferma che la notifica è avvenuta. La mancata produzione di tale documento, essenziale per verificare la tempestività dell’impugnazione secondo il ‘termine breve’, costituisce un vizio insanabile che conduce all’inammissibilità del ricorso stesso.

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Ricorso in Cassazione: L’obbligo di depositare la copia notificata della sentenza

Nel processo civile, la forma è sostanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, dichiarando improcedibile un ricorso a causa di una mancanza formale cruciale: il mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata. Questa decisione sottolinea come il rispetto delle norme procedurali, in particolare l’art. 369 c.p.c., sia un requisito indispensabile per accedere al giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa: Dalle Infiltrazioni d’Acqua al Ricorso per Cassazione

La vicenda ha origine da una causa per risarcimento danni. Il proprietario di un immobile aveva citato in giudizio una società di servizi idrici, ritenendola responsabile dei danni al suo fabbricato causati da infiltrazioni d’acqua provenienti da una conduttura. In primo grado, il Tribunale aveva accolto la domanda, condannando la società al risarcimento.

La decisione, però, veniva completamente ribaltata in secondo grado. La Corte d’Appello, riformando la sentenza, escludeva la responsabilità della società e rigettava le richieste del danneggiato. L’erede del proprietario originario decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione per far valere le proprie ragioni.

La Questione Procedurale: Il Deposito della Copia Notificata

Il fulcro della decisione della Suprema Corte non riguarda il merito della richiesta di risarcimento, ma un aspetto puramente procedurale. Il ricorrente, nel suo atto, aveva affermato che la sentenza d’appello gli era stata notificata in una data specifica. Questa affermazione fa scattare il cosiddetto “termine breve” di 60 giorni per impugnare.

Secondo l’articolo 369 del codice di procedura civile, quando si impugna una sentenza notificata, è obbligatorio depositare, insieme al ricorso, una copia autentica del provvedimento impugnato munita della relazione di notificazione (la cosiddetta copia notificata). Questo documento è fondamentale perché permette alla Corte di Cassazione di verificare in modo inequivocabile la tempestività del ricorso, controllando che sia stato notificato entro il termine di 60 giorni.

Nel caso di specie, il ricorrente aveva depositato solo una copia semplice della sentenza, estratta dal fascicolo informatico, ma priva di qualsiasi attestazione dell’avvenuta notifica.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile, richiamando la sua giurisprudenza costante e rigorosa in materia. I giudici hanno spiegato che l’onere di dimostrare la tempestività dell’impugnazione grava interamente sul ricorrente.

Se il ricorrente stesso allega che la sentenza è stata notificata, si auto-assoggetta al rispetto del termine breve e, di conseguenza, all’obbligo di fornire la prova di tale notifica depositando la copia notificata. La mancanza di questo documento non è una mera irregolarità, ma un vizio che impedisce alla Corte di procedere all’esame del merito del ricorso, comportandone la declaratoria di improcedibilità.

La Corte ha inoltre precisato che non è possibile aggirare questo onere sperando che si applichi il “termine lungo” di sei mesi dalla pubblicazione della sentenza. L’aver menzionato la data di notifica vincola la parte a rispettare gli oneri probatori connessi.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un monito fondamentale per tutti gli operatori del diritto. Nel preparare un ricorso per Cassazione, l’attenzione ai dettagli procedurali è massima. La pronuncia conferma che:
1. L’onere della prova è del ricorrente: Spetta a chi impugna dimostrare di averlo fatto nei termini di legge.
2. La copia notificata è indispensabile: Se si agisce entro il termine breve, il deposito della copia con la relata di notifica non è un’opzione, ma un obbligo a pena di improcedibilità.
3. Non ci sono scorciatoie: Il mancato rispetto di questo adempimento non può essere sanato e conduce inevitabilmente a una pronuncia che chiude il processo senza esaminare le ragioni di merito.

In conclusione, la decisione evidenzia come il successo di un’azione legale non dipenda solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche e soprattutto dal rigoroso rispetto delle regole che governano il processo.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché il ricorrente, pur avendo affermato che la sentenza d’appello gli era stata notificata, non ha depositato la copia autentica della sentenza munita della relativa relata di notificazione, come richiesto a pena di improcedibilità dall’art. 369, comma 2, n. 2, del codice di procedura civile.

Cosa deve fare chi impugna una sentenza dopo aver ricevuto la notifica?
Chi impugna una sentenza dopo averla ricevuta in notifica deve depositare, insieme al ricorso, una copia autentica della sentenza stessa con la relata di notificazione. Questo documento è essenziale per permettere alla Corte di Cassazione di verificare il rispetto del ‘termine breve’ di 60 giorni per l’impugnazione.

La mancata produzione della copia notificata è un errore che si può correggere?
No, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione citata nel provvedimento, la mancata produzione della copia notificata della sentenza impugnata, quando il ricorso è basato sul termine breve, comporta l’improcedibilità del ricorso stesso e non è un vizio sanabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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