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Revocazione ordinanza cassazione: l’errore di fatto

La Cassazione respinge un ricorso per la revocazione di una propria ordinanza, escludendo l’errore di fatto. Il caso riguardava una richiesta di usucapione respinta nei gradi di merito. La Corte chiarisce che la revocazione ordinanza cassazione non può essere usata per ottenere un riesame nel merito o per criticare l’attività interpretativa dei giudici.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Revocazione Ordinanza Cassazione: Quando l’Errore di Fatto Non Sussiste

La revocazione ordinanza cassazione rappresenta un rimedio straordinario, esperibile solo in casi tassativamente previsti dalla legge. L’ordinanza n. 13951/2024 della Suprema Corte offre un’importante lezione sui limiti di questo strumento, in particolare quando viene invocato un presunto errore di fatto. Il caso analizzato, partito da una domanda di usucapione, giunge fino al vaglio della Corte per un tentativo di revocazione, che viene però rigettato, chiarendo la distinzione fondamentale tra errore percettivo e valutazione giuridica.

Il Contesto: Usucapione e i Primi Gradi di Giudizio

I Fatti del Caso

Un cittadino aveva agito in giudizio contro una società pubblica per ottenere il riconoscimento dell’acquisto per usucapione di un ex casa cantoniera e del terreno circostante. Sosteneva di aver posseduto il bene per il tempo necessario, utilizzandolo per il pascolo del bestiame e come deposito per attrezzi agricoli.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda. I giudici avevano ritenuto che le attività descritte dal ricorrente non fossero sufficienti a integrare un possesso valido ai fini dell’usucapione, ma si configurassero piuttosto come atti di mera tolleranza o comunque non idonei a manifestare un potere esclusivo sul bene.

Il Ricorso per Revocazione Ordinanza Cassazione

Contro la decisione della Corte d’Appello, il cittadino aveva proposto ricorso per cassazione, ma la Suprema Corte, con una precedente ordinanza (n. 7621/2023), lo aveva dichiarato inammissibile. La Corte aveva rilevato che il ricorrente, in sostanza, cercava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
Non pago, il cittadino ha impugnato per revocazione quest’ultima ordinanza, basandosi su due motivi principali.

L’Accusa di “Abbaglio dei Sensi”

Il ricorrente sosteneva che la Corte di Cassazione fosse incorsa in un errore di fatto, un cosiddetto “abbaglio dei sensi”. A suo dire, i giudici avrebbero erroneamente fondato la loro decisione sui passi della sentenza di primo grado anziché su quella d’appello, decidendo così su una fattispecie diversa da quella sottoposta al loro esame e senza confrontarsi con i reali motivi del ricorso.

La Denuncia di Omessa Pronuncia

In secondo luogo, si lamentava l’omesso esame di una parte specifica del ricorso originario, dove si criticava la Corte d’Appello per non aver correttamente inquadrato nella nozione di possesso le attività materiali svolte sul terreno (aratura, coltivazione, etc.), sebbene descritte in modo generico.

Le Motivazioni della Suprema Corte sulla Revocazione Ordinanza Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso per revocazione, fornendo chiarimenti cruciali sulla natura di questo strumento.

L’Insussistenza dell’Errore di Fatto

La Corte ha stabilito che non vi è stato alcun errore di percezione. L’ordinanza impugnata non si basava su un fatto inesistente o diverso da quello processuale, ma svolgeva la sua naturale funzione interpretativa e valutativa del ricorso. I giudici avevano esaminato congiuntamente i motivi del ricorso originario e li avevano ritenuti inammissibili perché miravano a una revisione del convincimento del giudice di merito. Questo tipo di attività critica, che attiene alla valutazione giuridica e non alla percezione dei fatti, è del tutto estranea all’ipotesi di errore di fatto revocatorio previsto dall’art. 395, n. 4, c.p.c.

L’Infondatezza del Motivo di Omessa Pronuncia

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha chiarito che la precedente ordinanza aveva esaminato tutti i motivi, compreso quello che si assumeva omesso, dichiarandoli inammissibili in blocco. Inoltre, aveva evidenziato un ulteriore profilo di inammissibilità per difetto di interesse, poiché la Corte territoriale aveva comunque ritenuto le circostanze di fatto invocate (aratura, potatura) come troppo generiche per provare il possesso.

Conclusioni: I Confini della Revocazione

Questa decisione ribadisce con fermezza i limiti del giudizio di revocazione ordinanza cassazione. Questo rimedio non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio mascherato, né per contestare l’interpretazione degli atti o la valutazione giuridica operata dalla Corte. L’errore di fatto che giustifica la revocazione deve essere un errore meramente percettivo, evidente e decisivo, che non lasci spazio a un’attività di valutazione. In assenza di un tale “abbaglio dei sensi”, il tentativo di rimettere in discussione l’esito del giudizio di legittimità è destinato a fallire.

Quando è possibile chiedere la revocazione di un’ordinanza della Cassazione per errore di fatto?
La revocazione è possibile solo per un errore di percezione (un “abbaglio dei sensi”) su un fatto decisivo che emerge in modo incontrastabile dagli atti di causa. Non può essere usata per contestare l’interpretazione delle norme o la valutazione delle prove e degli argomenti difensivi svolta dalla Corte.

Cosa distingue un errore di fatto revocatorio da un errore di valutazione del giudice?
L’errore di fatto revocatorio, secondo la Corte, consiste nel ritenere esistente un fatto che è oggettivamente escluso dai documenti di causa, o viceversa. L’errore di valutazione, invece, riguarda il convincimento che il giudice si forma sui fatti e sulle prove, e non costituisce un motivo valido per la revocazione.

Si può utilizzare la revocazione per ottenere un riesame nel merito di una causa?
No. L’ordinanza chiarisce che il giudizio di revocazione non può trasformarsi in un’occasione per ottenere una nuova pronuncia sui fatti o una revisione delle valutazioni di merito. L’attività di revisione delle valutazioni e del convincimento del giudice di merito è estranea al giudizio di legittimità e, a maggior ragione, a quello di revocazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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