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Revisione prezzi appalti: esclusa per servizi esclusi

Un operatore turistico ha richiesto un adeguamento economico per un appalto pubblico relativo a servizi di viaggio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il meccanismo di revisione prezzi appalti non si applica ai contratti per servizi specifici, come quelli ricreativi, poiché rientrano nelle categorie escluse dal campo di applicazione principale del vecchio Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 163/2006).

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Revisione Prezzi Appalti Esclusi: La Cassazione Fa Chiarezza

La revisione prezzi appalti pubblici è un istituto cruciale per garantire l’equilibrio contrattuale nei rapporti di durata. Tuttavia, la sua applicazione non è universale. Con l’ordinanza in commento, la Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: tale meccanismo non si estende ai cosiddetti “appalti esclusi”, come quelli per servizi ricreativi. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione per tutti gli operatori economici che lavorano con la Pubblica Amministrazione.

Il Caso: Un Appalto per Soggiorni Estivi e la Richiesta di Adeguamento

Una società cooperativa, operante nel settore turistico, si era aggiudicata un appalto indetto da un ente previdenziale per l’organizzazione di soggiorni estivi per i figli degli iscritti per gli anni 2009 e 2010. All’inizio del secondo anno di contratto, la società aveva richiesto un adeguamento dei corrispettivi ai sensi dell’art. 115 del D.Lgs. 163/2006 (il Codice dei Contratti Pubblici allora vigente), per tener conto delle variazioni dei prezzi.

L’ente aveva inizialmente concesso un aumento parziale, ma la società, ritenendolo insufficiente, si era rivolta prima al T.A.R. e poi, a seguito di una declaratoria di difetto di giurisdizione, al Tribunale civile per ottenere il pieno riconoscimento del suo diritto. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Revisione Prezzi Appalti

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando le decisioni dei giudici di merito. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi interconnessi, entrambi sufficienti a negare il diritto all’adeguamento economico.

L’inapplicabilità dell’Art. 115 ai Servizi dell’Allegato II B

Il punto centrale della decisione è la natura del servizio oggetto dell’appalto. La Cassazione ha confermato che i servizi di organizzazione di viaggi e soggiorni estivi rientrano tra i “servizi ricreativi, culturali e sportivi” elencati nell’Allegato II B del D.Lgs. 163/2006. Secondo l’art. 20 dello stesso decreto, gli appalti aventi ad oggetto tali servizi sono esclusi dall’ambito di applicazione della maggior parte delle norme del Codice, inclusa quella sulla revisione prezzi appalti (art. 115).

Questi contratti, pur essendo pubblici, sono soggetti solo a principi generali di economicità, efficacia, imparzialità e trasparenza, ma non alle specifiche e dettagliate procedure previste per gli appalti ordinari. Di conseguenza, in assenza di una norma applicabile, la richiesta di revisione dei prezzi non poteva trovare accoglimento.

Il Principio della Pluralità di ‘Rationes Decidendi’

La Corte d’Appello aveva basato la sua sentenza su una doppia motivazione (pluralità di rationes decidendi):
1. L’inapplicabilità della revisione prezzi perché il servizio rientrava nell’Allegato II B.
2. L’assenza di un contratto “ad esecuzione periodica o continuativa”, requisito necessario per l’applicazione dell’art. 115.

La Cassazione ha evidenziato che, quando una decisione si regge su più ragioni autonome e sufficienti, il ricorrente deve contestarle tutte con successo. In questo caso, la sola prima ragione – l’esclusione del servizio dal campo di applicazione della norma – era di per sé sufficiente a sostenere il rigetto della domanda. Poiché le censure del ricorrente su questo punto sono state ritenute infondate, l’intero ricorso è stato respinto.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha specificato che il quadro normativo del D.Lgs. 163/2006 era inequivocabile nel sottrarre determinate tipologie di servizi, considerati “non prioritari”, alla rigida disciplina generale. L’art. 20, infatti, assoggettava gli appalti dell’Allegato II B solo a poche e specifiche norme, tra cui non figurava l’art. 115. Pertanto, né una clausola contraria nel bando di gara, né un’interpretazione estensiva potevano superare questa chiara scelta del legislatore.

Inoltre, la Corte ha respinto le argomentazioni della ricorrente basate sulla presunta violazione dei principi di buona fede e legittimo affidamento, derivante dal parziale riconoscimento iniziale da parte dell’ente. Secondo i giudici, queste censure non erano state formulate in modo specifico contro le argomentazioni della Corte d’Appello e, in ogni caso, non potevano superare l’ostacolo normativo dell’inapplicabilità della revisione prezzi a questa categoria di appalti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Operatori del Settore

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi opera nel settore dei contratti pubblici: non tutti gli appalti sono uguali. Gli operatori economici devono analizzare attentamente la natura del servizio offerto per comprendere il quadro normativo applicabile. Per i servizi rientranti negli appalti esclusi (oggi disciplinati in modo simile dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici), non è possibile fare affidamento automatico su istituti come la revisione prezzi appalti, a meno che non sia espressamente prevista dalla legge speciale o dalla documentazione di gara in modo legittimo. La decisione sottolinea l’importanza di una due diligence legale prima della partecipazione a gare pubbliche, per evitare contenziosi futuri basati su aspettative giuridicamente infondate.

È sempre possibile richiedere la revisione dei prezzi in un appalto pubblico?
No, la revisione non è applicabile ai contratti per servizi esclusi, come quelli elencati nell’Allegato II B del D.Lgs. 163/2006 (es. servizi ricreativi, culturali e sportivi), poiché queste tipologie di appalti non sono soggette alla disciplina generale del Codice, incluso l’art. 115.

Un contratto che si svolge in due stagioni consecutive è considerato automaticamente “ad esecuzione periodica o continuativa”?
Non necessariamente. La Corte d’Appello, la cui decisione è stata confermata, ha ritenuto che la stipula di contratti distinti per singole strutture ricettive, sebbene derivanti da un’unica gara per due annualità, non configurasse un servizio a carattere continuativo o periodico ai fini dell’applicazione della revisione prezzi.

Se un’amministrazione riconosce parzialmente la revisione prezzi, crea un legittimo affidamento per l’operatore?
Secondo la Corte, no. La decisione si è concentrata sull’inapplicabilità a monte della norma sulla revisione prezzi, rendendo irrilevante la precedente condotta dell’amministrazione. La Cassazione ha sottolineato che l’appellante non aveva adeguatamente contestato le ragioni della Corte d’Appello su questo specifico punto, rendendo la censura inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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