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Responsabilità tour operator: la Cassazione decide

Due viaggiatori hanno citato in giudizio un tour operator e una compagnia aerea a seguito di un grave ritardo del volo di ritorno da una vacanza, causato da un guasto tecnico e un atterraggio di emergenza. Il Tribunale aveva condannato solo la compagnia aerea al pagamento della compensazione pecuniaria, escludendo la responsabilità del tour operator. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto le questioni legali di notevole importanza, in particolare riguardo l’estensione della responsabilità tour operator per le mancanze dei fornitori. Per questo motivo, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione definitiva.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Tour Operator per Volo in Ritardo: La Cassazione Fa Chiarezza

Quando si acquista un pacchetto vacanza, l’aspettativa è quella di un’esperienza serena e senza intoppi. Ma cosa succede se il volo di ritorno subisce un grave ritardo, trasformando il rientro in un’odissea? La questione centrale diventa: chi ne risponde? Solo la compagnia aerea o anche l’organizzatore del viaggio? Su questo punto cruciale, che tocca la responsabilità tour operator, la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi, emettendo un’ordinanza che preannuncia una decisione di grande impatto per tutti i viaggiatori.

Il Caso: Vacanza Rovinata da un Rientro da Incubo

Due turisti, al termine del loro soggiorno a Santo Domingo, si preparavano a tornare a casa con un volo compreso nel loro pacchetto turistico. Il rientro, però, si è rivelato un vero e proprio calvario. L’imbarco è stato ritardato di tre ore per un problema a un motore. Una volta in volo, l’aereo ha manifestato un’andatura anomala e scossoni ripetuti, culminati con l’annuncio di un atterraggio di emergenza.

L’aereo è stato costretto a uno scalo tecnico non previsto a Madrid, arrivando a Roma con oltre sette ore di ritardo. I viaggiatori, oltre al disagio, hanno lamentato un grave danno psicologico. Hanno quindi agito in giudizio contro il tour operator e la compagnia aerea per ottenere sia la compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento Europeo 261/2004, sia il risarcimento per i danni ulteriori.

La Decisione del Tribunale e la Limitata Responsabilità Tour Operator

Il Tribunale, pur riconoscendo il diritto dei passeggeri alla compensazione pecuniaria, ha condannato unicamente la compagnia aerea. La corte ha infatti escluso la responsabilità tour operator, sostenendo che l’obbligo di versare l’indennizzo previsto dalla normativa europea sorge ex lege (direttamente dalla legge) in capo al vettore aereo e sarebbe estraneo alla tutela contrattuale offerta dall’organizzatore del viaggio.

Inoltre, il giudice ha respinto le richieste di risarcimento per il danno psicologico e da vacanza rovinata, ritenendole non provate e non rientranti nelle ipotesi di danno non patrimoniale risarcibile per legge.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Insoddisfatti della decisione, i viaggiatori hanno presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Violazione del Codice del Turismo: Hanno sostenuto che il Tribunale avesse erroneamente escluso la responsabilità diretta del tour operator, il quale, secondo l’art. 43 del Codice del Turismo, deve rispondere anche dei danni causati dall’inadempimento dei fornitori di cui si avvale, come la compagnia aerea.
2. Errata Applicazione Normativa: Hanno contestato il richiamo a una norma del Codice del Turismo non ancora in vigore all’epoca dei fatti.
3. Errata Valutazione delle Spese Legali: Hanno lamentato un’ingiusta condanna e una riduzione immotivata delle spese di lite.

Le Motivazioni dell’Ordinanza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria in esame, non ha emesso un verdetto finale sul caso. Tuttavia, ha compiuto un passo fondamentale: ha riconosciuto che le questioni sollevate hanno una ‘rilevanza nomofilattica’. Questo termine tecnico indica che i dubbi interpretativi sulla responsabilità tour operator sono di tale importanza da richiedere un chiarimento definitivo per garantire un’applicazione uniforme della legge in tutto il Paese.

In particolare, il nodo da sciogliere è se l’organizzatore del viaggio debba rispondere direttamente e contrattualmente dei disservizi aerei, anche quando esiste una forma di tutela specifica (la compensazione pecuniaria) a carico della compagnia aerea. La Corte ha quindi deciso di rinviare la causa alla Pubblica Udienza della Terza Sezione Civile. Questa scelta sottolinea la complessità e la rilevanza della materia, che necessita di un approfondito dibattito prima di una pronuncia che farà da precedente per casi futuri.

Conclusioni: Cosa Cambia per i Viaggiatori?

Sebbene questa ordinanza non sia la decisione finale, il suo significato è profondo. La futura sentenza della Corte di Cassazione stabilirà un principio fondamentale: chiarirà se il viaggiatore che subisce un disservizio aereo in un pacchetto ‘tutto compreso’ possa rivolgersi direttamente e unicamente al tour operator per ottenere ogni forma di risarcimento, sia quello standard previsto dall’UE, sia quello per eventuali danni ulteriori (come lo stress o il danno da vacanza rovinata). Una decisione favorevole ai viaggiatori semplificherebbe notevolmente le azioni legali, individuando nell’organizzatore l’unico interlocutore responsabile della buona riuscita dell’intera vacanza, come promesso nel contratto.

Il tour operator è sempre responsabile se il volo di un pacchetto vacanza subisce un grave ritardo?
Questa è la questione centrale che la Corte di Cassazione dovrà decidere. Il Tribunale di merito aveva escluso la responsabilità del tour operator per la compensazione pecuniaria, attribuendola solo alla compagnia aerea. I ricorrenti sostengono invece che il tour operator sia direttamente responsabile per l’inadempimento dei suoi fornitori, come previsto dal Codice del Turismo. La decisione finale chiarirà questo punto.

La compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento UE 261/2004 esclude altri tipi di risarcimento?
No, il Regolamento stesso prevede la possibilità di richiedere un risarcimento supplementare per danni ulteriori. Tuttavia, nel caso specifico, il Tribunale ha ritenuto che il danno psicologico e il disagio per la mancata assistenza non fossero stati provati adeguatamente e non rientrassero nelle categorie di danno non patrimoniale risarcibile secondo il diritto nazionale.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione a una Pubblica Udienza?
La Corte ha ritenuto che le questioni legali sollevate, in particolare quelle relative all’estensione della responsabilità del tour operator, avessero una ‘rilevanza nomofilattica’. Ciò significa che sono questioni di principio importanti per assicurare un’interpretazione uniforme della legge in tutta Italia. Un rinvio a pubblica udienza permette una discussione più approfondita prima di emettere una sentenza che costituirà un precedente importante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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