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Responsabilità solidale somministrazione: PA obbligata

La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità solidale di un’Azienda Sanitaria Pubblica per i crediti retributivi di una lavoratrice somministrata. La Corte ha stabilito che il principio di solidarietà, previsto dal D.Lgs. 276/2003, si applica pienamente anche alla Pubblica Amministrazione, la quale non può liberarsi dall’obbligo verso la lavoratrice semplicemente provando di aver già pagato l’agenzia di somministrazione. L’ordinanza chiarisce che la tutela del lavoratore è prioritaria e l’obbligazione solidale tra agenzia (somministratore) ed ente pubblico (utilizzatore) è una garanzia inderogabile.

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Responsabilità solidale nella somministrazione: anche la PA paga

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale a tutela dei lavoratori: la responsabilità solidale somministrazione si applica anche alla Pubblica Amministrazione. Questo significa che un ente pubblico che si avvale di lavoratori tramite agenzia interinale è obbligato, insieme all’agenzia stessa, a corrispondere salari e contributi, anche se ha già versato il dovuto all’agenzia. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti del caso

Una lavoratrice, impiegata presso un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) tramite un’agenzia per il lavoro, otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento di crediti retributivi non corrisposti, quali ferie non godute, ratei di tredicesima e TFR. L’ASL si opponeva, sostenendo di aver già saldato ogni suo debito nei confronti dell’agenzia fornitrice del personale e che, quindi, non potesse essere considerata debitrice nei confronti della lavoratrice.

Inizialmente, il Tribunale accoglieva l’opposizione dell’ASL. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, confermando la responsabilità solidale dell’ente pubblico. Contro questa sentenza, l’ASL proponeva ricorso in Cassazione.

La questione della responsabilità solidale somministrazione nella PA

Il nodo centrale della controversia era stabilire se il regime di responsabilità solidale somministrazione, previsto dall’art. 23 del D.Lgs. 276/2003, si estendesse anche agli enti pubblici. L’ASL sosteneva che tale meccanismo di garanzia non fosse applicabile ai contratti stipulati dalla Pubblica Amministrazione.

La norma in questione stabilisce che l’utilizzatore (in questo caso, l’ASL) è obbligato in solido con il somministratore (l’agenzia) a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali. Si tratta di una tutela fondamentale per il lavoratore, che può così rivolgersi a entrambi i soggetti per ottenere quanto gli spetta.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’ASL, fornendo una chiara interpretazione della normativa. I giudici hanno affermato che la garanzia della solidarietà è un pilastro del contratto di somministrazione, finalizzato a garantire l’effettività della tutela del lavoratore, e non vi è alcuna ragione per escluderne l’applicazione quando l’utilizzatore è una Pubblica Amministrazione.

La Corte ha specificato che il pagamento effettuato dall’ASL all’agenzia interinale non estingue l’obbligazione nei confronti della lavoratrice. L’obbligazione solidale, infatti, permette al creditore (la lavoratrice) di richiedere l’intera prestazione a ciascuno dei debitori (ASL e agenzia). Il pagamento all’agenzia non libera l’utilizzatore dal suo dovere diretto verso chi ha prestato l’effettiva attività lavorativa.

La Cassazione ha sottolineato come la responsabilità solidale somministrazione derivi direttamente dalla legge, quale garanzia imprescindibile. L’utilizzatore, pubblico o privato che sia, beneficia della prestazione e, pertanto, deve farsi garante del corretto adempimento degli obblighi retributivi e contributivi. La natura pubblica dell’ente non costituisce un’esimente.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di massima importanza. Stabilisce in modo inequivocabile che la Pubblica Amministrazione, quando agisce come utilizzatrice di manodopera in somministrazione, condivide pienamente la responsabilità per i diritti dei lavoratori. Le imprese e i lavoratori che operano in questo settore devono essere consapevoli che la tutela della solidarietà è piena ed effettiva, offrendo al lavoratore una doppia garanzia per il soddisfacimento dei propri crediti. Per gli enti pubblici, ciò implica la necessità di adottare meccanismi di controllo e verifica più stringenti nei confronti delle agenzie di somministrazione per prevenire inadempienze che potrebbero ricadere direttamente su di loro.

Una Pubblica Amministrazione che utilizza lavoratori somministrati è responsabile per il pagamento dei loro stipendi?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’ente pubblico utilizzatore è obbligato in solido con l’agenzia di somministrazione a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali, secondo quanto previsto dall’art. 23, comma 3, del d.lgs. n. 276/2003.

Se l’ente pubblico ha già pagato l’importo dovuto all’agenzia di somministrazione, è liberato da ogni obbligo verso il lavoratore?
No. Il pagamento effettuato all’agenzia non libera l’ente pubblico dalla sua obbligazione solidale nei confronti del lavoratore. Quest’ultimo può ancora agire direttamente contro l’ente utilizzatore per ottenere il pagamento dei suoi crediti retributivi non soddisfatti dall’agenzia.

La disciplina sulla responsabilità solidale nei contratti di somministrazione si applica anche ai contratti stipulati dalla Pubblica Amministrazione?
Sì. La Corte ha chiarito che il regime di solidarietà tra somministratore e utilizzatore, previsto dalla legge a tutela del lavoratore, è pienamente applicabile anche alla Pubblica Amministrazione, senza eccezioni legate alla natura pubblica del committente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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