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Retribuzione ferie gente del mare: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione ferie gente del mare deve includere tutte le voci retributive ordinarie, anche se escluse dai contratti collettivi. La decisione, basata sui principi del diritto dell’Unione Europea, mira a garantire che il lavoratore non sia disincentivato dal godere delle ferie. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva negato a un direttore di macchina il diritto di includere indennità come quella di comando, di produttività e di risultato nel calcolo della retribuzione feriale e dell’indennità sostitutiva.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Ferie Gente del Mare: La Cassazione Applica i Principi UE

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per i lavoratori marittimi: la corretta determinazione della retribuzione ferie gente del mare. La pronuncia stabilisce che la nozione europea di retribuzione ordinaria, comprensiva di tutte le voci fisse e continuative, si applica anche a questa categoria, prevalendo su eventuali disposizioni contrarie della contrattazione collettiva.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla domanda di un direttore di macchina, dipendente di una nota società di navigazione, volta a ottenere il ricalcolo della retribuzione per ferie e riposi, nonché dell’indennità sostitutiva per ferie non godute. Il lavoratore sosteneva che nel calcolo avrebbero dovuto essere incluse diverse voci retributive, quali l’indennità di comando e direzione, il premio di produttività, il premio di risultato e il salario per prestazioni di qualità.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto solo parzialmente la domanda, mentre la Corte d’Appello aveva dato ragione alla società datrice di lavoro. Secondo i giudici d’appello, la normativa europea generale sull’orario di lavoro (Direttiva 2003/88/CE) non si applicava alla gente di mare, per la quale vige una disciplina specifica (Direttiva 1999/63/CE). Di conseguenza, la definizione di retribuzione da considerare ai fini delle ferie doveva essere quella stabilita esclusivamente dalla contrattazione collettiva, che nel caso di specie escludeva le indennità richieste dal lavoratore.

La Decisione della Cassazione sulla Retribuzione Ferie Gente del Mare

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione d’appello, accogliendo le ragioni del lavoratore. Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene la Direttiva 2003/88/CE non si applichi direttamente ai marittimi, i principi fondamentali del diritto dell’Unione Europea in materia di ferie retribuite sono validi per tutti i lavoratori.

Il punto centrale è la nozione di “ferie retribuite”, presente sia nella disciplina generale che in quella specifica per i marittimi (Direttiva 1999/63/CE e D.Lgs. 108/2005 di attuazione). Questa espressione, secondo la costante giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), impone che durante le ferie il lavoratore percepisca la sua retribuzione “ordinaria”. Lo scopo è evitare che una diminuzione della retribuzione durante il periodo di riposo possa disincentivare il lavoratore dall’esercitare il suo diritto fondamentale alle ferie.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Suprema Corte si fonda sull’obbligo per il giudice nazionale di interpretare il diritto interno in modo conforme al diritto dell’Unione Europea. Anche se la fonte specifica è diversa, il principio di base rimane identico: la retribuzione ferie gente del mare non può essere decurtata di elementi che ne costituiscono una componente ordinaria.

La Corte ha specificato che la retribuzione “ordinaria” include qualsiasi importo pecuniario che si ponga in rapporto di collegamento con l’esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore. Spetta quindi al giudice di merito, in questo caso la Corte d’Appello in sede di rinvio, verificare la natura delle singole voci retributive richieste (indennità di comando, premi, etc.).

Qualora si accerti che tali voci hanno natura retributiva ordinaria, eventuali clausole della contrattazione collettiva che ne prevedano l’esclusione dal calcolo della retribuzione feriale devono essere considerate invalide. Questo perché tali clausole si porrebbero in contrasto con una disciplina inderogabile (il diritto alle ferie retribuite in senso europeo), producendo un effetto dissuasivo vietato dal diritto UE.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza rappresenta un punto fermo nella tutela dei diritti dei lavoratori marittimi. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare: la determinazione della base di calcolo per le ferie non è lasciata alla libera disponibilità delle parti collettive. Anche per la gente di mare, la retribuzione durante le ferie deve essere tale da porre il lavoratore in una situazione economica paragonabile a quella dei periodi di lavoro.

Le società di navigazione dovranno quindi prestare attenzione a includere nel calcolo della retribuzione feriale e dell’indennità sostitutiva tutte quelle componenti fisse e continuative che, pur definite come indennità, fanno parte della normale remunerazione del lavoratore. La decisione rafforza il principio secondo cui il diritto alle ferie è un diritto fondamentale e irrinunciabile, la cui effettività deve essere garantita anche sotto il profilo economico.

Cosa si intende per ‘retribuzione ordinaria’ ai fini del calcolo delle ferie per la gente di mare?
Secondo la Corte, si intende qualsiasi importo pecuniario intrinsecamente collegato all’esecuzione delle mansioni e allo status personale e professionale del lavoratore. L’obiettivo è garantire al lavoratore una condizione economica durante le ferie che sia paragonabile a quella dei periodi di lavoro.

Un contratto collettivo può escludere alcune voci retributive dal calcolo della retribuzione per le ferie?
No, se tali voci fanno parte della retribuzione ordinaria del lavoratore. Secondo la sentenza, una clausola collettiva che escluda tali componenti sarebbe invalida perché contraria ai principi inderogabili del diritto dell’Unione Europea, che mirano a non disincentivare il godimento delle ferie.

La direttiva europea generale sull’orario di lavoro (2003/88/CE) si applica ai lavoratori marittimi?
No, la sentenza conferma che per la gente di mare si applica una normativa specifica (la Direttiva 1999/63/CE). Tuttavia, il principio fondamentale del diritto a ‘ferie annuali retribuite’ e la relativa nozione europea di retribuzione, elaborata dalla Corte di Giustizia UE, si applicano anche a questa categoria di lavoratori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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