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Responsabilità professionista delegato: la Cassazione

Una società ha citato per danni un notaio, professionista delegato in una procedura di esecuzione immobiliare, per una presunta vendita illegittima. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità del professionista delegato non può essere fatta valere con un’azione di risarcimento autonoma se gli atti contestati rientrano nella delega ricevuta. Gli eventuali vizi dovevano essere fatti valere tramite gli specifici rimedi processuali previsti all’interno della procedura esecutiva stessa, come il reclamo al giudice dell’esecuzione. L’azione di danno è riservata solo ai casi in cui il delegato agisca al di fuori dei poteri conferitigli.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Professionista Delegato: Quando e Come Agire?

La questione della responsabilità del professionista delegato nelle procedure di esecuzione immobiliare è un tema cruciale che interseca la tutela dei diritti del debitore e la correttezza delle procedure giudiziarie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 25698/2024) ha fornito chiarimenti fondamentali sui limiti di tale responsabilità e sugli strumenti a disposizione delle parti per contestare l’operato del delegato. La Corte ha stabilito un principio netto: le presunte irregolarità commesse dal professionista nell’ambito della sua delega devono essere contestate con gli strumenti endo-processuali previsti, e non attraverso un’autonoma azione di risarcimento danni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’azione legale intentata da una società contro un notaio. Quest’ultimo, in qualità di professionista delegato dal giudice in una procedura di esecuzione immobiliare, aveva curato la vendita di un immobile di proprietà della società. La società attrice lamentava che la vendita fosse avvenuta in modo illegittimo, causandole un ingente danno patrimoniale. Per questo motivo, aveva avviato una causa civile ordinaria chiedendo il risarcimento dei danni direttamente al notaio.

Sia in primo grado che in appello, la domanda della società era stata respinta. I giudici di merito avevano ritenuto che le contestazioni relative all’operato del delegato avrebbero dovuto essere sollevate all’interno della stessa procedura esecutiva, attraverso gli appositi rimedi come l’opposizione agli atti esecutivi o il reclamo al giudice dell’esecuzione. La società, non rassegnandosi, ha proposto ricorso per cassazione.

L’Analisi della Cassazione sulla Responsabilità del Professionista Delegato

La Corte di Cassazione ha esaminato i vari motivi di ricorso presentati dalla società, rigettandoli tutti. Il cuore della decisione si concentra sulla natura del rapporto tra il giudice dell’esecuzione e il professionista delegato e, di conseguenza, sulla corretta via processuale per contestare gli atti di quest’ultimo.

I giudici hanno chiarito che il professionista delegato agisce come un ausiliario del giudice, compiendo atti che sono funzionali alla procedura esecutiva e che restano sotto la direzione e il controllo del magistrato. Per questo motivo, il legislatore ha previsto rimedi specifici e tempestivi, come il reclamo previsto dall’art. 591-ter del codice di procedura civile. Questo strumento permette alle parti di sottoporre al controllo diretto del giudice dell’esecuzione le eventuali difficoltà o irregolarità sorte durante le operazioni di vendita.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che consentire un’azione di risarcimento autonoma per atti che potevano e dovevano essere contestati all’interno della procedura esecutiva scardinerebbe il sistema delle preclusioni processuali. Una volta che gli atti del delegato non vengono reclamati nei termini, i loro effetti si stabilizzano, e non possono essere rimessi in discussione in un diverso giudizio. La Cassazione ha specificato che una vera e propria responsabilità del professionista delegato di natura extracontrattuale, ai sensi dell’art. 2043 c.c., può sorgere solo in un’ipotesi residuale: quando il professionista compie atti che esorbitano completamente dai limiti della delega ricevuta. In tal caso, il suo comportamento non sarebbe più riconducibile all’ufficio giudiziario e potrebbe essere fonte di un obbligo risarcitorio diretto. Nel caso di specie, tuttavia, la società ricorrente non è riuscita a dimostrare che il notaio avesse agito al di fuori del perimetro dei suoi poteri. Tutte le contestazioni (sull’entità del credito, sull’esistenza di un contratto di locazione, etc.) erano questioni che avrebbero dovuto trovare soluzione all’interno della procedura esecutiva.

le conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza un principio fondamentale di ordine processuale: ogni doglianza deve essere fatta valere nel suo contesto naturale e con gli strumenti appositamente previsti. Per chi si ritiene danneggiato dall’operato di un professionista delegato in una procedura esecutiva, la via maestra è quella del reclamo tempestivo al giudice dell’esecuzione. L’azione di risarcimento danni rimane una via eccezionale, percorribile solo se si dimostra che il professionista ha agito al di fuori dello schema legale e della delega conferitagli, compiendo un illecito autonomo e non un mero atto irregolare della procedura.

È possibile citare in giudizio per danni un professionista delegato per atti compiuti durante un’esecuzione immobiliare?
In linea di principio, no. Gli atti del professionista delegato devono essere contestati attraverso i rimedi specifici previsti dalla procedura esecutiva, come il reclamo al giudice dell’esecuzione. Un’azione di risarcimento danni è ammissibile solo se il professionista agisce al di fuori dello schema legale e dei limiti della delega ricevuta.

Quale è il rimedio corretto per contestare un atto del notaio delegato in una vendita giudiziaria?
Il rimedio corretto, secondo la normativa applicabile all’epoca dei fatti (art. 591-ter c.p.c.), era il reclamo al giudice dell’esecuzione. Questo strumento consente di risolvere le contestazioni direttamente all’interno della procedura, e il suo mancato utilizzo preclude la possibilità di sollevare la stessa questione in un separato giudizio di risarcimento.

La mancata iscrizione di uno degli avvocati difensori all’albo speciale per le giurisdizioni superiori rende il ricorso in Cassazione inammissibile?
No. La Corte ha chiarito che, in caso di pluralità di difensori, è sufficiente che almeno uno degli avvocati che ha firmato l’atto sia regolarmente iscritto all’albo speciale per garantire l’ammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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