LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Retribuzione ferie: quali indennità includere?

Un’azienda di trasporti ha impugnato una sentenza che la condannava a includere indennità accessorie nel calcolo della retribuzione feriale di un dipendente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il calcolo della retribuzione ferie deve essere conforme ai principi del diritto europeo. Questo implica che al lavoratore deve essere garantita una retribuzione complessiva paragonabile a quella percepita durante i periodi di lavoro, includendo quindi le indennità collegate allo svolgimento delle mansioni.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Retribuzione Ferie: La Cassazione Conferma l’Inclusione delle Indennità Accessorie

Il calcolo della retribuzione ferie rappresenta un tema cruciale nel diritto del lavoro, spesso al centro di contenziosi tra aziende e dipendenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale, allineato al diritto europeo: durante le ferie, il lavoratore ha diritto a una retribuzione paragonabile a quella ordinaria, comprensiva delle indennità accessorie legate alla sua attività lavorativa. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Un Lavoratore Contro l’Azienda di Trasporti

La vicenda trae origine dalla decisione della Corte d’Appello di condannare un’azienda di trasporti al pagamento di una somma a un suo dipendente. Tale importo derivava dal ricalcolo della retribuzione spettante durante i giorni di ferie, includendo voci come l’indennità perequativa e quella compensativa, che l’azienda aveva invece escluso.

Insoddisfatta della sentenza di secondo grado, la società ha presentato ricorso per Cassazione, basandolo su quattro motivi principali con l’obiettivo di veder riformata la decisione e affermare la legittimità del proprio metodo di calcolo.

I Motivi del Ricorso e la Questione della Retribuzione Ferie

L’azienda ricorrente ha articolato la propria difesa su più fronti:

1. Violazione delle norme contrattuali: Sosteneva una errata interpretazione degli accordi collettivi (nazionali, regionali e aziendali), che a suo dire avrebbero legittimato l’esclusione di alcune indennità dal computo della paga feriale.
2. Violazione di norme costituzionali e comunitarie: Lamentava la violazione dell’art. 36 della Costituzione e dell’art. 7 della direttiva europea 2003/1988, sempre in relazione al calcolo della retribuzione.
3. Vizio di omessa pronuncia: Contestava alla Corte d’Appello di non essersi pronunciata su una domanda subordinata relativa allo scorporo di quattro giorni di permesso dal calcolo totale.
4. Vizio di ultrapetizione: Affermava che i giudici di merito avessero illegittimamente incluso nel calcolo anche l’indennità di turno, una voce, a suo dire, mai richiesta dal lavoratore.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo chiarimenti decisivi sulla corretta interpretazione del concetto di retribuzione ferie.

Per quanto riguarda i primi due motivi, strettamente connessi, i giudici hanno richiamato la propria consolidata giurisprudenza, rafforzata da una recente pronuncia (n. 25850/2024). Il principio cardine, di derivazione europea (sentenze CGUE Williams e To.He.), è che la retribuzione durante il periodo di ferie annuali deve garantire al lavoratore una condizione economica paragonabile a quella goduta durante i periodi di lavoro. Lo scopo è evitare che il lavoratore sia disincentivato dal fruire delle ferie a causa di una decurtazione economica. Di conseguenza, tutte le indennità intrinsecamente connesse allo svolgimento delle mansioni ordinarie, come quelle perequative, compensative e di turno, devono essere incluse nella base di calcolo.

Anche il terzo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha ritenuto che i giudici d’appello avessero implicitamente deciso sulla questione, specificando che dai conteggi totali andassero escluse unicamente le somme relative ai ticket mensa. Ogni altra voce, inclusi i giorni di permesso contestati, era quindi da considerarsi dovuta.

Infine, è stato respinto il motivo relativo all’ultrapetizione. La Cassazione ha osservato che, sebbene la sentenza d’appello menzionasse l’indennità di turno, la liquidazione finale era basata sui calcoli presentati dal lavoratore stesso. L’azienda non ha dimostrato, conti alla mano, che la somma finale includesse importi non richiesti. La doglianza è stata quindi giudicata priva di specificità.

Le Conclusioni: Cosa Implica questa Decisione

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. La nozione di retribuzione ferie non può essere interpretata in modo restrittivo dai contratti collettivi o dalle prassi aziendali se ciò contrasta con i superiori principi del diritto europeo. I datori di lavoro devono assicurarsi che la base di calcolo della paga feriale includa tutte le componenti retributive continuative e connesse alla prestazione lavorativa, escludendo solo quelle voci destinate a rimborsare spese occasionali (come i ticket restaurant). Per i lavoratori, questa decisione rappresenta un’ulteriore garanzia del diritto a un riposo effettivo e pienamente retribuito, senza penalizzazioni economiche.

Le indennità accessorie, come quella perequativa o di turno, devono essere incluse nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, in linea con la giurisprudenza europea, la retribuzione durante le ferie deve essere complessivamente paragonabile a quella ordinaria. Pertanto, le indennità connesse all’espletamento dell’attività lavorativa devono essere incluse nella base di calcolo.

Il diritto europeo influenza il modo in cui viene calcolata la retribuzione per le ferie in Italia?
Assolutamente sì. La Corte ha ribadito che la nozione europea di ferie annuali retribuite è di diretta applicazione nell’ordinamento italiano. Tale principio impone di mantenere una retribuzione piena durante il riposo, per evitare che il lavoratore sia disincentivato dal goderne.

Cosa accade se un giudice sembra pronunciarsi su una richiesta non avanzata dalla parte (vizio di ultrapetizione)?
Nel caso specifico, la Corte ha respinto questa censura perché l’azienda non ha fornito la prova concreta che nella somma finale fossero stati inclusi importi non richiesti. La semplice menzione di un’indennità nella motivazione non è sufficiente a configurare il vizio, se poi la liquidazione si basa sui calcoli corretti prodotti dalla parte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati