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Responsabilità professionale notaio: quando il danno?

Un acquirente cita in giudizio un notaio per non aver rilevato una trascrizione pregiudizievole sull’immobile oggetto di compravendita. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, rigetta la richiesta di risarcimento. La sentenza chiarisce che la negligenza del professionista, pur sussistendo, non è sufficiente per ottenere un risarcimento se l’acquirente non fornisce la prova di aver subito un danno economico concreto e attuale come conseguenza diretta di tale omissione. La semplice esistenza del vizio non costituisce di per sé un danno risarcibile.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Professionale Notaio: Negligenza Non Implica Danno Automatico

La responsabilità professionale del notaio è un tema cruciale nel diritto immobiliare. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione (sentenza n. 1448/2024) offre un’importante lezione: la negligenza del professionista non basta a fondare una richiesta di risarcimento. È indispensabile dimostrare di aver subito un danno concreto e attuale. Analizziamo insieme questa decisione per capire i confini della responsabilità notarile.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla domanda di un acquirente che, dopo aver stipulato un rogito per una compravendita immobiliare, scopriva l’esistenza di una trascrizione pregiudizievole sull’immobile. Tale trascrizione, relativa a una domanda giudiziale per un debito del venditore, non era stata rilevata dal notaio incaricato della redazione dell’atto.

Sentendosi danneggiato dalla negligenza del professionista, l’acquirente avviava un’azione legale per ottenere il risarcimento dei danni. Tuttavia, sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello respingevano la sua domanda. La motivazione dei giudici di merito era chiara: l’attore non aveva fornito la prova di aver subito una perdita economica effettiva. Non era stato dimostrato, infatti, né che l’immobile fosse stato perso a causa dell’azione giudiziaria, né che non potesse essere rivenduto in futuro allo stesso prezzo pattuito anni prima. Di conseguenza, il caso è giunto all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e la Responsabilità Professionale Notaio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’acquirente, confermando la linea dei precedenti gradi di giudizio. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale in materia di responsabilità professionale notaio: la responsabilità per inadempimento contrattuale (ex contractu) sorge solo se e nei limiti in cui un danno si sia effettivamente verificato.

Il notaio ha l’obbligo, derivante dall’incarico professionale, di effettuare le visure ipotecarie e catastali per verificare la libertà e la disponibilità del bene. L’omissione di tale verifica costituisce senza dubbio un inadempimento e una negligenza professionale. Tuttavia, per ottenere un risarcimento, non è sufficiente provare l’errore del professionista. Il cliente deve dimostrare il nesso di causalità tra la negligenza e un pregiudizio economico concreto.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che il danno risarcibile è il ‘danno conseguenza’ dell’inadempimento, non l’inadempimento in sé. Nel caso di specie, l’acquirente era diventato a tutti gli effetti proprietario dell’immobile. Il danno, al momento del rogito, consisteva nell’aver pagato il prezzo per un bene gravato da un’iscrizione pregiudizievole. Tuttavia, l’attore non ha provato le conseguenze negative di questa situazione.

La Cassazione ha evidenziato che non era stato dimostrato:

1. Che l’acquirente avesse subito la perdita della proprietà dell’immobile a seguito dell’azione giudiziaria trascritta.
2. Che il bene non potesse essere venduto in futuro allo stesso prezzo di acquisto, debitamente rivalutato.
3. Che la mancata conclusione di un potenziale affare di rivendita avesse impedito all’acquirente di realizzare specifici investimenti già programmati o di far fronte a esigenze personali o familiari.

In assenza di tale prova, il danno rimane una mera ipotesi e non può essere liquidato. La Corte ha anche respinto la domanda di risoluzione del contratto d’opera professionale, poiché la prestazione del notaio, sebbene negligente, era stata comunque eseguita, portando al definitivo acquisto dell’immobile nel patrimonio del ricorrente.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: per agire contro un notaio non basta lamentare un suo errore. È necessario fornire la prova rigorosa di un danno patrimoniale effettivo, attuale e causalmente riconducibile alla sua condotta. Il risarcimento ha una funzione riparatoria, non sanzionatoria o locupletatoria. Pertanto, un cliente che acquista un immobile con un vizio giuridico non rilevato dal notaio deve dimostrare, ad esempio, di aver subito una diminuzione del valore del bene, di aver sostenuto costi per la cancellazione del gravame o di aver perso concrete opportunità di rivendita. Senza questa prova, la richiesta di risarcimento è destinata a fallire.

Un notaio è sempre responsabile per danni se non rileva una trascrizione pregiudizievole?
No. La negligenza del notaio fa sorgere la sua responsabilità, ma per ottenere un risarcimento il cliente deve dimostrare di aver subito un danno economico effettivo e concreto come conseguenza diretta di tale omissione. La sola esistenza della trascrizione non è sufficiente.

Quale tipo di danno deve provare il cliente per ottenere il risarcimento dal notaio?
Il cliente deve provare un pregiudizio economico reale. Ad esempio, deve dimostrare di aver perso la proprietà del bene, di aver subito una diminuzione del suo valore di mercato, di aver perso concrete opportunità di rivendita a un prezzo vantaggioso o di aver dovuto sostenere spese per eliminare il vizio giuridico.

È possibile chiedere la risoluzione del contratto e la restituzione del compenso al notaio se ha svolto l’incarico con negligenza?
Secondo questa sentenza, no, se la prestazione principale è stata comunque eseguita. Nel caso specifico, poiché il trasferimento immobiliare si è concluso e l’acquirente è diventato proprietario, non sussistono i presupposti per la risoluzione del contratto, ma solo per un’eventuale azione di risarcimento del danno, qualora provato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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