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Responsabilità randagismo: onere prova del Comune

Un automobilista subisce danni alla propria vettura a causa di un impatto con un cane randagio. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5339/2024, conferma la condanna del Comune al risarcimento, delineando un importante principio sulla responsabilità per randagismo. Viene stabilito che, una volta individuato l’ente preposto al controllo del fenomeno (il Comune, in base alla legge regionale), spetta a quest’ultimo dimostrare di aver predisposto un servizio adeguato ed efficiente per la cattura degli animali. In assenza di tale prova, la responsabilità dell’ente per i danni occorsi è presunta.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità randagismo: la Cassazione delinea l’onere della prova a carico del Comune

L’incidente stradale causato da un animale randagio è una situazione purtroppo comune, che solleva complessi interrogativi sulla ripartizione delle colpe. A chi spetta risarcire i danni? La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 5339 del 28 febbraio 2024, offre chiarimenti fondamentali sulla responsabilità randagismo, ponendo un accento cruciale sugli obblighi della Pubblica Amministrazione. La pronuncia stabilisce che il Comune, quale ente preposto al controllo del fenomeno, ha l’onere di dimostrare di aver agito con diligenza, e la sua inerzia può costare cara.

I Fatti del Caso

Un automobilista, mentre era alla guida della sua vettura, si è trovato improvvisamente di fronte un cane di grossa taglia che attraversava la carreggiata. Nonostante il tentativo di sterzata, l’impatto è stato inevitabile, causando danni al veicolo. Il conducente ha quindi citato in giudizio il Comune, la Provincia (oggi Città Metropolitana) e l’Azienda Sanitaria Provinciale, chiedendo il risarcimento dei danni subiti e attribuendo loro l’esclusiva responsabilità per l’accaduto.
Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello hanno dato ragione all’automobilista, condannando il Comune e l’ASP in solido al pagamento dei danni. I giudici di merito hanno ritenuto che la responsabilità dell’ente locale derivasse dalla mancata adozione di misure idonee a prevenire e controllare il fenomeno del randagismo, un obbligo imposto dalla legge a tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica.

La Questione Giuridica e la responsabilità per randagismo

Il Comune, non accettando la condanna, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo due motivi principali. In primo luogo, lamentava la violazione dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito), poiché la sua responsabilità era stata affermata senza che l’attore avesse fornito alcuna prova di una specifica condotta colposa a suo carico. In secondo luogo, contestava l’errata applicazione di un principio di responsabilità oggettiva, simile a quello previsto dall’art. 2051 c.c. (danno da cose in custodia), che prescinde dalla colpa.
La Suprema Corte ha respinto entrambi i motivi, cogliendo l’occasione per fare il punto sulla natura della responsabilità randagismo. I giudici hanno ribadito che la fattispecie non rientra nell’ambito della responsabilità per danno cagionato da animali (art. 2052 c.c.), che presuppone un rapporto di proprietà o custodia, ma in quello della responsabilità per fatto illecito ex art. 2043 c.c., basata sul principio di colpa.

Le Motivazioni della Decisione: L’Onere della Prova

Il cuore della sentenza risiede nella precisa delineazione dell’onere della prova. La Corte ha stabilito che, per accertare la responsabilità, è necessario seguire un percorso logico-giuridico preciso.
1. Individuazione dell’Ente Competente: Il primo passo è identificare, sulla base della normativa nazionale e regionale, quale ente pubblico ha il compito di gestire il fenomeno del randagismo. Nel caso specifico, la legge regionale siciliana affida tale compito ai Comuni, che devono provvedere alla cattura dei cani vaganti.
2. La Presunzione di Colpa e l’Onere del Comune: Una volta individuato il Comune come soggetto responsabile e provato che il danno rientra nel rischio che la norma intende prevenire (danno da cane randagio), scatta un’inversione dell’onere probatorio. Non è più il cittadino a dover dimostrare la negligenza specifica del Comune, ma è il Comune a dover provare di aver adempiuto ai propri obblighi. In pratica, l’ente deve dimostrare di aver allestito un servizio di cattura e controllo dei cani randagi adeguato, efficiente e organizzato.
3. La Contro-prova del Danneggiato: Solo se il Comune fornisce questa prova liberatoria, dimostrando la propria diligenza organizzativa, l’onere torna in capo al cittadino. A quel punto, per ottenere il risarcimento, il danneggiato dovrà provare l’esistenza di specifiche segnalazioni o richieste di intervento in quella zona, rimaste inascoltate.
Nel caso di specie, il giudice d’appello aveva correttamente rilevato che il Comune non aveva fornito alcuna prova di aver assolto ai suoi doveri organizzativi. La sua responsabilità, quindi, non derivava da una generica posizione, ma da una concreta e provata omissione colposa: non aver predisposto le misure necessarie a prevenire l’evento dannoso.

Le Conclusioni: Implicazioni per Enti e Cittadini

La sentenza n. 5339/2024 rafforza la tutela dei cittadini nei confronti delle omissioni della Pubblica Amministrazione. Il principio sancito è chiaro: un Comune non può limitarsi a negare la propria responsabilità, ma deve dimostrare attivamente di aver fatto tutto il possibile per gestire il problema del randagismo sul proprio territorio. Per i cittadini danneggiati, questa pronuncia semplifica il percorso per ottenere giustizia, chiarendo che, in prima battuta, è sufficiente provare il nesso causale tra il danno e l’animale randagio, spettando poi all’ente dimostrare la propria assenza di colpa.

Chi è responsabile per i danni causati da un cane randagio?
La responsabilità ricade sull’ente pubblico a cui la legge nazionale e regionale affida il compito di controllo e gestione del fenomeno del randagismo. Nel caso specifico, trattandosi della Regione Sicilia, tale compito è attribuito al Comune.

Cosa deve dimostrare il cittadino danneggiato per ottenere il risarcimento?
Inizialmente, il cittadino deve provare che il danno è stato causato da un cane randagio, dimostrando così il nesso di causalità tra l’evento e l’animale. La colpa del Comune è presunta, in quanto spetta all’ente stesso dimostrare di aver adempiuto ai propri doveri.

Come può il Comune difendersi dall’accusa di responsabilità per randagismo?
Il Comune può liberarsi dalla responsabilità dimostrando di aver predisposto e attuato un servizio adeguato, articolato ed efficiente per la cattura e il controllo dei cani randagi. Se il Comune fornisce questa prova, la responsabilità può essere esclusa, a meno che il danneggiato non dimostri l’esistenza di specifiche segnalazioni di pericolo in quella zona, che sono state ignorate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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