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Responsabilità solidale ente delegato: Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7947/2025, ha stabilito un importante principio in materia di occupazione illegittima di suoli privati da parte della Pubblica Amministrazione. In caso di delega per la realizzazione di opere pubbliche, la responsabilità solidale per i danni derivanti dall’illecito non ricade solo sull’ente delegante (es. un Comune), ma anche sull’ente delegato (es. un’azienda per l’edilizia) che ha materialmente eseguito l’occupazione. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente escluso la legittimazione passiva dell’ente delegato, affermando che chi compie materialmente l’atto illecito è sempre tenuto a risponderne.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità solidale ente delegato: Chi paga per l’occupazione illegittima?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un tema cruciale in materia di espropriazioni per pubblica utilità: la responsabilità solidale dell’ente delegato in caso di occupazione illegittima di un suolo. La decisione chiarisce che quando un’opera pubblica viene realizzata da un soggetto delegato, quest’ultimo non può sottrarsi al risarcimento dei danni per l’illecita apprensione del bene, anche se agiva per conto di un altro ente pubblico.

I Fatti del Caso: Occupazione sine titulo e la Delega Amministrativa

La vicenda trae origine da un’occupazione d’urgenza di un terreno privato disposta quasi quarant’anni fa per la costruzione di case popolari. Un Comune aveva delegato un’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica (Aterp) alla realizzazione dell’opera e alla gestione della procedura espropriativa. Tuttavia, il decreto di esproprio definitivo non è mai stato emesso, trasformando l’occupazione, inizialmente legittima, in un’occupazione illegittima e quindi in un fatto illecito che ha causato un danno ai proprietari del suolo.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna all’Assoluzione in Appello

I proprietari del terreno hanno agito in giudizio per ottenere il risarcimento del danno. In primo grado, il Tribunale ha condannato l’Azienda territoriale a risarcire i proprietari, ritenendola responsabile dell’illecito. La Corte d’Appello, però, ha ribaltato la decisione. Accogliendo la tesi difensiva dell’Azienda, i giudici di secondo grado hanno affermato che l’unico soggetto tenuto a indennizzare i proprietari fosse il Comune, in qualità di ente delegante e beneficiario finale dell’espropriazione. Secondo questa interpretazione, l’Azienda era priva di ‘legittimazione passiva’, ovvero non era il soggetto corretto da citare in giudizio per tale richiesta.

La questione della composizione del collegio

I ricorrenti avevano anche sollevato una questione sulla legittimità della composizione del collegio della Corte d’Appello, che includeva un consigliere ausiliario. La Cassazione ha rapidamente respinto questo motivo, richiamando una precedente sentenza della Corte Costituzionale che ha già dichiarato la piena legittimità di tale figura.

L’Analisi della Cassazione e la Responsabilità Solidale Ente Delegato

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nell’analisi del secondo motivo di ricorso, incentrato sulla violazione dell’art. 60 della legge n. 865/1971. La Cassazione ha ritenuto questo motivo fondato, smontando la tesi della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno operato una distinzione fondamentale: un conto è l’indennizzo per un’espropriazione legittima (che grava sul beneficiario dell’esproprio), un altro è il risarcimento per un fatto illecito come l’occupazione illegittima.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha stabilito che l’illecito consistente nell’occupazione illegittima è ascrivibile innanzitutto al soggetto che ne è stato l’autore materiale. Nel caso di specie, l’Azienda territoriale, avendo materialmente occupato il suolo e realizzato l’opera senza che la procedura ablativa si concludesse, ha commesso un illecito. La delega ricevuta dal Comune non la esime da questa responsabilità. La Corte d’Appello ha commesso un errore confondendo la domanda di risarcimento del danno da illecito con quella di indennizzo per l’occupazione legittima. Poiché l’occupazione era divenuta illegittima sin dall’inizio, la responsabilità per il danno conseguente ricade su chi ha posto in essere la condotta dannosa. Pertanto, sussiste una responsabilità solidale dell’ente delegato insieme a quella dell’ente delegante. L’illecito non è riferibile solo alla Pubblica Amministrazione delegante, ma anche a quella delegata, che va qualificata come autore materiale del fatto dannoso.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti conseguenze pratiche. I proprietari di beni illegittimamente occupati dalla Pubblica Amministrazione possono agire per il risarcimento del danno non solo nei confronti dell’ente che ha ordinato l’esproprio (delegante), ma anche verso il soggetto che ha materialmente eseguito l’occupazione (delegato). Questo amplia le tutele per il privato cittadino, che può contare su una responsabilità solidale dell’ente delegato, il quale non potrà più nascondersi dietro la delega ricevuta per sfuggire alle proprie responsabilità per gli atti illeciti commessi.

Chi risponde per i danni da occupazione illegittima in caso di delega amministrativa?
Secondo la Corte di Cassazione, rispondono solidalmente sia l’ente delegante (es. il Comune) sia l’ente delegato che ha materialmente compiuto l’occupazione. L’illecito è ascrivibile a quest’ultimo in quanto autore materiale del fatto dannoso.

Perché la Corte d’Appello aveva escluso la responsabilità dell’ente delegato?
La Corte d’Appello aveva erroneamente confuso la domanda di risarcimento del danno da fatto illecito (occupazione illegittima) con il diritto all’indennizzo per un’espropriazione legittima, ritenendo che solo l’ente beneficiario finale dell’opera fosse tenuto a pagare.

La presenza di un consigliere ausiliario nel collegio giudicante rende nulla la sentenza?
No. La Corte di Cassazione ha rigettato questa eccezione, confermando la legittimità della composizione del collegio anche con la presenza di magistrati onorari, sulla base di una precedente e consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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