LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile senza prove specifiche

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8676/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso generico presentato da alcuni lavoratori che chiedevano la riassunzione. Il motivo risiede nella mancata specificità delle censure: i ricorrenti non hanno trascritto le norme del CCNL che ritenevano violate né hanno indicato come e quando tale contratto fosse stato prodotto nei precedenti gradi di giudizio, violando così i principi procedurali essenziali per l’ammissibilità del ricorso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Generico: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità degli Atti

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione richiede un rigore formale e sostanziale imprescindibile. Un ricorso generico, privo dei necessari dettagli a sostegno delle proprie tesi, è destinato a essere dichiarato inammissibile. L’ordinanza n. 8676 del 2 aprile 2024 della Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, offrendo una chiara lezione sull’importanza del principio di specificità degli atti processuali.

I Fatti di Causa: La Richiesta di Riassunzione

Il caso trae origine dalla pretesa di un gruppo di lavoratori che, a seguito della cessazione di un appalto, ritenevano di avere diritto alla riassunzione presso la stazione appaltante. La loro richiesta si basava su presunti obblighi derivanti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore turistico e da altri accordi verbali e comunicazioni intercorse.

Dopo la decisione negativa nei gradi di merito, i lavoratori hanno proposto ricorso per cassazione, sostenendo che i giudici precedenti avessero erroneamente interpretato i fatti e i documenti, non riconoscendo l’obbligo di riassunzione.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso Generico è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile per una serie di vizi procedurali che lo rendevano, appunto, generico. I giudici hanno sottolineato che il loro ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di controllare la corretta applicazione del diritto. Il ricorso presentato, invece, si traduceva in una richiesta di diversa interpretazione delle prove, attività preclusa in sede di legittimità.

La Violazione del Principio di Specificità

Il punto cruciale della decisione risiede nella violazione dell’articolo 366 del Codice di Procedura Civile, che impone il requisito della specificità dei motivi di ricorso. La Corte ha evidenziato due mancanze fondamentali:

1. Mancata Produzione e Trascrizione del CCNL: I ricorrenti hanno fondato gran parte delle loro argomentazioni sul CCNL delle imprese turistiche, ma hanno omesso di specificare in quale fase del processo e in che modo tale documento fosse stato prodotto. Soprattutto, non hanno trascritto nel ricorso le specifiche clausole contrattuali che, a loro avviso, sarebbero state violate. Questa omissione ha impedito alla Corte di valutare la fondatezza della censura.
2. Genericità dei Riferimenti Normativi: Allo stesso modo, il richiamo ad altre “disposizioni contenute nel d.lvo 157/95” è stato ritenuto parimenti generico e inadeguato, in quanto non idoneo a veicolare una censura di legittimità chiara e definita.

L’Irrilevanza di una Diversa Lettura dei Fatti

La Corte ha inoltre chiarito che la pretesa di una diversa interpretazione degli accordi e delle comunicazioni, senza contestare la violazione dei canoni ermeneutici (art. 1362 e ss. c.c.), si traduce in una richiesta di riesame del merito, inammissibile in Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si basano su un principio consolidato: chi ricorre in Cassazione ha l’onere di mettere i giudici nelle condizioni di comprendere e valutare la presunta violazione di legge sulla base del solo testo del ricorso. Non è compito della Corte andare a ricercare negli atti dei precedenti gradi di giudizio i documenti o le prove a sostegno delle tesi del ricorrente. La mancata trascrizione delle norme collettive e la genericità dei riferimenti hanno reso il ricorso un atto non autosufficiente e, di conseguenza, inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 8676/2024 è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. La preparazione di un ricorso non può limitarsi a una generica doglianza contro la decisione impugnata, ma deve essere supportata da censure precise, specifiche e autosufficienti. Ogni affermazione deve essere corredata dai riferimenti normativi e documentali pertinenti, trascritti in modo critico, per consentire alla Corte di esercitare la propria funzione. In assenza di tale rigore, il risultato è l’inammissibilità del ricorso e la condanna al pagamento delle spese processuali, come avvenuto nel caso di specie.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché era generico. I ricorrenti non hanno specificato quali norme del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) fossero state violate, né le hanno trascritte nel ricorso, impedendo alla Corte di valutare la fondatezza delle loro censure.

Quali erano gli oneri dei ricorrenti per presentare un ricorso valido?
I ricorrenti avrebbero dovuto indicare precisamente quando e come il CCNL era stato depositato nei precedenti gradi di giudizio e, soprattutto, avrebbero dovuto trascrivere integralmente il testo delle clausole che ritenevano violate. Questo è necessario per rispettare il principio di specificità e autosufficienza del ricorso per cassazione.

Cosa significa che un motivo di ricorso si traduce in una richiesta di riesame del merito?
Significa che il ricorrente non sta contestando una violazione di legge (errore di diritto), ma sta chiedendo alla Corte di Cassazione di rivalutare i fatti e le prove del processo per giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito. Questa attività è preclusa in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati