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Responsabilità solidale: multa annullata alla società

La Corte di Cassazione ha annullato una sanzione pecuniaria inflitta a una società della grande distribuzione. La multa, originata dalla mancata indicazione di provenienza e categoria su alcuni documenti di trasporto, è stata dichiarata illegittima perché l’ordinanza-ingiunzione era stata emessa direttamente contro la società come autrice della violazione, anziché contestarle la corretta responsabilità solidale per l’illecito commesso dal suo legale rappresentante, unica persona fisica sanzionabile.

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Pubblicato il 1 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Solidale: Quando la Multa alla Società è Niente?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha chiarito un principio fondamentale in materia di sanzioni amministrative a carico delle società: l’importanza della corretta imputazione della responsabilità solidale. Questo caso dimostra come un vizio di forma nella contestazione dell’illecito possa portare all’annullamento completo della sanzione, anche quando la violazione materiale è accertata. Analizziamo insieme la vicenda e le sue importanti implicazioni pratiche per le aziende.

I Fatti del Caso: Una Sanzione per Documenti Incompleti

Una nota società operante nella grande distribuzione organizzata si vedeva recapitare un’ordinanza-ingiunzione con cui le veniva comminata una sanzione di oltre 1000 euro. La contestazione riguardava la mancata indicazione, sulle bolle di accompagnamento di alcuni prodotti, della categoria e della provenienza della merce, in violazione di un regolamento comunitario sulla commercializzazione.

La società aveva impugnato la sanzione, ma il Tribunale di merito, in riforma della pronuncia di primo grado, aveva respinto l’opposizione. Secondo il Tribunale, la contestazione era legittima perché l’ordinanza, pur non specificandolo, richiamava un verbale di accertamento in cui la violazione era addebitata al legale rappresentante sia in proprio che in qualità di amministratore della società. Insoddisfatta, l’azienda ricorreva in Cassazione.

La Decisione della Corte e il Principio di Responsabilità Solidale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, ribaltando la decisione del Tribunale e annullando la sanzione. Il punto centrale della decisione ruota attorno a una distinzione cruciale prevista dalla legge (L. 689/81).

L’Errore nella Contestazione

Il problema non risiedeva nella violazione stessa (la mancata indicazione sui documenti), ma nel modo in cui la sanzione era stata formalmente irrogata. L’ordinanza-ingiunzione era stata emessa direttamente a carico della società, indicandola come soggetto sanzionato, senza alcuna ulteriore specificazione. Questo, per la Corte, costituisce un errore insanabile.

La Distinzione tra Autore della Violazione e Obbligato Solidale

La giurisprudenza costante della Cassazione stabilisce che:
1. L’autore materiale di una violazione amministrativa può essere soltanto una persona fisica. Una società, in quanto ente giuridico, non può commettere materialmente l’illecito.
2. La società può essere chiamata a rispondere per la violazione commessa dal suo legale rappresentante o da un suo dipendente, ma non come autrice diretta, bensì a titolo di responsabilità solidale.

Questo significa che l’amministrazione deve prima contestare l’illecito alla persona fisica che lo ha commesso e, separatamente, contestare alla società la sua qualità di obbligata in solido al pagamento della sanzione. Tale qualità deve essere chiaramente indicata nell’ordinanza-ingiunzione.

Le Motivazioni della Sentenza

Nel caso specifico, l’ordinanza si limitava a sanzionare la società S.r.l. senza specificare che la sua responsabilità derivava dal principio di solidarietà previsto dall’art. 6 della L. 689/1981. Nemmeno il richiamo al verbale di accertamento poteva sanare questo vizio, poiché anche in quel documento l’addebito era formulato genericamente nei confronti dell’amministratore “in proprio e quale legale rappresentante”, senza esplicitare la distinta posizione di responsabilità solidale della società. Mancando un’autonoma contestazione rivolta alla società in qualità di corresponsabile solidale, l’intero provvedimento sanzionatorio è stato ritenuto illegittimo.

Le Conclusioni

La pronuncia è di estrema importanza per tutte le aziende. Essa sottolinea che la Pubblica Amministrazione, nell’irrogare sanzioni, deve seguire un iter formale rigoroso. Non è sufficiente identificare una violazione, ma è necessario imputarla correttamente ai soggetti previsti dalla legge. Una sanzione indirizzata direttamente all’ente giuridico come autore dell’illecito, invece che come obbligato in solido per il fatto del proprio rappresentante, è illegittima e può essere annullata con successo. Per le imprese, ciò significa che un’attenta analisi formale dell’ordinanza-ingiunzione ricevuta può rivelare vizi procedurali in grado di invalidare l’intera pretesa sanzionatoria.

Chi può essere considerato l’autore diretto di una violazione amministrativa punita con una sanzione?
Secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, l’autore della violazione e diretto destinatario della sanzione può essere soltanto una persona fisica, e non una società o un ente.

In che modo una società può essere ritenuta responsabile per una violazione commessa dal suo legale rappresentante?
La società può essere chiamata a rispondere ai sensi dell’art. 6 della L. 689/1981 come corresponsabile solidale per il pagamento della sanzione. Questa responsabilità, però, deve essere oggetto di un’autonoma e specifica contestazione nei confronti della società.

Cosa accade se un’ordinanza-ingiunzione viene emessa direttamente contro la società, indicandola come autrice della violazione?
L’ordinanza è illegittima. Come stabilito in questa sentenza, la mancata distinzione tra l’autore materiale (la persona fisica) e l’obbligato solidale (la persona giuridica) costituisce un vizio che porta all’annullamento della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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