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Revoca amministratori di fatto: prova e limiti

Un socio di una società di ristorazione ha richiesto la revoca degli amministratori di diritto e di alcuni familiari, ritenuti amministratori di fatto, per presunta mala gestio. Il Tribunale ha respinto il reclamo, chiarendo che la revoca amministratori di fatto non è giuridicamente possibile, in quanto tale provvedimento può colpire solo chi è formalmente investito della carica. Inoltre, il ricorrente non ha fornito prove sufficienti a dimostrare che i presunti amministratori di fatto svolgessero attività gestionali strategiche, anziché mere mansioni esecutive.

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Revoca amministratori di fatto: quando è possibile e cosa provare?

La gestione di una società può diventare terreno di scontro tra soci, specialmente quando emergono dubbi sulla correttezza dell’amministrazione. Una recente ordinanza del Tribunale di Venezia offre importanti chiarimenti sui limiti dell’azione di un socio che chiede la revoca amministratori di fatto, delineando una netta distinzione tra chi gestisce l’impresa formalmente e chi lo fa senza un incarico ufficiale. Questo caso, nato da accuse di mala gestio all’interno di una nota attività di ristorazione, mette in luce le difficoltà probatorie e i principi giuridici che governano la materia.

I Fatti del Caso

Un socio, titolare di un terzo del capitale di una società che gestisce un ristorante, ha avviato un’azione legale per chiedere la revoca degli amministratori. La sua richiesta era rivolta non solo agli amministratori formalmente in carica, ma anche ai suoi due fratelli, accusati di agire come ‘amministratori di fatto’ e di aver commesso gravi irregolarità gestionali, tra cui la sistematica omissione di scontrini fiscali. Secondo il socio ricorrente, gli amministratori di diritto erano a loro volta responsabili per non aver scelto e vigilato adeguatamente sull’operato dei fratelli, a cui era stata affidata la gestione operativa del locale.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale ha respinto il reclamo del socio, confermando la decisione di primo grado. La corte ha stabilito che la richiesta del socio era infondata sotto diversi profili. In primo luogo, ha ribadito un principio fondamentale: l’azione di revoca può essere diretta unicamente contro gli amministratori formalmente nominati dall’assemblea, non contro chi agisce ‘di fatto’. In secondo luogo, il Tribunale ha ritenuto che il socio non avesse fornito prove sufficienti a dimostrare le presunte irregolarità e, soprattutto, a qualificare i fratelli come amministratori di fatto.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza del Tribunale si basa su un’analisi rigorosa dei fatti e del diritto, offrendo spunti cruciali per comprendere la figura dell’amministratore di fatto.

L’impossibilità giuridica della revoca amministratori di fatto

Il punto centrale della decisione è l’inammissibilità della revoca amministratori di fatto. Il giudice ha spiegato che la revoca è un provvedimento che incide su un rapporto formale, quello tra la società e il suo amministratore nominato. Un soggetto che agisce senza nomina non può essere ‘revocato’ da una carica che, giuridicamente, non possiede. Le azioni legali contro un amministratore di fatto possono riguardare la sua responsabilità per i danni causati alla società, ma non la sua rimozione tramite revoca cautelare, che è riservata agli organi sociali ufficiali.

La Prova della Gestione: Differenza tra Atti Gestori ed Esecutivi

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’onere della prova. Per dimostrare che una persona è un amministratore di fatto, non è sufficiente provare che svolge compiti operativi, anche se di responsabilità. È necessario dimostrare che compie, in modo sistematico e autonomo, atti di gestione strategica: decisioni che influenzano le scelte organizzative e finanziarie della società.
Nel caso specifico, il Tribunale ha osservato che i fratelli si occupavano di coordinare il personale di sala, gestire i clienti e scegliere le materie prime. Queste attività sono state qualificate come meramente esecutive e non gestionali. A sostegno di ciò, il Tribunale ha valorizzato le misure organizzative che i nuovi amministratori di diritto avevano implementato per la gestione della cassa, affidandola a dipendenti specifici e creando procedure tracciabili per il versamento degli incassi, dimostrando così di aver preso in carico la governance aziendale.

Il Diritto all’Informazione del Socio non è Assoluto

Infine, il Tribunale ha ridimensionato la presunta violazione del diritto di informazione del socio. Quest’ultimo si era lamentato di non aver ricevuto copia dei contratti di lavoro dei fratelli. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che il socio avesse comunque ricevuto le informazioni essenziali (durata, mansioni, retribuzione) tramite la delibera del consiglio di amministrazione che ne autorizzava l’assunzione. Di conseguenza, la mancata consegna del documento fisico non è stata considerata una grave irregolarità tale da giustificare una misura drastica come la revoca degli amministratori.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce che la strada per contestare l’operato di un presunto amministratore di fatto è complessa. Chi intende agire in giudizio deve essere in grado di fornire prove solide e inequivocabili che distinguano l’attività gestoria da quella meramente esecutiva. Inoltre, viene confermato che lo strumento della revoca amministratori di fatto è processualmente inammissibile. I soci che si trovano in situazioni simili dovranno piuttosto considerare azioni di responsabilità, mirate a ottenere il risarcimento dei danni causati dalla gestione irregolare, provando in quella sede la qualifica di amministratore di fatto del soggetto convenuto.

È possibile chiedere in via cautelare la revoca di un amministratore di fatto?
No. Secondo l’ordinanza, il provvedimento di revoca può essere emesso solo nei confronti di un amministratore formalmente nominato. Un amministratore di fatto, non avendo una carica ufficiale, non può essere ‘revocato’, ma può essere soggetto a un’azione di responsabilità per i danni causati.

Quale tipo di prova è necessaria per dimostrare che una persona è un amministratore di fatto?
Non basta provare che la persona svolge compiti operativi o coordina il personale. È necessario dimostrare che esercita in modo continuativo e significativo poteri decisionali e strategici, influenzando le scelte organizzative e gestionali della società, distinguendosi da chi svolge mansioni puramente esecutive.

La mancata consegna di un documento sociale a un socio giustifica sempre la revoca degli amministratori?
Non necessariamente. Il giudice valuta la gravità della violazione. Nel caso esaminato, poiché il socio aveva comunque ricevuto le informazioni essenziali sul contratto di lavoro tramite la delibera del CdA, la mancata consegna del documento non è stata ritenuta una irregolarità così grave da giustificare la revoca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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