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Responsabilità PA per ritardo: il caso del danno

Un’ordinanza della Corte di Cassazione esamina il caso di un imprenditore che ha subito danni economici a causa del ritardo di un consorzio pubblico nel ripristinare una strada sopraelevata. La Corte, riconoscendo la complessità della questione sulla responsabilità pubblica amministrazione per omissione e ritardo, ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza per un approfondimento, senza ancora decidere nel merito. La vicenda mette in luce i confini della responsabilità da custodia (art. 2051 c.c.) e per fatto illecito (art. 2043 c.c.) in capo agli enti pubblici.

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Pubblicato il 20 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Pubblica Amministrazione: Danno da Ritardo e Obblighi di Custodia

Quando un’opera pubblica subisce un danno, per quanto tempo un cittadino o un’impresa devono sopportare i disagi derivanti dal mancato ripristino? Un recente provvedimento della Corte di Cassazione affronta proprio la delicata questione della responsabilità pubblica amministrazione per i danni causati a un’attività commerciale dal prolungato ritardo nella riparazione di una strada. Con un’ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha ritenuto la questione così complessa da meritare un approfondimento in pubblica udienza, segnalando la possibile evoluzione dei principi in materia.

I Fatti del Caso

Un imprenditore, titolare di un’attività di ristorazione, citava in giudizio un Consorzio pubblico per lo sviluppo industriale. La sua attività commerciale aveva subito ingenti danni economici a causa della chiusura, durata oltre tre anni, di una strada sopraelevata di proprietà del Consorzio. La chiusura era stata disposta con ordinanza comunale a seguito di un incidente provocato da un autocarro che aveva danneggiato la struttura. L’imprenditore lamentava che il Consorzio, in qualità di proprietario e custode della strada, avesse omesso di provvedere tempestivamente al ripristino, causando così una paralisi della sua attività imprenditoriale situata nelle immediate vicinanze.

Il Percorso Giudiziario e i motivi del ricorso

Sia in primo grado che in appello, le richieste risarcitorie dell’imprenditore venivano respinte. I giudici di merito avevano escluso una responsabilità diretta del Consorzio. L’imprenditore, non arrendendosi, proponeva ricorso in Cassazione, basandolo su diversi motivi. In particolare, sosteneva la violazione dell’art. 2051 c.c. (danno da cose in custodia) e dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito). A suo dire, il Consorzio, in quanto custode della strada, aveva uno specifico obbligo, derivante anche dal principio costituzionale di buon andamento della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.), di provvedere all’immediata messa in sicurezza e ripristino dell’infrastruttura. Il ritardo di oltre tre anni costituiva, secondo la sua tesi, un illecito omissivo che era causa diretta del danno subito.

La valutazione sulla responsabilità pubblica amministrazione

La Corte d’Appello aveva escluso il nesso causale tra l’omissione del Consorzio e il danno, ritenendo che la causa diretta della chiusura fosse l’ordinanza del Comune, un ente terzo. Il ricorrente contestava questa interpretazione, argomentando che l’atto del Comune non era una causa autonoma, ma un ‘atto dovuto’ e consequenziale al pericolo creato dal danneggiamento e non risolto dal Consorzio. Il ritardo del Consorzio, quindi, era la vera causa del protrarsi del danno.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La Suprema Corte, nell’analizzare i motivi del ricorso, ha riconosciuto la notevole complessità giuridica della vicenda. Le questioni sollevate toccano il cuore della responsabilità pubblica amministrazione, specialmente in relazione a un precedente delle Sezioni Unite (n. 7706/1998) definito ‘remoto’ e anteriore persino al pieno riconoscimento del risarcimento per danno a interessi legittimi. La Corte ha ritenuto che la tematica veicolata nel secondo e terzo motivo di ricorso meritasse un approfondimento non liquidabile in una camera di consiglio. Pertanto, ha stabilito che per garantire la pienezza della difesa e per la rilevanza dei principi di diritto coinvolti, fosse necessario rimettere la causa a una pubblica udienza, suscitando anche l’intervento del Procuratore Generale.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non decide la controversia, ma ne segnala l’importanza. La scelta di passare da una trattazione camerale a una pubblica udienza indica che la Corte di Cassazione intende ponderare attentamente i limiti e l’estensione degli obblighi della P.A. come custode di beni pubblici. La decisione finale potrà avere importanti ripercussioni, definendo con maggiore chiarezza fino a che punto un ente pubblico debba rispondere per i danni derivanti dalla sua inerzia e dai ritardi nella manutenzione delle infrastrutture, un tema di grande attualità per cittadini e imprese che ogni giorno si confrontano con la macchina pubblica.

Un ente pubblico, proprietario di una strada, può essere ritenuto responsabile per i danni a un’attività commerciale causati dal ritardo nella riparazione della strada stessa?
La questione è complessa. L’ordinanza non dà una risposta definitiva, ma evidenzia che la responsabilità dell’ente pubblico per omissione e ritardo (ai sensi degli artt. 2043 e 2051 c.c.) è un tema che richiede un approfondimento in pubblica udienza, suggerendo che tale responsabilità non può essere esclusa a priori.

L’ordinanza di chiusura di una strada emessa da un Comune interrompe il legame di causa tra l’inerzia dell’ente proprietario e il danno subito da un terzo?
Secondo la tesi del ricorrente, no. Egli sostiene che l’ordinanza comunale non sia una causa autonoma e indipendente, ma un ‘mero atto dovuto’ conseguente alla situazione di pericolo creata dal danno e non risolta dall’ente proprietario. La Corte di Cassazione esaminerà approfonditamente questo punto nella pubblica udienza.

Perché la Corte di Cassazione ha rimesso la causa a pubblica udienza invece di decidere?
La Corte ha ritenuto che le tematiche legali sollevate, in particolare quelle relative all’applicazione di principi giurisprudenziali datati sulla responsabilità della Pubblica Amministrazione, meritino un’analisi più approfondita. La rimessione a pubblica udienza consente una discussione più completa, con la piena partecipazione delle parti e l’intervento del Procuratore Generale, data la rilevanza dei principi di diritto coinvolti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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