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Responsabilità precontrattuale PA: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione nega il risarcimento a un’impresa per responsabilità precontrattuale PA. Sebbene un appalto pubblico fosse stato annullato per vizi procedurali, l’impresa era a conoscenza dei rischi a causa di un ricorso notificato da un concorrente. Avendo scelto di procedere con gli investimenti nonostante l’incertezza, è venuto a mancare l’affidamento incolpevole, requisito essenziale per ottenere il risarcimento del danno.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Precontrattuale PA: L’Affidamento Non è Tutelato se l’Impresa Conosce i Rischi

La responsabilità precontrattuale PA rappresenta un tema cruciale per le imprese che operano nel settore degli appalti pubblici. Quando un’amministrazione si comporta in modo scorretto durante una gara, può essere tenuta a risarcire i danni. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito un importante limite: se l’impresa aggiudicataria è consapevole dei vizi che potrebbero invalidare la procedura, ma decide ugualmente di assumersi il rischio, perde il diritto al risarcimento. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da una gara d’appalto indetta da un Comune per il servizio di nettezza urbana. Una società, che chiameremo ACES, si aggiudica la gara. Tuttavia, un’altra impresa concorrente, la Luxory, impugna l’aggiudicazione davanti al Tribunale Amministrativo (TAR), denunciando un grave vizio procedurale: i criteri di valutazione delle offerte erano stati fissati solo dopo l’apertura delle buste.

Nonostante la pendenza del ricorso, notificato anche alla ACES, il Comune e la società stipulano il contratto d’appalto. Anzi, l’amministrazione sollecita un avvio rapido del servizio, spingendo la ACES a effettuare ingenti investimenti in mezzi e strutture. Come prevedibile, il TAR prima e il Consiglio di Stato poi annullano l’aggiudicazione, travolgendo di conseguenza il contratto.

La società, nel frattempo fallita, agisce in giudizio contro il Comune per ottenere il risarcimento dei danni subiti, invocando la responsabilità precontrattuale dell’ente.

L’Analisi della Corte e la Responsabilità Precontrattuale PA

Il cuore della controversia giuridica ruota attorno agli articoli 1337 e 1338 del codice civile. L’art. 1337 sancisce un dovere generale di buona fede nelle trattative, mentre l’art. 1338 disciplina un caso specifico: la parte che, conoscendo una causa di invalidità del contratto, non la comunica all’altra, è tenuta a risarcire il danno subito da quest’ultima per aver confidato, senza sua colpa, nella validità del contratto.

La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d’Appello, ha ritenuto applicabile al caso di specie la logica dell’art. 1338 c.c. Il punto focale non era la semplice violazione della buona fede, ma la conclusione di un contratto poi rivelatosi inefficace.

Il requisito chiave per ottenere tutela è l’affidamento incolpevole. In altre parole, la parte danneggiata deve aver creduto ragionevolmente e senza negligenza nella validità dell’accordo. Ed è proprio su questo punto che la domanda della società fallita è naufragata.

La Conoscenza del Vizio Esclude la Tutela

La Corte ha evidenziato come la ACES non potesse essere considerata un soggetto che confidava ‘incolpevolmente’ nella validità dell’appalto. Le ragioni sono chiare e inequivocabili:
1. Notifica del Ricorso: La società aveva ricevuto la notifica del ricorso della concorrente Luxory prima di procedere con gli investimenti più significativi. Era quindi formalmente a conoscenza del contenzioso.
2. Gravità del Vizio: Il vizio procedurale denunciato (fissazione dei criteri a buste aperte) è una violazione palese e fondamentale delle regole di evidenza pubblica, facilmente percepibile da un operatore specializzato del settore.
3. Accettazione del Rischio: Procedendo con l’esecuzione anticipata del contratto, la ACES ha compiuto una scelta imprenditoriale, assumendosi consapevolmente il rischio che l’aggiudicazione venisse annullata. Non solo non ha manifestato alcuna prudenza o richiesto un differimento, ma ha addirittura ampliato di sua iniziativa gli investimenti.

In questo contesto, secondo la Cassazione, non si può parlare di affidamento incolpevole. La conoscenza della causa di potenziale invalidità ha interrotto il nesso causale tra il comportamento del Comune e il danno subito dall’impresa. Il danno non è più conseguenza della condotta dell’ente, ma della libera e rischiosa scelta imprenditoriale della società stessa.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione rigettando l’idea che l’amministrazione debba risarcire un’impresa che, pur conscia dei pericoli, decide di ‘scommettere’ sull’esito positivo di un contenzioso. La responsabilità precontrattuale della PA non serve a coprire scelte imprenditoriali azzardate. La tutela dell’affidamento presuppone che la fiducia sia stata mal riposta a causa di un’asimmetria informativa o di un comportamento ingannevole dell’ente. In questo caso, l’informazione sul vizio era nota a entrambe le parti. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha correttamente valorizzato la conoscenza dei vizi da parte della società, escludendo che potesse invocare un legittimo affidamento. Di conseguenza, l’aver proceduto con l’esecuzione del contratto è stata una decisione autonoma i cui rischi non possono essere trasferiti sulla collettività.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza invia un messaggio molto chiaro alle imprese: la vittoria di un appalto pubblico non è un via libera incondizionato, specialmente in presenza di contenziosi. Ignorare un ricorso fondato su gravi vizi procedurali e procedere con gli investimenti è una scelta che espone a rischi significativi. L’eventuale annullamento dell’aggiudicazione potrebbe non dare diritto ad alcun risarcimento da parte della stazione appaltante. La diligenza impone di valutare attentamente i rischi legali prima di impegnare risorse, poiché il principio di auto-responsabilità prevale quando il pericolo è noto e conoscibile.

La Pubblica Amministrazione è sempre responsabile se un appalto viene annullato dopo l’aggiudicazione?
No. La sentenza chiarisce che la responsabilità precontrattuale della PA può essere esclusa se l’impresa aggiudicataria era a conoscenza della causa di invalidità dell’appalto e ha deciso di procedere ugualmente con gli investimenti, mancando così il requisito dell’affidamento incolpevole.

Cosa si intende per ‘affidamento incolpevole’ nel contesto della responsabilità precontrattuale PA?
Si intende la fiducia, priva di colpa, che un’impresa ripone nella validità del contratto e della procedura di aggiudicazione. Secondo la Corte, questo affidamento non sussiste se l’impresa è stata informata di un ricorso che evidenzia un grave vizio procedurale, come nel caso di specie.

La conoscenza di un ricorso da parte di un concorrente esclude automaticamente il diritto al risarcimento?
Sì, nel caso esaminato è stato un elemento determinante. La Corte ha ritenuto che la notifica del ricorso, avvenuta prima dell’avvio degli investimenti, rendesse l’impresa pienamente consapevole del rischio. Ignorare tale rischio e procedere è stata una scelta imprenditoriale il cui esito negativo non può essere addossato alla PA come fonte di danno risarcibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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