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Responsabilità lavoratore: onere prova del datore

La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha escluso la responsabilità del lavoratore per i danni causati da un incidente stradale, non avendo il datore di lavoro fornito prova della sua condotta colposa. L’ordinanza ribadisce che spetta al datore di lavoro dimostrare la violazione del dovere di diligenza del dipendente. Viene inoltre confermata l’illegittimità del licenziamento per assenza ingiustificata, poiché il lavoratore aveva provato i suoi tentativi di riprendere servizio, rimasti senza riscontro da parte dell’azienda.

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Responsabilità lavoratore: l’onere della prova spetta sempre al datore

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto del lavoro: la responsabilità del lavoratore in caso di danni arrecati ai beni aziendali e i limiti del potere disciplinare del datore di lavoro. Questa decisione chiarisce che spetta sempre al datore di lavoro fornire la prova rigorosa della condotta colposa del dipendente, non potendo questa essere presunta. Approfondiamo i dettagli del caso e i principi di diritto affermati.

I Fatti del Caso: Un Incidente e un Licenziamento

La vicenda ha origine da un sinistro stradale che ha coinvolto un autista dipendente di un’impresa di autotrasporti. Per evitare la collisione con un ciclomotore, l’autista ha eseguito una brusca sterzata, causando il ribaltamento del camion e il danneggiamento sia del veicolo che della merce trasportata.

In seguito a questo evento, il datore di lavoro ha intrapreso due azioni:
1. Ha citato in giudizio il dipendente, chiedendo un cospicuo risarcimento per i danni subiti, sostenendo una violazione del dovere di diligenza.
2. Ha licenziato il lavoratore per giusta causa, addebitandogli non solo la responsabilità per l’incidente, ma anche un’assenza ingiustificata dal lavoro.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Il Tribunale di primo grado aveva inizialmente dato ragione al datore di lavoro, condannando l’autista al risarcimento dei danni. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione. I giudici di secondo grado hanno stabilito che non vi erano prove sufficienti per attribuire la causa dell’incidente a una condotta colposa del lavoratore. Inoltre, hanno dichiarato illegittimo il licenziamento, accertando che l’assenza del dipendente non era ingiustificata, poiché egli aveva tentato più volte, senza successo, di contattare l’azienda per sapere quando riprendere il servizio.

L’Analisi della Cassazione sulla responsabilità del lavoratore

Il datore di lavoro ha presentato ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte lo ha respinto, confermando la sentenza d’appello e chiarendo importanti principi giuridici.

Il Disconoscimento della Prova e l’Onere del Datore

Uno dei motivi di ricorso riguardava il presunto valore probatorio della copia di un disco cronotachigrafo, che secondo il datore di lavoro avrebbe dimostrato un’eccessiva velocità del mezzo. La Corte ha chiarito che, trattandosi di una riproduzione meccanica (art. 2712 c.c.) e non di una copia fotografica di scrittura (art. 2719 c.c.), il disconoscimento operato dal lavoratore era valido. Quest’ultimo, infatti, non si era limitato a una generica contestazione, ma aveva fornito una versione alternativa dei fatti e contestato specificamente la corrispondenza tra la realtà fattuale e quella riprodotta. Spettava quindi al datore di lavoro, che intendeva avvalersi di quella prova, dimostrarne l’autenticità e la veridicità.

Responsabilità Contrattuale vs. Extracontrattuale

Il datore di lavoro ha tentato di invocare la presunzione di responsabilità del conducente prevista dall’art. 2054 c.c. in caso di incidenti senza scontro. La Cassazione ha respinto questa tesi, sottolineando che la richiesta di risarcimento si fondava sulla responsabilità del lavoratore di natura contrattuale (violazione degli artt. 2104 e 1176 c.c.), non extracontrattuale. Di conseguenza, le norme sulla responsabilità civile da circolazione di veicoli non erano applicabili al rapporto tra datore e dipendente, nel quale è sempre necessario provare l’inadempimento colposo agli obblighi contrattuali.

La Giusta Causa di Licenziamento: L’Assenza Ingiustificata

Anche il motivo relativo al licenziamento è stato rigettato. La Corte ha ritenuto corretta la valutazione dei giudici d’appello, i quali avevano dato peso alla documentazione prodotta dal lavoratore (missive e telegrammi). Da tali documenti emergeva chiaramente che il dipendente aveva più volte e invano invitato il datore di lavoro a comunicargli la data di ripresa del servizio. L’inerzia dell’azienda ha reso l’assenza giustificata, facendo venire meno la giusta causa del licenziamento.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su un principio cardine del diritto del lavoro: l’onere della prova della condotta negligente del lavoratore grava interamente sul datore di lavoro. Non è sufficiente che si verifichi un evento dannoso per far scattare automaticamente una responsabilità risarcitoria o disciplinare in capo al dipendente. Il datore deve fornire elementi concreti e specifici che dimostrino la violazione del dovere di diligenza. Allo stesso modo, un’assenza dal lavoro non può essere definita ‘ingiustificata’ se è il datore di lavoro, con la sua inerzia, a impedire al dipendente di riprendere le proprie mansioni, ignorando le sue richieste di chiarimenti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti implicazioni pratiche. Per i datori di lavoro, emerge la necessità di non agire d’impulso in seguito a un danno aziendale, ma di raccogliere prove solide prima di avviare azioni legali o procedimenti disciplinari. Per i lavoratori, si rafforza la tutela contro accuse generiche e licenziamenti privi di un solido fondamento probatorio. La sentenza ribadisce che il rapporto di lavoro è un rapporto contrattuale in cui i diritti e i doveri sono reciproci, e l’onere di dimostrare un inadempimento spetta a chi lo contesta.

A chi spetta l’onere di provare la condotta colposa del lavoratore in caso di incidente stradale con un veicolo aziendale?
Spetta interamente al datore di lavoro. Egli deve dimostrare in modo specifico che l’evento dannoso è derivato da una condotta negligente del dipendente e da una violazione dei suoi obblighi di diligenza contrattuale (art. 2104 c.c.).

Il disconoscimento della copia di un disco cronotachigrafo da parte del lavoratore è sufficiente a renderla inutilizzabile come prova?
Sì, se il disconoscimento è chiaro, circostanziato ed esplicito. La Corte ha stabilito che, ai sensi dell’art. 2712 c.c., il lavoratore può efficacemente contestare la conformità della riproduzione alla realtà dei fatti, ad esempio fornendo una diversa versione della dinamica dell’incidente. A quel punto, l’onere di provare la veridicità della copia torna in capo a chi l’ha prodotta, cioè il datore di lavoro.

Un’assenza dal lavoro può essere considerata ingiustificata se il lavoratore ha provato a contattare l’azienda per riprendere servizio?
No. Se il lavoratore dimostra, attraverso prove documentali come lettere o telegrammi, di aver cercato più volte di ottenere indicazioni dal datore di lavoro su quando riprendere servizio e quest’ultimo non ha fornito alcuna risposta, l’assenza non può essere considerata ingiustificata e non può costituire una giusta causa di licenziamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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