SENTENZA TRIBUNALE DI ROMA N. 12916 2025 – N. R.G. 00000777 2023 DEPOSITO MINUTA 22 09 2025 PUBBLICAZIONE 22 09 2025
TRIBUNALE DI ROMA
XIII a SEZIONE CIVILE
Ordinanza ex art.127 ter c.p.c. sostitutiva dell’udienza del 7.04.2025, nella causa promossa da: (e altri) contro
Il Giudice, lette le note scritte d’udienza depositate dai procuratori delle parti;
viste le conclusioni precisate dalla parte;
trattiene la causa in decisione a termini dell’ultimo comma dell’art.281 sexies c.p.c. (rito Cartabia) e decide la causa con sentenza pronunciata ai sensi dell’art.281 sexies c.p.c., ultimo comma.
Manda alla Cancelleria per le comunicazioni alle parti costituite.
Roma, 22/09/2025
Il Giudice dott. NOME COGNOME
Repubblica Italiana
in nome del Popolo Italiano
Tribunale Ordinario di Roma
SEZIONE XIII^ CIVILE
nella persona del Giudice monocratico dott.ssa NOME COGNOME ha pronunciato la seguente
SENTENZA
resa ai sensi dell ‘art. 281 sexies cp c nella causa civile di primo grado iscritta al n. 777 del Ruolo generale affari contenziosi dell’anno 2023 promossa da:
rappresentata e difesa -giusta procura -congiuntamente e
disgiuntamente dagli avv.ti NOME e NOME COGNOME ed elettivamente domiciliata presso lo studio della prima in INDIRIZZO 00149 Roma attrice
e
convenuta contumace
Oggetto: risarcimento danni ex art. 2052 c.c.
Conclusioni: come da note depositate per l ‘udienza del 7.04.2025 , sostituita da note di trattazione ex art. 127 ter cpc: ‘ Con il presente atto i sottoscritti difensori nel riportarsi a quanto eccepito e dedotto nei precedenti scritti difensivi insistono per l’accoglimento delle conclusioni da intendersi qui rassegnate e trascritte e chiedono che la causa sia trattenuta in decisione. ‘ .
Svolgimento del processo 1
Con atto di citazione ritualmente notificato, parte attrice conveniva in giudizio la per sentire accogliere le seguenti conclusioni: ‘accertare e dichiarare la responsabilità della sig.ra ex art. 2052 c.c. per tutti i danni subiti dalla sig.ra cagionati dal morso del cane di sua proprietà di nome con microchip e, per l’effetto condannare la sig.ra al risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali patiti dall’attrice da quantificarsi nella complessiva somma di € 12.878,70 ovvero in quella somma maggiore o minore che dovesse essere accertata in corso di causa e ritenuta di giustizia, il tutto oltre interessi e rivalutazione monetaria dal giorno dell’evento fino all’effettivo soddisfo ed entro i limiti di valore dello scaglione da 5.201 a 26.000. Con vittoria di spese e onorari di causa, oltre accessori di legge.’ (cfr. atto di citazione).
A sostegno della propria pretesa la parte attrice deduceva quanto di seguito si riporta;
‘ In data 13.09.2021 alle ore 7,30 circa mentre si trovava nel parco suddetto per la
1 lo svolgimento del processo e la motivazione che segue sono redatti ai sensi dell’art.16-bis, comma 9-octies (aggiunto dall’art. 19, comma 1, lett. a, n. 2-ter, D.L. 27 giugno 2015, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla L. 6 agosto 2015, n. 132) decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 secondo cui gli atti di parte e i provvedimenti del giudice depositati con modalità telematiche sono redatti in maniera sintetica.
consueta passeggiata con il suo cagnolino al guinzaglio, veniva aggredita da un pastore tedesco di taglia media color nero focato di nome (microchip ) di proprietà della sig.ra come risulta dalla certificazione dell’anagrafe canina;
Più specificatamente, nell’occasione il predetto pastore tedesco si trovava al parco condotto dalla figlia minore della convenuta che lo aveva lasciato libero di correre e senza museruola;
Il pastore tedesco correva precipitosamente verso il cagnolino dell’attrice e poi si avventava su quest’ultima mordendola al fianco destro;
A seguito dell’aggressione da parte del suddetto cane la sig.ra si recava presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale INDIRIZZO ove le veniva diagnosticata ‘ ferita da morso di cane regione lombare ‘ ed all’esito della visita le venivano prescritte medicazioni ambulatoriali con prognosi giorni 10 s.c.;
Il giorno dell’evento l’odierna attrice provvedeva a sporgere denuncia presso gli Uffici competenti con successiva integrazione del 22 settembre 2021 ed a seguito di quanto accaduto veniva aperto un procedimento penale attualmente pendente presso il Tribunale per i Minorenni di Roma; (doc. 6 -denuncia e sua integrazione) Concluse le indagini, il Pubblico Ministero ha notificato alla minore l’avviso ex art. 415 bis c.p.p. quale indagata per il reato di cui all’art. 590 c.p. ‘……. in quanto ometteva di vigilare e mantenere costante controllo visivo del predetto animale…omissis…’ ; Anche nei confronti della sig.ra , proprietaria del cane, veniva incardinato separato procedimento penale;
Lamentava danni permanenti per lesioni, delle quali chiedeva il risarcimento, quantificato nella ‘complessiva somma di € 12.878,70 ovvero in quella somma maggiore o minore che dovesse essere accertata in corso di causa e ritenuta di giustizia, il tutto oltre interessi e rivalutazione monetaria dal giorno dell’evento fino all’effettivo soddisfo’ , sulla base di una consulenza di parte che riconosceva ‘ incapacità temporanea assoluta gg. 20, incapacità temporanea parziale al 50% gg. 20, invalidità permanente 6%. ‘
Fondava la propria domanda in diritto sul disposto dell’art . 2052 c.c.
Sceglieva la contumacia la convenuta non costituendosi in giudizio.
L ‘istruttoria si è svolta con l’acquisizione della documentazione prodotta dall a parte
attrice, le prove orali (due testi della parte attrice) e la CTU medico legale sulla persona della parte attrice.
Medio termine avveniva surroga del presente giudicante sul precedente. Il CTU depositava la propria Relazione confermando il nesso causale tra le lesioni riportate dalla ed un morso di un cane . La causa, dopo l’esame della ctu era rinviata per la precisazione delle conclusioni all ‘udienza del poi differita al 7.04.2025, ex art. 281 sexies cpc, da tenersi nelle forme della trattazione scritta. A tale udienza la parte precisava le proprie conclusioni come meglio indicato in epigrafe e la causa viene decisa con sentenza contestuale da udienza tenuta ai sensi dell ‘art . 127 ter cpc.
Motivi della decisione
Va premesso il quadro normativo di riferimento in relazione alla domanda principale della parte attrice nei confronti del convenuto , 2 c.c., il quale Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che
Il fatto per cui è causa è sussumibile sotto il disposto di cui all’art. 205 recita: ‘ fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito. ‘
La domanda è fondata e deve essere accolta seppure sulla base delle considerazioni che seguono:
NOME
I fatti come esposti sono stati confermati dalle dichiarazioni testimoniali dei testi che hanno assistito all’accaduto, entrambe già interrogate anche in fase di indagini dalla P.G.
Il teste ha dichiarato: ‘ sentii un urlo e vidi la COGNOME che tirava in alto il cane ed il pastore tedesco che si avventava su di lei; ‘
Il teste ha dichiarato in udienza: ‘ Dopo vari richiami. La era al cellulare e lo richiamava con troppa calma mentre il pastore tedesco stava aggredendo la ‘ Orbene, il cane di razza pastore tedesco di proprietà di era condotto dalla figlia minorenne di questa, Ciò risulta dalle dichiarazioni testimoniali e dagli atti di P.G. depositati dalla parte attrice.
Peraltro da questi ultimi atti risulta anche che la si rifiutò in numerose occasioni di rendere la propria dichiarazione e venne stilato verbale di vane ricerche dopo aver cercato di rintracciarla e che si procedette con avviso ex art. 415 bis cpp. Non è dato sapere l ‘esito del procedimento penale, ma è sufficiente alla prova la documentazione prodotta,
le dichiarazioni testimoniali e la consulenza che ha accertato il nesso causale delle riferite lesioni con un morso di cane.
E ‘ in atti a ltresì, nell ‘allegato 1 della citazione, certificato di proprietà del pastore tedesco, a nome , in capo alla convenuta .
E ‘ chiaro che seppure non era la a portare a spasso il cane, e quindi tenuta direttamente ed in prima persona alla sua vigilanza sul comportamento del cane, lo era la di lei figlia minorenne, della quale la stessa era responsabile.
La ad ogni buon conto è da ritenersi responsabile dei danni provocati dal proprio cane sulla base della regola di cui all ‘art. 2052 c.c., in quanto proprietaria e custode dell ‘animale.
L’istruttoria espletata ha provato sia l’aggressione subita dall’ attrice sia il nesso eziologico tra il fatto dell’animale e le lesioni riportate mentre la convenuta, rimasta contumace, non ha fornito alcuna prova in merito all’eventuale caso fortuito che comunque deve essere escluso nel caso in specie.
La circostanza che vi fossero già
La stessa CTU ha accertato che le lesioni patite dalla sono riconducibili al morso di un cane: ‘A seguito dell’aggressione da parte di un cane, occorsa in data 13.9.2021, la Sig.ra ha riportato lesioni consistenti essenzialmente in una ferita lacero-contusa a carico del fianco destro. ‘
Tali essendo gli elementi probatori acquisiti in ordine al fatto storico, la domanda deve ritenersi fondata, ricorrendo i presupposti per l’applicabilità dell’art. 2052 c.c.,
Come noto, ai fini della configurabilità della responsabilità ex art. 2052 c.c., è condizione necessaria e sufficiente la sussistenza del rapporto di custodia con l ‘animale che ha dato luogo all’evento lesivo – rapporto che postula l’effettiva disponibilità giuridica e materiale sullo stesso ed il potere-dovere di intervento su di esso al fine di controllarlo, di evitare le situazioni di pericolo ed i danni – che compete al proprietario o anche al possessore o detentore.
La relativa responsabilità si fonda dunque non su un comportamento o un’attività del custode/proprietario del cane, ma su una relazione intercorrente tra questi e l ‘animale in custodia, cui corrisponde un effettivo potere fisico al quale si connette il dovere di custodirlo, di vigilarvi e mantenervi il controllo in modo da impedire che produca danni a
terzi.
Il custode, pertanto, è liberato dalla responsabilità ove dimostri che l’evento sia stato determinato da cause estrinseche ed estemporanee create da terzi, non conoscibili né eliminabili con immediatezza, neppure con la più diligente attività, tali da imporre di qualificare come fortuito il fattore esterno, avendo esso esplicato la sua potenzialità offensiva prima che fosse ragionevolmente esigibile l’intervento del custode/proprietario.
La giurisprudenza è infatti unitaria nell’affermare: ‘la responsabilità del proprietario, o di chi si serve di un animale, di cui all’art. 2052 c.c., si fonda non su un comportamento o un’attività commissiva o omissiva -ma su una relazione intercorrente tra i predetti e l’animale, il cui limite risiede nel caso fortuito, la prova del quale a carico del convenuto -può avere ad oggetto il comportamento del danneggiato, purché avente carattere di imprevedibilità, inevitabilità e assoluta eccezionalità’ (Cass. Civ., Sez. 3^, sent. n. 10402/2016; conformemente a Cass. Civ., Sez. 6454/2007).
Ancora la Cassazione ha sancito come ‘del danno cagionato da animale risponde ex art 2052 c.c. il proprietario o chi ne ha l’uso, per responsabilità oggettiva e non per condotta colposa (anche solo omissiva), sulla base del mero rapporto intercorrente con l’animale nonché del nesso causale tra il comportamento di quest’ultimo e l’evento dannoso, che il caso fortuito, quale fattore esterno generatore del danno concretamente verificatosi, può interrompere, sicché, mentre grava sull’attore l’onere di provare l’esistenza del rapporto eziologico tra l’animale e l’evento lesivo, la prova del fortuito e a carico del convenuto’ (Cass. Civ., Sez. 3^, sent. n. 17091/2014).
E poi, ‘la responsabilità di cui all’art. 2052 c.c., prevista a carico del proprietario di animale per i danni cagionati dallo stesso, trova un limite solo nel caso fortuito, ossia nell’intervento di un fattore esterno nella causazione del danno, che presenti i caratteri dell’imprevedibilità, dell’inevitabilità e dell’assoluta eccezionalità, con la conseguenza che all’attore compete solo di provare l’esistenza del rapporto eziologico tra il comportamento dell’animale e l’evento lesivo, mentre il convenuto, per liberarsi, deve provare l’esistenza di un fattore, estraneo alla sua sfera soggettiva, idoneo ad interrompere detto nesso causale, non essendo sufficiente la prova di aver usato la comune diligenza nella custodia dell’animale’ (Cass. Civ. Sez. n. 3^, sent. n. 15895/2011; in senso conforme Cass. Civ., Sez. 3^, sent. n. 9037/2010).
Nel caso di specie la convenuta, scegliendo la contumacia, non ha assolto al proprio onere eventuale di provare il caso fortuito, esimente della fattispecie di responsabilità
riconosciuta a suo carico, caso fortuito che, peraltro non è apparso neppure raffigurabile nei fatti così come provati.
L’affermazione della responsabilità comporta la condanna di al risarcimento dei danni subiti dal cosi come di seguito si procede a quantificare.
Quantum
Liquidazione del danno
Quanto all’entità del danno biologico, inteso come menomazione dell’integrità psicofisica in sé e per sé considerata, in quanto incidente sul valore della persona in tutta la sua concreta dimensione, nel caso di specie può farsi integrale e sicuro riferimento alle risultanze dell’espletata CTU medico legale, dott. ssa che il Tribunale reputa di condividere, in quanto appaiono tratte a seguito dei più opportuni accertamenti e di una accurata disamina dei fatti in contestazione, all’esito di una procedura immune da vizi e secondo un iter logico ineccepibile, nonché sulla base di diagnosi e valutazioni medico-legali.
Va rilevato che la CTU ha ridimensionando però il quantum preteso: ‘ postumi residuati all’evento traumatico in oggetto sono essenzialmente rappresentati da un esito cicatriziale lineare a carico del fianco destro, visibile ictu oculi e sede di attendibili disestesie pericicatriziali, configurante un lieve pregiudizio fisiognomico.
Anche se l’esperienza dell’aggressione da parte del cane, come riferito dalla paziente in sede di visita, ha prodotto nell’immediato un comprensibile un turbamento emotivo, non risultano documentati, nell’ampio lasso di tempo trascorso dal trauma, disturbi della sfera psichica ovvero controlli, accertamenti o terapie a carattere specialistico.
D’altra parte, dal colloquio clinico eseguito in sede di operazioni peritali, non sono emersi elementi di rilievo psicopatolgico, causalmente correlabili all’occorso traumatico. ‘
‘ Il danno biologico permanente residuato alla Sig. ra si sostanzia esclusivamente nel pregiudizio fisiognomico derivante dall’esito cicatriziale sussistente a carico del fianco destro, descritto nella sopradettagliata obiettività clinica, (ascrivibile ad una Ia classe secondo la guida valutativa della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) e medico-legalmente valutabile nella misura del 3,5% (tre-virgolacinque per cento) .
L’invalidità temporanea assoluta è stata di giorni 10 (dieci) , con successivi giorni 10 (dieci) di invalidità temporanea parziale al 50%.
Spese mediche ritenute congrue: € 27,48
Per la liquidazione del danno biologico, si fa riferimento alle tabelle in uso ed approvate da questo Tribunale, aggiornate al 2025, rinviando al documento di approvazione delle stesse, rinvenibile sul sito web del Tribunale di Roma, per le motivazioni, ivi riportate, che ampiamente chiariscono le ragioni del discostamento dalle Tabelle elaborate dall’Osservatorio di Milano e giustificano la scelta di questo giudice di adottare tali criteri tabellari. 2
Ciò detto, in applicazione di tali criteri nel caso di specie si liquida pertanto, in via meramente equitativa, l’importo di € 4.610,50 al valore attuale per l’invalidità permanente, sulla base della natura della malattia e della consistenza dei postumi (3,5 %), dell’età della danneggiata al momento del fatto (38 anni) e del valore del punto determinato attraverso i criteri innanzi indicati.
Quanto all’inabilità temporanea si liquida, in via equitativa ed al valore attuale secondo i criteri su indicati, l’ulteriore somma di € 1.953,75.
Per un totale di danno biologico di € 6.564,25 già aggiornato alle tabelle 2025.
Tenuto conto della pronuncia della Suprema Corte SS.UU. n. 26972 del 2008 ed al fine di garantire un risarcimento integrale e personalizzato del danno non patrimoniale nella sua accezione unitaria, comprensivo anche dei pregiudizi che integrano il danno morale -senz’altro dovuto al danneggiato ai sensi degli artt. 2059 c.c. e 185 c.p., integrando il fatto in esame un illecito penale e comunque una violazione di diritti costituzionalmente rilevanti quale il diritto alla salute – inteso quale dolore, disagio, sofferenza e patimenti d’animo conseguenti alla malattia ed alla perdita dell’integrità fisica ed adeguato all’effettivo grado di afflittività del danno nel caso concreto, quale può desumersi dalla natura e qualità delle lesioni, dall’età del danneggiato, dalla natura degli esiti, e tenendo
2 Si veda in particolare il capitolo ‘Sulle persistenti ragioni a favore delle Tabelle del Tribunale di Roma’, in TRIBUNALE DI ROMA, TABELLE PER LA VALUTAZIONE DEL DANNO NON PATRIMONIALE (ANNO 2025).
conto altresì del range applicabile di morale in ragione degli scaglioni di danno biologico riconosciuto, sempre in Tabelle per la valutazione del danno non patrimoniale, citate, e tenuto conto dell ‘esiguità del danno, si liquida in via meramente equitativa la ulteriore somma di € 500,00.
In totale per i titoli su indicati si liquidano, in via equitativa ed al valore attuale € 7.064,25 comprensivi di danno biologico e morale.
Danno patrimoniale
A tale somma vanno aggiunte le spese riconosciute congrue dal CTU pari ad € 27,40 a titolo di danno patrimoniale.
Lucro cessante
Oltre alla rivalutazione del credito, già determinato nel suo complessivo ammontare ai valori attuali, vanno riconosciuti gli interessi per ritardato pagamento, interessi che vanno liquidati in conformità al consolidato orientamento assunto sul punto sulla scorta della nota pronuncia della Corte di Cassazione S.U. con la sentenza n. 1712/95. Tale sentenza, da un lato, ha riconosciuto la risarcibilità del lucro cessante derivato al danneggiato per la perdita dei frutti che avrebbe potuto trarre dalla somma dovuta se questa fosse stata tempestivamente corrisposta, danno liquidabile anche con l’attribuzione di interessi la cui misura va tuttavia determinata secondo le circostanze obiettive e soggettive relative al danno nel caso di specie, ad un tasso non necessariamente coincidente con quello legale; dall’altro, ha escluso che si possa assumere a base del calcolo di tale danno la somma liquidata come capitale nella misura rivalutata definitivamente al momento della pronuncia.
Ha rilievo significativo la svalutazione monetaria medio tempore intercorsa nel periodo di tempo in considerazione.
In applicazione di tali criteri, ed in via necessariamente equitativa ex art. 2056, co. 2° c.c., si ritiene di determinare l’ulteriore somma dovuta a titolo di lucro cessante facendo riferimento – in assenza di elementi che consentano di ritenere nel caso di specie un investimento maggiormente remunerativo della somma – al tasso medio di redditività degli investimenti mobiliari a basso rischio (titoli di Stato, BOT, CCT ecc.) nel periodo in questione, ed applicando così un ulteriore 2,37 % annuo, calcolato dalla data dell’evento
dannoso (13.09.2021) sino alla data della presente sentenza (cfr. Cass. S.U. 16-7-2008 n. 19499).
In applicazione dei criteri sopra indicati tale tasso deve essere calcolato non sulla somma capitale ai valori attuali bensì con riferimento al valore medio tra il capitale al valore attuale e la somma dovuta alla data dell’illecito (settembre 2021) -semisomma provvedendo ad adeguare il valore del capitale – utilizzando il coefficiente del costo della vita relativo al periodo in questione (1,161) elaborato dall’ISTAT per le famiglie di impiegati ed operai.
Totale dovuto
Per quanto detto precedentemente, sono dovuti alla parte attrice dalla convenuta complessivamente € 7.091,73, a cui vanno aggiunti gli interessi da lucro cessante calcolati come indicato al punto precedente, per il ritardato pagamento.
Su detta somma sono dovuti poi gli interessi legali dal deposito della presente sentenza al pagamento.
Le spese processuali sono liquidate come in dispositivo ex D.M. n. 147/2022 e seguono la soccombenza, pur essendo compensate per il 30% in ragione del ridimensionamento del quantum richiesto, che nella domanda attrice è risultato sostanzialmente raddoppiato rispetto a quanto accertato in giudizio.
Spese di CTU , sono liquidate in € 800,00, oltre Iva se dovuta e sono poste a carico di parte convenuta soccombente.
P.Q.M.
il tribunale in composizione monocratica, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta da nei confronti di così provvede:
condanna a risarcire alla parte attrice i danni di cui in motivazione, liquidati in complessivi € € 7.091,73 , oltre agli interessi da ritardato pagamento da calcolarsi secondo i criteri indicati in motivazione, ed oltre agli interessi legali ex art. 1284 c.c. da riconoscersi sulla somma (sorte + interessi da lucro
cessante) dalla data della sentenza al saldo;
condanna a rifondere alla parte attrice le spese processuali, liquidate in € 3.553,90 per compensi professionali, oltre rimborso forfettario delle spese generali, IVA e CPA come per legge, ed € 20,00 per le notifiche oltre all’importo del Contributo unificato pari ad € 237,00 , per esborsi, oltre ad € 800,00, oltre Iva se pagata, per spese di espletamento di CTU medico-legale.
Così deciso in Roma, il 22.09. 2025
Sentenza a debito.
IL GIUDICE dott.ssa NOME COGNOME