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Responsabilità revisore: la Cassazione chiarisce

Una società di revisione, sanzionata dall’autorità di vigilanza per un giudizio positivo su un bilancio di una compagnia assicurativa, aveva ottenuto l’annullamento della sanzione in Appello. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’autorità. La sentenza chiarisce l’estensione della responsabilità del revisore, affermando che il suo giudizio sulla congruità della riserva sinistri non è puramente discrezionale, ma deve ancorarsi a precisi criteri normativi di prudenza e verità, includendo la valutazione della “soglia di significatività” degli errori.

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Responsabilità revisore: la Cassazione fissa i paletti sulla valutazione della riserva sinistri

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7435 del 2024, ha delineato con precisione i confini della responsabilità del revisore contabile, in un caso che vedeva contrapposte un’importante società di revisione e l’Autorità di vigilanza del mercato finanziario. La decisione chiarisce che il giudizio del revisore sulla congruità delle poste di bilancio, in particolare della riserva sinistri di una compagnia assicurativa, non può basarsi su una generica ‘ragionevolezza’, ma deve essere ancorato a solidi principi normativi di prudenza, verità e significatività.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una sanzione amministrativa irrogata dall’Autorità di Vigilanza a una società di revisione. L’accusa era di aver rilasciato un giudizio positivo senza rilievi sul bilancio 2010 di una compagnia di assicurazioni, nonostante una presunta violazione dei principi di revisione nella valutazione della riserva sinistri per i rami r.c. auto e natanti.

La società di revisione si era opposta alla sanzione e la Corte di Appello le aveva dato ragione, annullando la delibera dell’Autorità. Secondo i giudici di secondo grado, la condotta della società era stata diligente e corretta. La Corte territoriale aveva ritenuto che il revisore fosse tenuto a chiedere una rettifica della stima contabile solo in presenza di una differenza ‘non ragionevole’ con la propria valutazione, e che non fosse applicabile il criterio della ‘soglia di significatività’.

Contro questa decisione, l’Autorità di vigilanza ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un’errata interpretazione delle norme e dei principi che governano l’attività di revisione legale.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Responsabilità del Revisore

La Suprema Corte ha accolto i motivi principali del ricorso, cassando la sentenza della Corte di Appello e rinviando la causa per un nuovo esame. La Cassazione ha stabilito che la valutazione della Corte di Appello era viziata da errori di diritto nel definire la portata e la funzione dell’attività del revisore.

Il fulcro della decisione risiede nell’affermazione che il giudizio del revisore non è insindacabile, né può fondarsi su un vago criterio di ‘ragionevolezza’. Al contrario, deve essere riempito di contenuti precisi, derivanti dalla normativa di settore e dai principi contabili.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato il proprio ragionamento su tre pilastri fondamentali, che ridefiniscono la responsabilità del revisore.

Il Principio di Ragionevolezza e i Doveri di Prudenza

La Cassazione ha criticato la sentenza d’appello per aver valutato la condotta del revisore sulla base di un generico parametro di ‘ragionevolezza’ della differenza tra stima e valore iscritto a bilancio, senza ancorarlo ai principi cardine di verità e prudenza. La riserva sinistri, sottolinea la Corte, è una delle voci più importanti del bilancio di un’assicurazione, in quanto rappresenta l’impegno futuro della compagnia verso assicurati e danneggiati. Pertanto, la sua valutazione deve essere improntata alla massima prudenza, come prescritto dal Codice delle Assicurazioni Private (d.lgs. n. 209/2005). Un’applicazione superficiale del criterio di ragionevolezza, slegata da questi doveri, non è sufficiente a comprovare la correttezza dell’operato del revisore.

L’Applicabilità della ‘Soglia di Significatività’

Un altro punto cruciale è il rigetto, da parte della Corte d’Appello, del principio della ‘soglia di significatività’ (materiality). La Cassazione ha chiarito che questo criterio, previsto dal principio di revisione n. 320, è essenziale. Esso definisce l’importo sotto il quale un errore di bilancio non influenzerebbe le decisioni di un terzo. Contrariamente a quanto stabilito in appello, la Suprema Corte afferma che il revisore deve utilizzare questo principio per valutare la rilevanza degli scostamenti riscontrati. Ignorare la soglia di significatività significa privare il controllo di uno strumento fondamentale per giudicare l’impatto degli errori sul bilancio nel suo complesso.

Il Ruolo dell’Attuario e l’Acquisizione della Documentazione

Infine, la Corte ha dato peso al fatto che la società di revisione avesse emesso il proprio giudizio sul bilancio prima di aver ricevuto la relazione analitica dell’attuario revisore. La relazione era stata trasmessa solo in bozza e in data successiva. La Cassazione ha ritenuto che gli incontri informali tra le parti non potessero sostituire l’analisi di un documento scritto e dettagliato, che costituisce un elemento essenziale per la valutazione del revisore. L’omesso esame di tale documento prima dell’emissione del giudizio finale costituisce un’incongruenza procedurale e una violazione dei doveri di diligenza.

Le Conclusioni

La sentenza n. 7435/2024 rafforza in modo significativo il ruolo e la responsabilità del revisore legale. Emerge un quadro in cui l’attività di revisione, specialmente in settori delicati come quello assicurativo, non ammette scorciatoie o valutazioni approssimative. Il revisore deve svolgere un controllo approfondito, basato su criteri normativi stringenti come la prudenza e la significatività, e deve fondare il proprio giudizio su una documentazione completa e tempestiva. Questa pronuncia rappresenta un monito per tutti gli operatori del settore, ribadendo che la funzione di controllo è una garanzia essenziale per la stabilità e la trasparenza del mercato.

Qual è il criterio principale che un revisore deve seguire nel valutare la riserva sinistri di una compagnia assicurativa?
Il revisore non deve basarsi su un generico concetto di ‘ragionevolezza’, ma deve applicare rigorosamente i principi di verità e prudenza, come richiesto dalla normativa di settore, per valutare la congruità della riserva iscritta a bilancio.

Il principio della ‘soglia di significatività’ si applica alla valutazione del revisore?
Sì, la Corte di Cassazione ha affermato che la ‘soglia di significatività’ (o materiality) è un criterio espressamente previsto dai principi di revisione e deve essere utilizzato dal revisore per valutare l’impatto e la rilevanza degli errori o degli scostamenti riscontrati rispetto al bilancio nel suo complesso.

Sono sufficienti degli incontri informali con l’attuario per formare il giudizio del revisore?
No. La Corte ha stabilito che gli incontri, per quanto utili, non possono sostituire l’acquisizione e l’analisi formale della relazione analitica scritta dell’attuario. Questo documento è un elemento essenziale che deve essere esaminato dal revisore prima di emettere il proprio giudizio sul bilancio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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