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Responsabilità P.A.: diretta anche per omissioni

In un caso originato da una tragica alluvione, la Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio sulla responsabilità P.A. L’ordinanza chiarisce che la responsabilità di un Comune per le omissioni del proprio Sindaco (come la mancata evacuazione) è diretta e non indiretta. Questo perché le azioni del Sindaco, in quanto organo dell’ente, si configurano come espressione di un potere istituzionale. Di conseguenza, è ammissibile l’azione di regresso da parte dello Stato, anch’esso condannato in solido, per ripartire l’onere del risarcimento.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità P.A.: Quando l’Omissione del Sindaco è Colpa Diretta dell’Ente

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande attualità e importanza: la responsabilità P.A. per i danni derivanti da calamità naturali. La decisione analizza in profondità la natura della colpa dell’ente locale quando i danni sono causati da omissioni del proprio primo cittadino. Il caso trae origine da una tragica alluvione che ha causato numerose vittime, sollevando una complessa questione giuridica sulla ripartizione delle responsabilità tra lo Stato e il Comune coinvolto.

I Fatti: Dalla Tragedia alla Controversia tra Enti Pubblici

La vicenda giudiziaria nasce dalle conseguenze di un devastante evento alluvionale. A seguito di un procedimento penale, il Sindaco dell’epoca era stato condannato per omicidio colposo plurimo. La sentenza aveva accertato che, in violazione di precise regole di prudenza e di legge, egli aveva omesso di adottare le necessarie misure di protezione civile, come diramare l’allarme alla popolazione e disporre l’evacuazione delle zone a rischio. Nel giudizio penale, erano stati condannati in solido al risarcimento dei danni, insieme al Sindaco, anche il Comune e le amministrazioni statali (Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Interno).

Successivamente, in un separato giudizio civile promosso dall’erede di una delle vittime, le amministrazioni statali, condannate a risarcire il danno, avevano agito in regresso contro il Comune per ottenere il rimborso di quanto avrebbero pagato.

La Decisione della Corte d’Appello e il Nodo della Responsabilità P.A.

La Corte d’Appello aveva respinto la domanda di regresso dello Stato contro il Comune. La motivazione si basava su una distinzione cruciale: secondo i giudici di secondo grado, la responsabilità del Comune era da considerarsi indiretta, ovvero per ‘fatto altrui’ (ex art. 2049 c.c.), in quanto derivante unicamente dalla condotta illecita del proprio funzionario, il Sindaco. Qualificando la responsabilità come indiretta, la Corte d’Appello aveva escluso l’applicabilità dell’azione di regresso prevista dall’art. 2055 c.c., che presuppone una colpa diretta di tutti i soggetti solidalmente responsabili.

La Cassazione e il Principio della Responsabilità P.A. Diretta

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa impostazione. Accogliendo il ricorso delle amministrazioni statali, ha affermato un principio fondamentale per definire i contorni della responsabilità P.A.

La Suprema Corte distingue tra:
1. Attività istituzionale: quando la condotta del funzionario, anche se omissiva, è un’espressione del potere pubblicistico dell’ente. In questo caso, si verifica una ‘immedesimazione organica’ tra il funzionario e l’ente, e la responsabilità di quest’ultimo è diretta ai sensi dell’art. 2043 c.c.
2. Attività materiale: quando la condotta è estranea ai compiti istituzionali, legata alle funzioni solo da un nesso di occasionalità. Solo in questo scenario la responsabilità dell’ente può essere considerata indiretta (ex art. 2049 c.c.).

Nel caso specifico, le omissioni del Sindaco (non dare l’allarme, non evacuare) e le sue azioni (diffondere notizie rassicuranti) sono state qualificate come manifestazioni dell’esercizio (o del mancato esercizio) dei suoi poteri istituzionali. Non si trattava di un comportamento meramente personale, ma di un’azione amministrativa illegittima. Pertanto, la responsabilità del Comune è diretta.

Le Motivazioni della Corte Suprema

La Cassazione ha chiarito che il potere-dovere di un Sindaco di proteggere la cittadinanza non è una questione personale, ma il cuore della sua funzione pubblica. L’omessa adozione di un provvedimento amministrativo necessario (come un’ordinanza di evacuazione) non è un comportamento materiale della persona fisica, ma un’illegittima condotta istituzionale che si imputa direttamente all’ente. Il Sindaco, in quella situazione, agiva come organo del Comune e, al contempo, delle amministrazioni statali per le funzioni di protezione civile. Questa diretta imputabilità della condotta all’ente rende pienamente applicabile l’art. 2055 c.c., che regola la solidarietà tra più responsabili di un medesimo danno e consente l’azione di regresso per ripartire internamente l’onere del risarcimento in base alle rispettive colpe.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, rafforza il principio secondo cui la Pubblica Amministrazione non può sottrarsi alle proprie responsabilità dirette per le condotte illecite dei propri organi apicali quando queste rientrano nell’esercizio delle funzioni pubbliche. L’ente risponde direttamente del modo in cui i poteri a esso conferiti vengono esercitati o, come in questo caso, colpevolmente non esercitati. In secondo luogo, la decisione conferma che, in caso di condanna solidale di più enti pubblici per il fatto di un unico funzionario che agisce quale organo di tutti, è possibile utilizzare l’azione di regresso per una giusta ed equa ripartizione del carico risarcitorio. Si tratta di un principio di trasparenza e di corretta allocazione della responsabilità all’interno dell’apparato statale.

Quando la Pubblica Amministrazione risponde direttamente per gli illeciti del proprio funzionario?
La Pubblica Amministrazione risponde direttamente quando la condotta del funzionario, inclusa un’omissione, costituisce un’espressione dei poteri istituzionali e delle funzioni pubbliche ad esso attribuite. In tal caso, si verifica una ‘immedesimazione organica’ e l’atto del funzionario è considerato l’atto dell’ente stesso.

L’omissione di un provvedimento da parte di un sindaco è considerata un’azione diretta del Comune?
Sì. Secondo la Cassazione, la mancata adozione di un provvedimento dovuto, come un ordine di evacuazione in caso di pericolo, non è un comportamento meramente materiale della persona fisica, ma una condotta istituzionale illegittima che viene imputata direttamente al Comune, configurando una sua responsabilità diretta.

È possibile un’azione di regresso tra lo Stato e un Comune se sono entrambi responsabili per le azioni di un sindaco?
Sì. Poiché la responsabilità del Comune per le omissioni istituzionali del sindaco è diretta, e non indiretta, sono soddisfatte le condizioni dell’art. 2055 c.c. Questo permette all’ente pubblico che ha risarcito il danno per intero di agire in regresso contro l’altro ente co-responsabile per ottenere la restituzione della quota di sua competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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