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Responsabilità servizio postale: la Cassazione decide

Una società lamentava la mancata consegna di numerosi plichi assicurati da parte di un operatore postale, chiedendo il risarcimento per il valore della merce. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d’appello, ha stabilito che la responsabilità del servizio postale non è più limitata da un’immunità, ma è soggetta alle normali regole contrattuali. Tuttavia, per ottenere il risarcimento del danno emergente (il valore della merce persa), non è sufficiente una mera allegazione, ma è necessario fornire una prova rigorosa del suo effettivo valore commerciale, onere che nel caso di specie non è stato assolto. La Corte ha così rigettato il ricorso, condannando la società mittente al solo rimborso delle spese di spedizione.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Servizio Postale: Provare il Danno è Cruciale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un tema di grande rilevanza pratica: la responsabilità del servizio postale per la mancata consegna della corrispondenza assicurata. La decisione chiarisce un punto fondamentale: anche se l’operatore postale risponde del suo inadempimento secondo le regole generali, spetta al mittente l’onere di provare in modo rigoroso il valore effettivo della merce smarrita per ottenerne il risarcimento. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore televisivo citava in giudizio il principale fornitore di servizi postali nazionale. Il motivo? La mancata consegna a destinazione di 254 plichi assicurati contenenti altrettante smart card, per un valore commerciale dichiarato di oltre 55.000 Euro. La società chiedeva quindi la condanna dell’operatore postale al pagamento di una cospicua somma a titolo di risarcimento, che includeva non solo il valore delle smart card (danno emergente), ma anche le spese di spedizione, il danno da perdita di opportunità contrattuali (lucro cessante) e il danno all’immagine aziendale.

Il Percorso Giudiziario

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda, condannando l’operatore postale a risarcire il valore delle smart card e le spese di spedizione, ritenendo provato il danno emergente. Rigettava, invece, le ulteriori richieste per mancanza di prove.

Contro questa decisione, il fornitore del servizio postale proponeva appello, sostenendo che la sua responsabilità fosse limitata a specifici indennizzi previsti dalla normativa di settore e che, in ogni caso, il Tribunale avesse liquidato un danno non effettivamente provato dalla società mittente. La Corte d’Appello ribaltava la sentenza di primo grado: accoglieva l’appello principale e, pur riconoscendo l’inadempimento, condannava l’operatore postale al pagamento del solo importo relativo alle spese di spedizione. La motivazione della Corte territoriale era netta: la società mittente non aveva fornito alcuna prova concreta del valore commerciale effettivo delle smart card andate perdute.

Le Motivazioni della Cassazione sulla responsabilità del servizio postale

La società, insoddisfatta, ricorreva in Cassazione. La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato, confermando la decisione d’appello e offrendo chiarimenti cruciali sulla materia.

1. Superamento dell’Immunità Postale: La Cassazione ribadisce un principio ormai consolidato, anche grazie a precedenti interventi della Corte Costituzionale. È superato il vecchio regime di immunità che esonerava l’ente postale da responsabilità per disservizi. Oggi, la responsabilità del servizio postale per mancato o tardivo recapito è una responsabilità contrattuale a tutti gli effetti, disciplinata dall’art. 1218 del codice civile.

2. L’Onere della Prova: Il punto centrale della decisione riguarda l’onere della prova. Sebbene l’operatore postale sia tenuto a rispondere del proprio inadempimento, spetta al creditore (il mittente) non solo allegare l’inadempimento, ma soprattutto provare il danno-conseguenza che ne è derivato. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato che, al di là di una generica allegazione, la società non aveva prodotto alcun elemento probatorio (documenti, perizie, ecc.) in grado di dimostrare l’effettivo “valore commerciale” delle smart card. La semplice dichiarazione fatta in citazione non era sufficiente.

3. Distinzione tra Indennizzo e Risarcimento: La Corte ha colto l’occasione per chiarire la differenza fondamentale tra l’indennizzo previsto dalla normativa postale (come il d.P.R. 156/1973) e il risarcimento del danno. L’indennizzo è una tutela minima, spesso forfettaria, che non esclude il diritto del cliente di agire in giudizio per ottenere il risarcimento integrale del danno subito. Tuttavia, per ottenere tale risarcimento, è indispensabile fornire la prova completa della perdita economica subita. L’uno non si sostituisce all’altro, e il diritto al risarcimento pieno non è automatico ma subordinato a un preciso onere probatorio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame offre una lezione importante per tutte le aziende e i privati che si affidano a servizi di spedizione. Se da un lato è un diritto ottenere tutela in caso di disservizio, dall’altro è un dovere prepararsi a dimostrare con precisione e rigore l’entità del danno subito. Non basta dichiarare un valore: è necessario essere in grado di sostenerlo in giudizio con prove concrete e documentali. La decisione della Cassazione rafforza il principio che nel processo civile non ci si può basare su mere affermazioni. Per veder riconosciuto il proprio diritto al risarcimento integrale, è fondamentale una solida e incontestabile dimostrazione dei fatti, in particolare del valore economico del bene perduto.

Il fornitore del servizio postale è sempre responsabile in caso di mancata consegna?
Sì, in caso di mancato recapito di una lettera raccomandata o assicurata, è configurabile una responsabilità risarcitoria a titolo contrattuale dell’operatore postale. Il vecchio regime di immunità è stato superato e si applicano le regole generali sull’inadempimento contrattuale.

Qual è la differenza tra risarcimento del danno e indennizzo previsto dalla normativa postale?
L’indennizzo è una somma, spesso limitata e predeterminata, prevista dalla normativa di settore come tutela minima per casi come la perdita della spedizione. Il risarcimento del danno, invece, mira a ristorare integralmente la perdita subita dal cliente, ma per ottenerlo è necessario agire in giudizio e provare l’esatta entità del danno.

Per ottenere il risarcimento del valore della merce smarrita, basta dichiararne il valore?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, una semplice allegazione o dichiarazione del valore non costituisce una prova. Il mittente che chiede il risarcimento del danno emergente ha l’onere di fornire elementi probatori concreti e documentali che dimostrino l’effettivo valore commerciale della merce andata perduta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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