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Retribuzione ferie: calcolo e indennità variabili

La Corte di Cassazione ha stabilito che nel calcolo della retribuzione ferie devono essere incluse tutte le indennità accessorie, anche variabili, se intrinsecamente collegate alla mansione e corrisposte con continuità. Escluderle costituirebbe un disincentivo a godere delle ferie, contrario al diritto UE. La Corte ha inoltre confermato che la prescrizione dei crediti di lavoro decorre dalla fine del rapporto.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Retribuzione ferie: la Cassazione include le indennità variabili

Il calcolo della retribuzione ferie rappresenta da sempre un tema delicato nel diritto del lavoro, fonte di numerosi contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 2963/2024, è intervenuta per fare chiarezza su un punto cruciale: quali voci economiche devono essere considerate nel determinare lo stipendio del lavoratore durante il suo periodo di riposo annuale? La Corte ha stabilito un principio fondamentale: tutte le indennità strettamente connesse alla mansione, anche se di natura variabile, devono essere incluse per non disincentivare il godimento delle ferie.

I Fatti del Caso

La vicenda ha visto contrapposti un gruppo di lavoratori, con la qualifica di macchinisti, e la loro azienda datrice di lavoro, una nota società di trasporti. I dipendenti chiedevano che nel calcolo della loro retribuzione durante le ferie venissero inclusi anche alcuni compensi specifici: l’incentivo per l’attività di condotta, l’indennità per l’attività di riserva e i compensi legati all’assenza dalla residenza. L’azienda, invece, si era limitata a corrispondere la parte fissa della retribuzione e l’indennità di turno, escludendo queste voci variabili, come previsto da un accordo aziendale. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai lavoratori, spingendo la società a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte e l’Impatto sulla Retribuzione Ferie

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto centrale della decisione si basa sull’interpretazione del diritto dell’Unione Europea, in particolare della Direttiva 2003/88/CE. Secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE, la retribuzione durante il periodo feriale deve essere sostanzialmente equiparabile a quella percepita durante i periodi di lavoro. L’obiettivo è garantire che il lavoratore non subisca uno svantaggio economico che possa dissuaderlo dall’esercitare il suo diritto fondamentale al riposo.

Il Principio dell’Effetto Dissuasivo

La Corte ha ribadito che qualsiasi incentivo, anche indiretto, che porti il lavoratore a rinunciare alle ferie per non perdere una parte del suo guadagno è incompatibile con gli obiettivi della normativa europea. Nel caso specifico, le indennità escluse dall’azienda, pur essendo variabili, erano state ritenute dai giudici di merito come intrinsecamente collegate alle mansioni tipiche dei macchinisti e corrisposte in maniera continuativa. La loro esclusione, pertanto, comportava una “sensibile diminuzione” della retribuzione, tale da costituire un deterrente al godimento delle ferie.

Prescrizione dei Crediti di Lavoro e Stabilità del Rapporto

Un altro motivo di ricorso riguardava la prescrizione dei crediti retributivi. L’azienda sosteneva che il termine di prescrizione dovesse decorrere anche in costanza di rapporto di lavoro. La Cassazione ha respinto anche questa tesi, confermando un suo recente orientamento. A seguito delle riforme del mercato del lavoro (Legge n. 92/2012 e D.Lgs. n. 23/2015), il rapporto di lavoro a tempo indeterminato non gode più della stessa stabilità reale di un tempo. Di conseguenza, il lavoratore potrebbe essere indotto a non far valere i propri diritti per timore di ritorsioni o licenziamento. Per questa ragione, il termine di prescrizione per i crediti di lavoro inizia a decorrere solo dalla data di cessazione del rapporto.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su una gerarchia delle fonti che vede il diritto dell’Unione Europea prevalere sulla normativa interna, inclusa la contrattazione collettiva, quando si tratta di tutelare diritti fondamentali come quello alle ferie retribuite. Le sentenze della Corte di Giustizia dell’UE hanno efficacia vincolante e hanno definito una nozione europea di “retribuzione” che comprende qualsiasi importo pecuniario in rapporto di collegamento con l’esecuzione delle mansioni. Il giudice nazionale ha il compito di verificare, caso per caso, se l’esclusione di determinate voci possa avere un effetto dissuasivo. In questa vicenda, la Corte ha ritenuto corretta la valutazione del giudice d’appello, che aveva accertato la continuità e la non residualità delle indennità richieste dai lavoratori, confermando che la loro mancata corresponsione avrebbe potuto scoraggiare il godimento delle ferie. Per quanto riguarda la prescrizione, la motivazione risiede nella tutela del lavoratore come parte debole del rapporto, la cui libertà di agire in giudizio non deve essere compressa dal timore di perdere il posto di lavoro.

le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per lavoratori e datori di lavoro. Per i primi, rappresenta una garanzia che il diritto al riposo non venga penalizzato economicamente. Per le aziende, costituisce un chiaro monito a calcolare la retribuzione durante le ferie in modo onnicomprensivo, includendo tutte le componenti retributive che sono direttamente collegate alla prestazione lavorativa ordinaria. Ignorare questo principio espone al rischio di contenziosi e al pagamento di differenze retributive. Inoltre, la decisione sulla prescrizione rafforza la tutela dei diritti dei lavoratori in un contesto di minore stabilità occupazionale, posticipando alla fine del rapporto il momento in cui possono far valere le proprie pretese economiche senza timore.

Le indennità variabili, come quelle per la condotta o la riserva, devono essere incluse nella retribuzione durante le ferie?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, se queste indennità sono intrinsecamente collegate alle mansioni svolte e vengono corrisposte in modo continuativo, devono essere incluse nella retribuzione feriale per non creare un disincentivo economico al godimento delle ferie.

Perché la Corte di Cassazione dà così tanta importanza alla normativa europea in tema di ferie?
Perché il diritto alle ferie è un diritto fondamentale tutelato a livello europeo. Le direttive UE e le interpretazioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sono vincolanti per gli Stati membri e prevalgono sulla normativa interna (inclusi i contratti collettivi) per assicurare una tutela minima ed effettiva ai lavoratori.

Da quando decorre la prescrizione per i crediti di lavoro dopo le riforme del mercato del lavoro?
Secondo l’orientamento confermato dalla Corte, a seguito delle riforme che hanno ridotto la stabilità del posto di lavoro, la prescrizione dei crediti retributivi decorre solo dalla cessazione del rapporto di lavoro, e non durante il suo svolgimento. Questo per tutelare il lavoratore dal timore di ritorsioni qualora agisse in giudizio contro il proprio datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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