LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità solidale appalti: la Cassazione chiarisce

Una lavoratrice impiegata in un appalto di ristorazione ha citato in giudizio sia la società committente che l’appaltatrice e la sua datrice di lavoro per ottenere il pagamento di TFR, ferie e permessi non goduti. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2615/2025, ha stabilito che la responsabilità solidale appalti pubblici, disciplinata dal D.Lgs. 163/2006, si applica anche alle indennità per ferie e permessi. La Corte ha chiarito che invocare in appello una norma diversa da quella del primo grado (in questo caso, l’art. 118 del Codice Appalti invece dell’art. 29 del D.Lgs. 276/2003) non costituisce una domanda nuova, se i fatti alla base della richiesta restano invariati, in virtù del principio iura novit curia.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Solidale negli Appalti: Più Tutele per i Lavoratori

La responsabilità solidale appalti è un pilastro fondamentale per la tutela dei lavoratori coinvolti in catene di subappalto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha rafforzato questo principio, chiarendo l’ambito di applicazione delle diverse normative e il potere del giudice di qualificare correttamente la domanda. Vediamo insieme cosa è stato deciso e quali sono le implicazioni pratiche per dipendenti e aziende.

Il Caso: Una Lavoratrice contro la Filiera dell’Appalto

Una lavoratrice, impiegata da una cooperativa, svolgeva mansioni di ristorazione e logistica a bordo treno. Questo servizio era parte di un complesso appalto pubblico, affidato da una grande azienda di trasporti a una società di ristorazione, che a sua volta aveva subappaltato parte delle attività a un consorzio, del quale faceva parte la cooperativa datrice di lavoro.

A seguito della mancata corresponsione di parte delle sue spettanze, tra cui TFR, indennità per ferie e permessi non goduti, la lavoratrice ha citato in giudizio tutte le società della filiera, chiedendo che fossero condannate in solido al pagamento di quanto dovuto.

I giudici di primo e secondo grado avevano riconosciuto la responsabilità solidale solo per il TFR, basandosi sull’art. 29 del D.Lgs. 276/2003, escludendo però le indennità per ferie e permessi, ritenute di natura risarcitoria e quindi fuori dall’ambito di applicazione di tale norma.

La Controversia sulla responsabilità solidale appalti

Il cuore del problema portato davanti alla Cassazione era procedurale e sostanziale. La lavoratrice, nel suo ricorso in appello, aveva invocato una norma diversa, l’art. 118, comma 6, del D.Lgs. 163/2006 (il vecchio Codice degli Appalti Pubblici), che prevede una tutela più ampia. La Corte d’Appello aveva considerato questa richiesta una “domanda nuova” e, pertanto, inammissibile.

La difesa della lavoratrice sosteneva che, pur cambiando il riferimento normativo, i fatti alla base della richiesta (il rapporto di lavoro, l’appalto, le somme non pagate) erano rimasti identici. Non si trattava quindi di una domanda nuova, ma di una diversa qualificazione giuridica della stessa pretesa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della lavoratrice, cassando la sentenza d’appello e stabilendo principi di diritto di notevole importanza.

Il Principio Iura Novit Curia

Il punto centrale della decisione è il richiamo al principio iura novit curia (il giudice conosce le leggi), sancito dall’art. 113 c.p.c. La Corte ha affermato che il giudice ha il potere e il dovere di individuare la norma corretta da applicare al caso concreto, indipendentemente da quella indicata dalla parte. L’importante è che non vengano alterati i fatti posti a fondamento della domanda (causa petendi) né l’oggetto della richiesta (petitum). Nel caso di specie, la lavoratrice chiedeva sempre il pagamento delle medesime somme per le stesse ragioni; cambiare il fondamento normativo non significa cambiare la domanda.

Concorso di Norme e Applicazione del Codice Appalti

La Suprema Corte ha ribadito che la disciplina dell’art. 29 del D.Lgs. 276/2003 e quella dell’art. 118 del D.Lgs. 163/2006 possono concorrere. Poiché si trattava di un appalto di servizi pubblici essenziali, stipulato nel 2013, la normativa applicabile ratione temporis era proprio quella del vecchio Codice degli Appalti. Questa norma prevede una responsabilità solidale appalti più estesa, che include tutti gli obblighi retributivi e contributivi, senza escludere le indennità per ferie e permessi.

L’applicazione di questa norma non rappresenta un mutamento della domanda, poiché i fatti dedotti fin dal primo ricorso (l’esistenza di un appalto pubblico, la filiera delle società, le prestazioni lavorative) erano sufficienti per inquadrare la fattispecie anche sotto la lente del Codice degli Appalti.

Conclusioni: Cosa Cambia per Lavoratori e Aziende

Questa sentenza rafforza significativamente la posizione dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici. Le conclusioni principali sono:

1. Maggiore Tutela: La responsabilità solidale appalti pubblici si estende a tutte le spettanze retributive, comprese le indennità sostitutive di ferie e permessi, garantendo al lavoratore una maggiore probabilità di recuperare i propri crediti.
2. Dovere del Giudice: Il giudice deve applicare la normativa più pertinente al caso, anche se non espressamente richiamata dalla parte, purché i fatti rimangano gli stessi. Questo riduce il rischio che un errore nell’inquadramento giuridico iniziale possa pregiudicare i diritti del lavoratore.
3. Responsabilità per le Committenti: Le aziende committenti e appaltatrici in appalti pubblici devono esercitare una vigilanza ancora più attenta sulla regolarità contributiva e retributiva dell’intera filiera, poiché la loro responsabilità è più ampia di quella prevista dalla normativa generale sugli appalti privati.

Chiedere l’applicazione di una legge diversa in appello costituisce una domanda nuova e inammissibile?
No, secondo la Corte di Cassazione, non costituisce una domanda nuova e inammissibile se i fatti posti a fondamento della richiesta e l’oggetto della stessa restano invariati. In base al principio iura novit curia, il giudice ha il potere-dovere di qualificare giuridicamente la domanda e individuare la norma corretta da applicare.

La responsabilità solidale negli appalti pubblici copre anche le indennità per ferie e permessi non goduti?
Sì. La sentenza chiarisce che la responsabilità solidale prevista dall’art. 118, comma 6, del D.Lgs. 163/2006 (vecchio Codice degli Appalti Pubblici) si estende a tutti gli obblighi retributivi, includendo anche le indennità sostitutive per ferie e permessi, a differenza del regime più restrittivo previsto dall’art. 29 del D.Lgs. 276/2003.

Quale normativa sulla responsabilità solidale si applica se il contratto di appalto è stato stipulato prima del nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 50/2016)?
Per i contratti di appalto pubblico stipulati prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 50/2016 (avvenuta il 19 aprile 2016), si applica la disciplina del precedente Codice, ovvero il D.Lgs. 163/2006. In questo caso specifico, essendo il contratto del 2013, la norma di riferimento era l’art. 118 di tale decreto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati