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Responsabilità proprietario veicolo e colpa presunta

Un proprietario di un veicolo ha ricevuto una multa come corresponsabile per un’infrazione commessa dal conducente. L’uomo ha fatto ricorso sostenendo di non sapere che la patente del conducente fosse sospesa. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità del proprietario del veicolo, chiarendo che per evitare la sanzione, il proprietario deve dimostrare che il veicolo è stato utilizzato contro la sua volontà, e non è sufficiente la semplice ignoranza. La Corte ha solo parzialmente accolto il ricorso, riducendo l’importo delle spese legali liquidate in precedenza.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità proprietario veicolo: quando la colpa è presunta

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione II Civile, n. 3969 del 13 febbraio 2024, offre importanti chiarimenti sulla responsabilità del proprietario del veicolo in caso di infrazioni commesse da terzi. La pronuncia esamina i limiti della responsabilità solidale e gli oneri probatori a carico del proprietario per potersi liberare dall’obbligo di pagare la sanzione. Questo caso evidenzia come la semplice ignoranza delle condizioni del conducente non sia sufficiente a escludere la colpa.

I fatti del caso

Un proprietario di un’automobile si è visto notificare un’ordinanza-ingiunzione dalla Prefettura di Bologna per il pagamento di una sanzione pecuniaria di oltre 2.000 euro. La violazione, prevista dall’art. 218, comma 6, del Codice della Strada, era stata commessa da un’altra persona alla guida del suo veicolo. Il proprietario, in qualità di coobbligato in solido ai sensi dell’art. 196 del Codice della Strada, ha impugnato il provvedimento, prima davanti al Giudice di Pace e poi in appello al Tribunale di Bologna, ma entrambi i ricorsi sono stati respinti. Giunto in Cassazione, l’uomo ha sostenuto, tra le varie doglianze, di non essere a conoscenza del fatto che il conducente avesse la patente sospesa e ha lamentato vizi procedurali e un’errata liquidazione delle spese legali.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato quasi tutti i motivi di ricorso, accogliendo solo parzialmente quello relativo alla liquidazione delle spese legali. I giudici hanno confermato la decisione del Tribunale sulla responsabilità del proprietario, ma hanno ridotto l’importo delle spese dovute alla Prefettura, in quanto questa non aveva partecipato attivamente alla fase decisionale del giudizio d’appello.

Le motivazioni sulla responsabilità del proprietario del veicolo

La parte centrale della decisione riguarda la responsabilità del proprietario del veicolo. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la responsabilità solidale del proprietario si fonda su una presunzione di colpa. Per superare tale presunzione, non basta affermare di non essere a conoscenza dell’impedimento del conducente (in questo caso, la patente sospesa).

Secondo l’art. 196 del Codice della Strada, il proprietario è esente da responsabilità solo se dimostra che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà. Questo richiede la prova di aver adottato un comportamento concreto, idoneo e specifico per impedire la circolazione del mezzo. Ad esempio, avrebbe dovuto dimostrare di aver messo in atto misure di controllo sull’abilitazione alla guida del conducente o che il veicolo gli era stato sottratto.

La Corte ha inoltre chiarito che il verbale di accertamento dell’infrazione è un atto pubblico assistito da “fede privilegiata”. Pertanto, per contestare la sua veridicità, non è sufficiente un semplice disconoscimento, ma è necessaria una procedura formale denominata “querela di falso”.

Le motivazioni sulla liquidazione delle spese legali

L’unico motivo accolto ha riguardato un aspetto puramente procedurale. Il ricorrente lamentava che il Tribunale avesse liquidato alla Prefettura compensi legali anche per la fase decisionale del processo d’appello. La Cassazione ha rilevato che, a causa della normativa emergenziale COVID-19, la partecipazione a tale fase richiedeva il deposito di note scritte. Poiché la Prefettura non le aveva depositate, non le spettava il compenso per quell’attività. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza su questo punto e, decidendo nel merito, ha ridotto l’importo dovuto dal ricorrente, portandolo da 2.430,00 euro a 1.620,00 euro.

Conclusioni: le implicazioni pratiche

Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui affidare il proprio veicolo a terzi comporta un onere di vigilanza. La responsabilità del proprietario del veicolo non è meramente formale, ma si basa su una presunzione di “culpa in vigilando” o “culpa in eligendo”. Per evitare di pagare le multe commesse da altri, il proprietario deve essere in grado di fornire la prova positiva di aver fatto tutto il possibile per impedire l’uso improprio o illecito del suo bene. La semplice dichiarazione di non essere a conoscenza della situazione del conducente è, dal punto di vista legale, irrilevante.

Il proprietario di un veicolo è sempre responsabile per le multe prese da chi guidava?
Sì, il proprietario è responsabile in solido per il pagamento della sanzione pecuniaria, a meno che non riesca a provare che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà, dimostrando di aver adottato comportamenti concreti per impedirla.

Basta dire di non sapere che il conducente aveva la patente sospesa per evitare la multa?
No, la semplice mancata conoscenza delle condizioni del conducente non è sufficiente a escludere la responsabilità. La colpa del proprietario è presunta e spetta a lui dimostrare di aver esercitato la dovuta diligenza e vigilanza.

Come si può contestare la veridicità di un verbale di contravvenzione?
Un verbale di accertamento è un atto pubblico con “fede privilegiata”. Per contestare quanto attestato dal pubblico ufficiale come avvenuto in sua presenza, non è sufficiente una semplice negazione ma è necessario avviare una specifica azione giudiziaria chiamata “querela di falso”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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