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Responsabilità sinistro animale: la divisione delle colpe

Una recente sentenza della Corte d’Appello analizza un caso di sinistro stradale tra un furgone e un bovino incustodito. La Corte conferma la divisione della responsabilità (70% al proprietario dell’animale, 30% al conducente), ma riforma la quantificazione del danno escludendo l’IVA, non dovuta alla società danneggiata in quanto detraibile. Questo caso chiarisce i principi sulla responsabilità in un sinistro con animale e sul calcolo del risarcimento.

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Pubblicato il 21 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Sinistro Animale: Come la Corte Divide la Colpa tra Conducente e Proprietario

L’attraversamento improvviso di animali sulla carreggiata è una delle cause più frequenti di incidenti stradali, sollevando complesse questioni legali. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Cagliari offre un’analisi dettagliata su come viene ripartita la responsabilità in un sinistro con animale, applicando i principi codicistici e l’interpretazione della giurisprudenza. Questo caso specifico, che vede contrapposti il proprietario di un bovino e una società proprietaria di un furgone, chiarisce non solo la divisione delle colpe ma anche aspetti cruciali sulla quantificazione del risarcimento, come l’esclusione dell’IVA per le imprese.

I Fatti del Caso: L’incidente tra il Furgone e il Bovino

Alle prime luci dell’alba, un furgone di proprietà di una società, mentre percorreva una strada statale, si è scontrato violentemente con un bovino che aveva invaso improvvisamente la carreggiata. L’animale, di proprietà di un allevatore locale, era stato lasciato incustodito. A seguito dell’impatto, la società ha citato in giudizio l’allevatore per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal veicolo, quantificati in costi di riparazione, recupero del mezzo e fermo tecnico.

L’allevatore si è difeso sostenendo che la responsabilità fosse del conducente del furgone, che non avrebbe tenuto una condotta di guida adeguata alla situazione di scarsa visibilità e alla presenza di segnaletica di pericolo. Inoltre, ha presentato una domanda riconvenzionale per il risarcimento del valore del bovino deceduto nell’incidente.

La Decisione di Primo Grado: Un Concorso di Colpa al 70/30

Il Tribunale di Cagliari ha concluso per un concorso di colpa. Ha attribuito il 70% della responsabilità al proprietario dell’animale, per aver violato l’obbligo di custodia (art. 2052 c.c.), e il restante 30% al conducente del veicolo (e di conseguenza alla società proprietaria), per non aver provato di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno (art. 2054 c.c.). Il giudice ha ritenuto che il conducente avrebbe dovuto moderare ulteriormente la velocità, data la scarsa visibilità e la segnaletica stradale che indicava possibili pericoli.

I Motivi dell’Appello e la Responsabilità nel Sinistro con Animale

Il proprietario dell’animale ha impugnato la sentenza, basando il suo appello su tre motivi principali.

La Difesa del Proprietario dell’Animale

L’appellante sosteneva che la responsabilità dovesse essere attribuita esclusivamente al conducente del furgone. A suo dire, l’assenza di tracce di frenata e la violenza dell’impatto dimostravano una velocità non adeguata, rendendo la presenza dell’animale un evento non imprevedibile che una guida prudente avrebbe potuto evitare.

La Questione del Risarcimento IVA

In secondo luogo, l’appellante ha contestato la liquidazione del danno, sostenendo che il Tribunale avesse erroneamente incluso l’IVA nei costi di riparazione. Essendo la società danneggiata un’impresa commerciale, essa avrebbe avuto diritto a detrarre l’IVA, e il suo risarcimento avrebbe costituito un ingiustificato arricchimento.

Le Motivazioni della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha parzialmente accolto l’impugnazione, fornendo importanti chiarimenti su entrambi i fronti.

La Conferma del Concorso di Colpa

Sul primo punto, la Corte ha rigettato il motivo d’appello e confermato la ripartizione di responsabilità stabilita in primo grado. Citando consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione, ha ribadito che in caso di scontro tra un veicolo e un animale si applicano due presunzioni di responsabilità: quella a carico del proprietario dell’animale (art. 2052 c.c.) e quella a carico del conducente del veicolo (art. 2054 c.c.). Entrambe le parti hanno l’onere di superare la presunzione a proprio carico. Il proprietario deve provare il ‘caso fortuito’, mentre il conducente deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l’incidente. In assenza di prove sufficienti da entrambe le parti, il concorso di colpa è la soluzione corretta, e la ripartizione 70/30 è stata ritenuta equa e ragionevole.

L’Accoglimento del Motivo sull’IVA: un Principio Cruciale

Sul secondo punto, la Corte ha dato ragione all’appellante. Ha stabilito che il risarcimento del danno patrimoniale deve ristorare la perdita effettivamente subita, senza arricchire il danneggiato. Poiché la società proprietaria del furgone aveva il diritto di detrarre l’IVA pagata per le riparazioni, tale importo non costituiva un costo effettivo. Di conseguenza, la Corte ha ricalcolato il danno dovuto alla società escludendo l’importo dell’IVA, riducendo così la somma finale che l’appellante era tenuto a pagare.

Le Conclusioni: Principi Stabiliti e Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida due principi fondamentali. Primo, la responsabilità per un sinistro con animale è quasi sempre concorrente, a meno che una delle parti non riesca a fornire una prova liberatoria piena e rigorosa. La colpa del proprietario per la mancata custodia è considerata tendenzialmente più grave, ma non esclude quella del conducente se la sua guida non è stata impeccabilmente prudente. Secondo, nel calcolo del risarcimento per danni a beni strumentali di un’impresa, l’IVA non deve essere inclusa se l’azienda ha diritto alla sua detrazione. Questa decisione sottolinea l’importanza di un’analisi precisa non solo della dinamica dell’incidente, ma anche della natura giuridica e fiscale dei soggetti coinvolti per una corretta liquidazione del danno.

In caso di incidente tra un veicolo e un animale, di chi è la colpa?
La responsabilità è generalmente concorrente tra il proprietario dell’animale e il conducente del veicolo. Sulla base degli articoli 2052 e 2054 del Codice Civile, esiste una presunzione di colpa per entrambi. Il proprietario è responsabile per i danni causati dall’animale a meno che non provi il ‘caso fortuito’, mentre il conducente è responsabile se non dimostra di aver fatto tutto il possibile per evitare l’incidente. Nel caso specifico, la colpa è stata ripartita al 70% a carico del proprietario e al 30% a carico del conducente.

Il risarcimento del danno per la riparazione di un veicolo aziendale deve includere l’IVA?
No, se l’azienda danneggiata ha diritto alla detrazione dell’IVA. La sentenza stabilisce che il risarcimento deve coprire solo il danno effettivo subito. Poiché un’impresa può recuperare l’IVA versata sulle riparazioni attraverso il meccanismo della detrazione, includerla nel risarcimento costituirebbe un ingiustificato arricchimento. Pertanto, l’importo dell’IVA deve essere escluso dal calcolo del danno risarcibile.

Cosa deve dimostrare il conducente per non essere ritenuto responsabile in un incidente con un animale?
Il conducente deve fornire la prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno, come richiesto dall’art. 2054 del Codice Civile. Ciò significa dimostrare di aver tenuto una condotta di guida pienamente rispettosa della segnaletica stradale e adeguata allo stato dei luoghi (es. scarsa visibilità, curve, presenza di cartelli di pericolo). Nel caso esaminato, il conducente non è riuscito a fornire questa prova, venendo così ritenuto corresponsabile per il 30%.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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