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Retribuzione ferie: quali indennità includere?

La Corte di Cassazione interviene sul calcolo della retribuzione ferie per il personale viaggiante di un’azienda di trasporti. Con la sentenza n. 34088/2024, ha confermato che l’indennità per assenza dalla residenza deve essere inclusa nel calcolo, poiché intrinsecamente legata alle mansioni. Tuttavia, ha annullato la decisione di primo grado riguardo ad altre indennità, specificando che la procedura speciale per l’interpretazione dei CCNL non può essere utilizzata senza una preventiva analisi degli accordi aziendali specifici che le regolano.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Retribuzione Ferie: La Cassazione e le Indennità Aggiuntive

Il calcolo della retribuzione ferie rappresenta un tema cruciale nel diritto del lavoro, poiché incide direttamente su un diritto irrinunciabile del lavoratore. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 34088 del 2024, è tornata sull’argomento, offrendo chiarimenti fondamentali su quali voci e indennità debbano essere considerate nella busta paga durante il periodo di riposo. La decisione analizza il caso di alcuni dipendenti di una grande azienda di trasporti, facendo luce sul rapporto tra contrattazione nazionale, accordi aziendali e principi del diritto europeo.

I Fatti di Causa: La Controversia sulle Indennità in Busta Paga

La vicenda nasce dal ricorso di alcuni lavoratori, con mansioni di capotreno, contro la loro società datrice di lavoro, un’importante azienda del settore ferroviario. I dipendenti chiedevano che nel calcolo della loro retribuzione durante le ferie fossero incluse alcune indennità specifiche, tra cui quella per “assenza dalla residenza”, erogata per compensare il disagio di lavorare costantemente in movimento e lontano da casa.

Il Tribunale di primo grado, utilizzando una procedura speciale (ex art. 420 bis c.p.c.), aveva dato ragione ai lavoratori, dichiarando la nullità di alcune clausole dei Contratti Collettivi Nazionali (CCNL) del settore. Secondo il giudice, tali clausole, escludendo determinate indennità dal calcolo, violavano la direttiva europea sul diritto alle ferie (2003/88/CE).

La Decisione della Cassazione sulla Retribuzione Ferie

La società ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, che ha emesso una sentenza articolata, distinguendo nettamente due questioni: una di natura procedurale e una di merito.

La Corte ha accolto in parte il ricorso dell’azienda, ma ha al contempo consolidato un principio fondamentale a favore dei lavoratori. La decisione si muove su un doppio binario:

1. Conferma sull’indennità di assenza dalla residenza: La Cassazione ha respinto i motivi di ricorso dell’azienda su questo punto, ribadendo che tale indennità deve essere inclusa nella retribuzione feriale.
2. Annullamento per vizio procedurale: La Corte ha invece accolto il motivo relativo all’illegittimo utilizzo della procedura speciale ex art. 420 bis c.p.c. per le altre indennità. Ha stabilito che il giudice di primo grado ha errato nel dichiarare nulle le clausole del CCNL senza prima aver analizzato gli specifici accordi aziendali che regolavano tali compensi.

Le Motivazioni: Un Duplice Binario tra Diritto Sostanziale e Processuale

Le motivazioni della Corte chiariscono la logica dietro questa decisione apparentemente complessa.

Indennità di Assenza da Residenza: Un Principio Consolidato

Sul piano del diritto sostanziale, la Cassazione ha seguito il suo orientamento, ormai consolidato e conforme a quello della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il principio è chiaro: la retribuzione corrisposta durante le ferie deve essere complessivamente analoga a quella ordinaria, per non disincentivare il lavoratore dal godere del proprio diritto al riposo. Di conseguenza, tutte le indennità che sono intrinsecamente collegate all’esecuzione delle mansioni e che compensano un disagio legato alla prestazione lavorativa (come l’essere continuamente in viaggio) devono far parte della base di calcolo. L’indennità di assenza dalla residenza rientra pienamente in questa categoria.

L’Uso dell’Art. 420 bis c.p.c. e il Requisito della Pregiudizialità

Sul piano processuale, la Corte ha censurato l’operato del Tribunale. La procedura speciale dell’art. 420 bis c.p.c. è uno strumento eccezionale, pensato per risolvere in via preliminare questioni interpretative su clausole dei contratti collettivi nazionali. Tuttavia, la sua applicazione richiede un nesso di “pregiudizialità” necessaria: la questione sul CCNL deve essere un passaggio obbligato per decidere la causa.

Nel caso specifico, le altre indennità contestate trovavano la loro disciplina non direttamente nel CCNL, ma in accordi di livello aziendale. Il giudice avrebbe dovuto prima esaminare tali accordi per capire la natura e la funzione di quei compensi. Solo dopo questa analisi avrebbe potuto, se ancora necessario, sollevare la questione di compatibilità delle norme nazionali di riferimento con i principi europei. Attivare la procedura speciale senza questo passaggio preliminare è stato un errore, che ha portato alla cassazione con rinvio della sentenza su quel punto.

Conclusioni: Implicazioni per Lavoratori e Aziende

La sentenza 34088/2024 offre due importanti indicazioni operative:

1. Per i lavoratori: Viene rafforzato il principio secondo cui la retribuzione ferie deve includere tutte le voci retributive strettamente connesse alla mansione, come l’indennità di assenza dalla residenza per il personale viaggiante. Questo principio è ormai un punto fermo nella giurisprudenza.
2. Per le aziende e gli operatori del diritto: La Corte sottolinea l’importanza di un corretto approccio processuale. Non si possono impugnare in astratto le clausole di un CCNL se la vera fonte del diritto contestato risiede in un accordo aziendale. È necessario partire dall’analisi del livello contrattuale più vicino al rapporto di lavoro, prima di risalire alla contrattazione nazionale.

In sintesi, la decisione bilancia la tutela di un diritto sostanziale del lavoratore con il rigore delle forme processuali, garantendo certezza del diritto per tutte le parti coinvolte.

L’indennità per assenza dalla residenza va inclusa nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato, in linea con la giurisprudenza consolidata e il diritto dell’Unione Europea, che questa indennità è intrinsecamente collegata alle mansioni del lavoratore e deve quindi essere ricompresa nella retribuzione feriale.

È possibile usare la procedura speciale dell’art. 420 bis c.p.c. per contestare la validità di una clausola del CCNL in relazione a indennità previste da accordi aziendali?
No. La Corte ha stabilito che questa procedura eccezionale non può essere attivata se prima non si esamina la disciplina specifica prevista dalla contrattazione collettiva aziendale. La valutazione della validità della clausola nazionale è subordinata all’analisi preliminare degli accordi di livello inferiore che regolano concretamente i compensi.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione accoglie solo uno dei motivi di ricorso?
La sentenza impugnata viene “cassata” (annullata) solo nella parte relativa al motivo accolto. Il caso viene poi rinviato al giudice precedente, che dovrà decidere nuovamente su quel punto specifico, attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione. Le parti della sentenza non toccate dal motivo accolto diventano definitive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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