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Revoca licenziamento: basta inviarla entro 15 giorni?

Una lavoratrice ha impugnato il licenziamento. Il datore di lavoro ha inviato la revoca entro il termine di 15 giorni, ma la dipendente l’ha ricevuta dopo la scadenza. La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini della tempestività della revoca licenziamento, è sufficiente che l’atto sia spedito entro i 15 giorni, non essendo necessaria la ricezione nello stesso termine. La revoca è stata quindi ritenuta valida e il rapporto di lavoro ripristinato.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Revoca Licenziamento: Fa Fede la Data di Invio o di Ricezione? La Cassazione Risponde

La revoca licenziamento da parte del datore di lavoro è un istituto cruciale nel diritto del lavoro, che consente di annullare un recesso già comunicato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 16630 del 14 giugno 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale su un aspetto pratico di grande rilevanza: per considerare la revoca tempestiva, conta il momento dell’invio o quello della ricezione da parte del lavoratore? La Corte ha stabilito un principio chiaro, analizzando la natura giuridica di questo atto.

I Fatti di Causa: Un Licenziamento e la Sua Revoca

Il caso esaminato riguarda una lavoratrice, impiegata con mansioni di banconiera, che aveva ricevuto una comunicazione di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. La lavoratrice, tramite il suo legale, aveva prontamente impugnato il recesso con una comunicazione PEC ricevuta dal datore di lavoro il 13 febbraio 2018.

La vicenda si complica con i passaggi successivi:

1. Invio della revoca: Il 28 febbraio 2018, entro il termine di 15 giorni previsto dalla legge, la società datrice di lavoro inviava un telegramma contenente la revoca del licenziamento.
2. Ricezione della revoca: La lavoratrice riceveva il telegramma solo il 1° marzo 2018, quindi oltre la scadenza dei 15 giorni.
3. Contestazione e secondo licenziamento: La dipendente, ritenendo la revoca tardiva, non si presentava al lavoro. A seguito della sua assenza ingiustificata protrattasi per più giorni, la società procedeva a un secondo licenziamento, questa volta per giusta causa.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione all’azienda, considerando tempestiva la revoca sulla base del cosiddetto ‘principio di scissione degli effetti’, per cui per il mittente conta il momento della spedizione.

La Questione sulla tempestività della Revoca Licenziamento

Il cuore della controversia legale giunta in Cassazione era stabilire il momento esatto in cui la revoca licenziamento produce i suoi effetti. La legge (art. 18, comma 10, Legge n. 300/1970) stabilisce che la revoca deve essere ‘effettuata’ entro 15 giorni dalla comunicazione dell’impugnazione. La difesa della lavoratrice sosteneva che ‘effettuata’ dovesse intendersi come ‘pervenuta a conoscenza del destinatario’, rendendo la revoca tardiva.

La questione non è di poco conto, poiché dalla tempestività della revoca dipende il ripristino del rapporto di lavoro e, di conseguenza, la legittimità o meno del secondo licenziamento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della lavoratrice, confermando la decisione dei giudici di merito ma con una motivazione giuridica più approfondita e precisa. I giudici hanno chiarito che la revoca licenziamento non è un atto recettizio, bensì l’esercizio di un diritto potestativo del datore di lavoro.

Un diritto potestativo è un potere concesso dalla legge a una parte per modificare unilateralmente la sfera giuridica di un’altra, la quale non può opporsi ma solo subire gli effetti di tale decisione. In questo quadro, l’esercizio del diritto si perfeziona con la semplice manifestazione di volontà di chi lo detiene.

La Corte ha sottolineato che il testo normativo utilizza il termine ‘effettuata’, che si riferisce all’azione del datore di lavoro (l’invio), senza alcun riferimento alla ‘comunicazione’ o ‘ricezione’ da parte del lavoratore. Se il legislatore avesse voluto subordinare l’efficacia della revoca alla sua ricezione, lo avrebbe specificato, come avviene per altri atti (ad esempio, il licenziamento stesso).

Di conseguenza, è sufficiente che il datore di lavoro spedisca la comunicazione di revoca entro il termine di 15 giorni. Nel caso di specie, l’invio del telegramma il 28 febbraio era sufficiente a rendere la revoca tempestiva e a ripristinare ex tunc (cioè, con effetto retroattivo) il rapporto di lavoro.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per datori di lavoro e dipendenti:

* Per i datori di lavoro: Viene confermata la certezza giuridica. Per revocare un licenziamento in modo efficace, è sufficiente inviare la comunicazione entro i 15 giorni dall’impugnazione, senza doversi preoccupare dei tempi di consegna postale o di altri fattori che sfuggono al proprio controllo.
* Per i lavoratori: È fondamentale essere consapevoli che il rapporto di lavoro si considera ripristinato dal momento in cui il datore di lavoro spedisce la revoca, non da quando la si riceve. Ignorare una convocazione a riprendere servizio sulla base di un presunto ritardo nella ricezione può, come in questo caso, portare a conseguenze negative, incluso un nuovo e legittimo licenziamento per assenza ingiustificata.

Per la revoca del licenziamento, quale data conta per rispettare il termine di 15 giorni?
Secondo la Corte di Cassazione, per rispettare il termine di 15 giorni, conta la data in cui il datore di lavoro ‘effettua’ la revoca, ovvero la spedisce, non la data in cui il lavoratore la riceve.

La revoca del licenziamento è un atto recettizio?
No. La sentenza chiarisce che la revoca del licenziamento è l’esercizio di un diritto potestativo e non un atto recettizio. Pertanto, produce i suoi effetti con la sola manifestazione di volontà del datore di lavoro (cioè l’invio), senza la necessità che giunga a conoscenza del destinatario entro il termine.

Cosa succede se il datore di lavoro invia la revoca l’ultimo giorno utile e il lavoratore la riceve dopo la scadenza dei 15 giorni?
La revoca è da considerarsi pienamente valida e tempestiva. Il rapporto di lavoro si intende ripristinato senza soluzione di continuità dal momento in cui il datore di lavoro ha spedito la comunicazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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