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Retribuzione di posizione TFS: esclusa dal calcolo

Una dirigente pubblica ha contestato l’esclusione della sua retribuzione di posizione dal calcolo del TFS. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la base di calcolo è tassativamente definita dalla legge e non include tale voce retributiva per i dipendenti assunti prima del 1996.

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Retribuzione di posizione e TFS: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per i dirigenti del pubblico impiego: il calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS). La questione centrale riguarda l’inclusione della retribuzione di posizione nel TFS, un elemento che può incidere notevolmente sull’importo finale della liquidazione. La Suprema Corte ha confermato il suo orientamento consolidato, stabilendo che, per i dipendenti degli enti locali assunti prima del 1996, tale voce retributiva non deve essere considerata nella base di calcolo.

I Fatti del Caso

Una dirigente di una Comunità Montana si era rivolta al tribunale per contestare il calcolo del proprio TFS effettuato dall’INPS. A suo avviso, l’ente previdenziale aveva errato nel non includere, nella base contributiva, la retribuzione di posizione percepita. La lavoratrice sosteneva che tale emolumento, essendo parte integrante del suo trattamento economico fondamentale, dovesse rientrare nel computo della liquidazione. La sua richiesta, tuttavia, era stata respinta sia in primo grado dal Tribunale di Campobasso sia in secondo grado dalla Corte d’Appello, che avevano ritenuto corretta l’esclusione operata dall’INPS.

La questione giuridica e la base del ricorso

La dirigente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, basandolo principalmente su tre motivi:
1. Violazione di legge: La presunta violazione della legge n. 152 del 1968 e del CCNL di comparto, che, secondo la sua interpretazione, avrebbero imposto di considerare la retribuzione di posizione come parte della base contributiva del TFS.
2. Nullità della sentenza: La mancanza di una valida motivazione nella sentenza d’appello.
3. Spese di lite: L’errata condanna al pagamento delle spese, che a suo dire avrebbero dovuto essere compensate per la particolarità della questione.

Il cuore del dibattito legale si è concentrato sulla corretta interpretazione delle norme che definiscono quali elementi retributivi concorrono a formare la base di calcolo dell’indennità premio di servizio, una delle componenti del TFS per i dipendenti degli enti locali.

Le Motivazioni: la tassatività della legge prevale sul contratto collettivo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Le motivazioni della decisione si basano su principi giuridici consolidati e chiariscono in modo definitivo la gerarchia delle fonti in materia previdenziale.

Il Principio della Tassatività

Il punto focale della decisione è l’articolo 11, comma 5, della legge n. 152 del 1968. Questa norma elenca in modo tassativo gli emolumenti che costituiscono la base contributiva per l’indennità premio di servizio. L’elenco comprende lo stipendio o salario, gli aumenti periodici, la tredicesima mensilità e il valore degli assegni in natura. La Corte ha ribadito che la dizione “stipendio o salario” deve essere interpretata in senso restrittivo e non può essere estesa fino a includere la retribuzione di posizione, la quale non è specificamente menzionata.

L’inefficacia del Contratto Collettivo

La Suprema Corte ha inoltre sottolineato un principio fondamentale: i contratti collettivi non possono modificare o derogare a norme di legge che disciplinano i rapporti previdenziali, a meno che non siano espressamente autorizzati a farlo dalla legge stessa. Poiché la base di calcolo del TFS è definita da una norma imperativa, qualsiasi disposizione contrattuale che preveda l’inclusione della retribuzione di posizione è da considerarsi inefficace a tal fine.

La Disciplina per gli Assunti prima del 1996

Un altro aspetto cruciale evidenziato è la distinzione operata dalla legge n. 335 del 1995. Solo per i lavoratori assunti a partire dal 1° gennaio 1996, il trattamento di fine servizio è regolato dall’art. 2120 del codice civile (TFR). Per i lavoratori già in servizio al 31 dicembre 1995, come la ricorrente, continua ad applicarsi la precedente disciplina pubblicistica, la cui base di calcolo rimane ancorata all’elencazione tassativa della legge del 1968.

Infine, la Corte ha dichiarato inammissibili gli altri due motivi di ricorso, confermando che la sentenza d’appello era adeguatamente motivata e che la decisione sulle spese di lite rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione consolida un orientamento giuridico di fondamentale importanza per il pubblico impiego. Per i dirigenti degli enti locali assunti prima del 1996, la retribuzione di posizione è esclusa dal calcolo del TFS. La decisione riafferma la rigidità della normativa previdenziale e la prevalenza della legge sulla contrattazione collettiva in questa materia. Questo significa che, nonostante la retribuzione di posizione sia una parte stabile e significativa dello stipendio di un dirigente, essa non contribuisce a determinare l’importo della liquidazione, con evidenti conseguenze economiche per i lavoratori interessati.

La retribuzione di posizione di un dirigente di ente locale va inclusa nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS)?
No. Per i dipendenti assunti prima del 1° gennaio 1996, la Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione di posizione non rientra nella base di calcolo del TFS, poiché non è inclusa nell’elenco tassativo di voci retributive previsto dall’art. 11 della legge n. 152 del 1968.

La contrattazione collettiva può modificare la base di calcolo del TFS definita dalla legge?
No. Secondo la Suprema Corte, i contratti collettivi non possono modificare i rapporti previdenziali, che sono disciplinati da norme legali inderogabili, salvo che una specifica disposizione di legge li autorizzi a farlo. Pertanto, anche se un CCNL inserisce la retribuzione di posizione nella struttura retributiva, ciò non ha effetto ai fini del calcolo del TFS.

Perché la disciplina del TFS è diversa per i lavoratori assunti prima e dopo il 1° gennaio 1996?
La differenza deriva dalla riforma introdotta con la legge n. 335 del 1995. Per i lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 1996, il trattamento di fine servizio è regolato dalle norme del codice civile sul TFR (art. 2120 c.c.). Per i lavoratori già in servizio a quella data, invece, continua ad applicarsi la precedente disciplina pubblicistica, che prevede regole di calcolo diverse e più rigide.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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