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Responsabilità solidale ente: la Cassazione decide

Un Ente Provinciale ha sanzionato un’Azienda Sanitaria per irregolare smaltimento di rifiuti. I tribunali di merito hanno annullato le sanzioni. L’Ente Provinciale ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando la questione della responsabilità solidale dell’ente anche quando la responsabilità della persona fisica inizialmente identificata viene esclusa, ma l’illecito è riconducibile a un altro dipendente. La Corte di Cassazione, riconoscendo l’importanza della questione, ha rimesso la causa a un’udienza pubblica per una decisione approfondita.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Solidale Ente: Azienda Responsabile Anche se si Sbaglia Dipendente?

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha posto un faro su una questione cruciale in materia di sanzioni amministrative: la responsabilità solidale ente. Il caso riguarda la possibilità di sanzionare un’azienda per l’illecito commesso da un suo dipendente, anche quando l’amministrazione ha inizialmente identificato la persona fisica sbagliata come autrice della violazione. La Suprema Corte ha ritenuto la questione così importante da meritarne la discussione in una pubblica udienza.

I Fatti del Caso

Tutto nasce da una serie di ordinanze-ingiunzione emesse da un Ente Provinciale nei confronti di un’Azienda Sanitaria e del suo Direttore Generale. La contestazione riguardava la violazione delle norme sulla compilazione dei formulari per lo smaltimento dei rifiuti. L’Azienda Sanitaria e il Direttore Generale si sono opposti a queste sanzioni davanti al Tribunale.

In primo grado, il Tribunale ha annullato le sanzioni, ritenendo che il vero responsabile della violazione non fosse il Direttore Generale, bensì il Direttore Sanitario. Tuttavia, ha confermato la sanzione nei confronti della sola Azienda Sanitaria, considerata obbligata in solido ai sensi dell’art. 6 della Legge 689/1981.

La Decisione della Corte d’Appello

L’Azienda Sanitaria ha impugnato la decisione del Tribunale. La Corte d’Appello, accogliendo il suo ricorso, ha annullato completamente le sanzioni. Secondo i giudici di secondo grado, una volta esclusa la responsabilità della persona fisica a cui l’illecito era stato originariamente contestato (il Direttore Generale), veniva a mancare il presupposto per affermare la responsabilità solidale dell’ente.

Il Ricorso e la questione della responsabilità solidale ente

L’Ente Provinciale non si è arreso e ha portato la questione davanti alla Corte di Cassazione. Il punto centrale del ricorso è proprio il perimetro della responsabilità solidale ente. La domanda posta ai giudici supremi è la seguente: può un ente essere comunque chiamato a rispondere per la violazione commessa da un suo dipendente, anche se l’amministrazione ha inizialmente sbagliato a individuare la persona fisica responsabile, ma è stato accertato in giudizio che l’illecito è comunque opera di un altro soggetto interno all’organizzazione?

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione ha riconosciuto che la questione sollevata ha un “rilievo nomofilattico”. Ciò significa che la sua risoluzione è di fondamentale importanza per assicurare l’applicazione uniforme della legge in tutto il Paese. Il principio di responsabilità solidale ente, previsto dall’art. 6 della L. 689/1981, stabilisce che l’ente risponde per le violazioni commesse da un suo rappresentante o dipendente nell’esercizio delle proprie funzioni. Il dubbio sorge quando l’accertamento giudiziale corregge l’identificazione dell’autore materiale, pur confermando che l’illecito è avvenuto all’interno della sfera di controllo dell’ente. Invece di decidere la questione nella camera di consiglio, la Corte ha ritenuto opportuno rimettere la causa all’udienza pubblica, dove il dibattito potrà essere più ampio e approfondito, data la portata dei principi coinvolti.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non fornisce una risposta definitiva, ma sospende il giudizio in attesa di una decisione più ponderata. Questa scelta evidenzia la delicatezza e l’importanza del tema. La futura sentenza avrà conseguenze significative per tutte le persone giuridiche, pubbliche e private. Se la Corte dovesse affermare la persistenza della responsabilità solidale ente anche in caso di errore nell’individuazione del dipendente-autore, verrebbe rafforzato il principio secondo cui l’ente è garante della legalità al suo interno, a prescindere da chi, materialmente, commetta la violazione. Si attende quindi con grande interesse la pronuncia della pubblica udienza, che traccerà una linea guida chiara per casi simili in futuro.

Un ente può essere ritenuto responsabile se il dipendente inizialmente accusato dell’illecito viene scagionato?
La Corte di Cassazione non ha ancora dato una risposta definitiva. Ha ritenuto la questione così importante da doverla discutere in un’udienza pubblica, poiché riguarda l’estensione della responsabilità solidale dell’ente quando l’illecito è stato commesso da un altro dipendente, diverso da quello inizialmente identificato.

Cos’è la responsabilità solidale ai sensi della Legge 689/1981?
È il principio per cui un ente (società, azienda, etc.) è obbligato a pagare la sanzione per una violazione commessa da un suo rappresentante o dipendente nell’esercizio delle sue funzioni. L’ente risponde insieme alla persona fisica che ha commesso l’illecito.

Perché la Corte di Cassazione ha rimesso la causa all’udienza pubblica?
La Corte ha ritenuto che la questione avesse un “rilievo nomofilattico”, cioè fosse di fondamentale importanza per garantire un’interpretazione uniforme della legge. Una decisione su questo punto avrà un impatto significativo su molti altri casi, e per questo si è scelto di approfondire la discussione in una sede più solenne come l’udienza pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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