LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricognizione di debito: la fotocopia è prova valida

Un debitore si oppone a un decreto ingiuntivo basato sulla fotocopia di una scrittura di ricognizione di debito. La Corte di Appello di Ancona conferma la decisione di primo grado, stabilendo che la copia fotostatica costituisce piena prova se la sua conformità all’originale non viene contestata in modo specifico e circostanziato, come previsto dal Codice Civile. La Corte chiarisce che un’eccezione generica è inefficace, confermando l’obbligo di pagamento del debitore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricognizione di Debito: Quando una Semplice Fotocopia è Prova Legale?

Nell’ambito del recupero crediti, la prova scritta è fondamentale. Ma cosa succede quando si possiede solo una fotocopia di un accordo di ricognizione di debito? Può bastare per ottenere un decreto ingiuntivo? La Corte di Appello di Ancona, con una recente sentenza, ha fornito chiarimenti cruciali, confermando che, in assenza di una contestazione specifica, anche una semplice copia ha pieno valore probatorio.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un rapporto di locazione. Il locatore, con un “atto unilaterale di manleva e accollo”, si era impegnato a tenere indenne il conduttore da un debito tributario di circa 65.000 euro, relativo a presunte indennità per l’uso di un bene demaniale. La condizione per l’attivazione della manleva era che il patrimonio del conduttore venisse effettivamente aggredito dall’ente di riscossione per quel debito.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione procedeva con l’esecuzione forzata sui beni del conduttore, soddisfacendo il proprio credito. A questo punto, il conduttore, forte dell’accordo di manleva, otteneva un decreto ingiuntivo contro il locatore per recuperare la somma pagata, allegando come prova la copia fotostatica dell’atto.

Il locatore proponeva opposizione, sostenendo, tra le altre cose, l’inidoneità della fotocopia come prova scritta e contestando la legittimità del provvedimento monitorio.

Le Motivazioni della Corte d’Appello sulla Ricognizione di Debito

La Corte di Appello ha rigettato l’impugnazione, confermando la decisione del Tribunale. Le motivazioni si concentrano su tre punti cardine.

1. Il Valore Probatorio della Copia Fotostatica

Il punto centrale della controversia era la validità della fotocopia. La Corte ha ribadito un principio consolidato, richiamando l’art. 2719 del Codice Civile e una recente ordinanza della Cassazione (n. 26200/2024). Secondo la legge, le copie fotostatiche hanno la stessa efficacia probatoria degli originali, a meno che la parte contro cui sono prodotte non ne disconosca formalmente la conformità.

Tuttavia, un disconoscimento generico o una semplice clausola di stile non è sufficiente. La parte che contesta la copia deve farlo in modo specifico e circostanziato, indicando quali elementi della copia differiscono dall’originale. Nel caso di specie, l’appellante si era limitato a lamentare la mancata produzione dell’originale, senza mai contestare formalmente e specificamente la conformità della copia. Di conseguenza, il documento è stato ritenuto piena prova del credito.

2. L’Autonomia dell’Obbligazione di Manleva

L’appellante aveva anche chiesto la sospensione del processo in attesa della definizione di un’altra causa, pendente in Cassazione, relativa alla natura (demaniale o privata) del bene immobile da cui era scaturito il debito tributario. La Corte ha respinto la richiesta, affermando che l’obbligazione derivante dalla ricognizione di debito e dalla manleva era del tutto autonoma rispetto alla legittimità del tributo.

L’accordo tra le parti era chiaro: l’obbligo di pagamento scattava al verificarsi di una precisa condizione, ovvero l’escussione del patrimonio del conduttore da parte dell’Erario. Una volta verificatasi tale condizione, l’obbligazione del locatore diventava esigibile, indipendentemente dall’esito di altre controversie.

3. La Correttezza del Quantum Debitorio

Infine, le contestazioni sul quantum dovuto sono state ritenute infondate. L’atto di accollo specificava chiaramente l’importo del debito, corrispondente alla cartella esattoriale. La documentazione prodotta dimostrava che l’ente di riscossione aveva recuperato l’intera somma, maggiorata degli interessi. L’impegno del debitore copriva l’intero importo indicato nell’accordo, e non un valore inferiore.

Le Conclusioni

La sentenza della Corte di Appello di Ancona rafforza un principio fondamentale in materia di prova documentale: la non contestazione equivale a un’ammissione. Per invalidare una copia fotostatica, non basta una generica lamentela, ma serve un disconoscimento formale, chiaro e specifico. Questa decisione offre una tutela importante ai creditori che agiscono in via monitoria, semplificando l’onere probatorio, ma al contempo impone ai debitori di essere estremamente precisi e diligenti nella formulazione delle proprie difese. Un’opposizione basata su eccezioni generiche è destinata al fallimento.

Una fotocopia di un documento ha valore di prova in un processo civile?
Sì, secondo l’art. 2719 c.c., una copia fotostatica ha la stessa efficacia probatoria del documento originale, a condizione che la parte contro cui viene prodotta non ne contesti specificamente la conformità all’originale.

Cosa si intende per contestazione “specifica” di una copia?
Significa che la parte non può limitarsi a un’obiezione generica, ma deve indicare in modo chiaro e preciso gli aspetti per cui la copia differirebbe dall’originale. In mancanza di tale specificità, il disconoscimento è inefficace e la copia è considerata prova a tutti gli effetti.

Un accordo privato di manleva è efficace anche se il debito originario è oggetto di un’altra causa?
Sì, la Corte ha stabilito che l’obbligazione nata dall’accordo di manleva è autonoma. Se l’accordo prevede il pagamento al verificarsi di una condizione (in questo caso, l’esecuzione forzata da parte del fisco), l’obbligo sorge al realizzarsi di tale evento, indipendentemente dalla legittimità del debito originario discussa in altre sedi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati