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Responsabilità intermediario: quando la banca risponde

Un risparmiatore, ex sportivo professionista, cita in giudizio un promotore e vari intermediari per operazioni distrattive. La Corte di Cassazione analizza la differenza tra responsabilità indiretta dell’intermediario per fatto del promotore (ex art. 31 T.U.F.) e la responsabilità diretta. Il ricorso del risparmiatore viene rigettato perché la richiesta di responsabilità diretta era stata formulata tardivamente, solo nelle memorie finali. La Corte sottolinea che la qualificazione della domanda deve essere chiara fin dall’inizio del processo. Viene inoltre evidenziata la condotta negligente del cliente nel facilitare l’illecito.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Intermediario Finanziario: Lezione dalla Cassazione su Tempistiche e Tipi di Azione

La questione della responsabilità intermediario finanziario per gli illeciti commessi dai propri promotori è un tema cruciale per la tutela dei risparmiatori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini tra responsabilità indiretta, prevista dal Testo Unico della Finanza, e responsabilità diretta dell’istituto, sottolineando l’importanza di una corretta e tempestiva impostazione dell’azione legale. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le implicazioni pratiche per chi investe.

I Fatti di Causa: Un Investimento Finito Male

Un ex sportivo professionista aveva affidato i propri risparmi a un promotore finanziario, il quale, tuttavia, compiva una serie di operazioni distrattive, causando un ingente danno patrimoniale. Il risparmiatore, dopo aver ottenuto un sequestro conservativo, decideva di citare in giudizio sia il promotore sia gli intermediari finanziari per i quali quest’ultimo operava.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda solo nei confronti del promotore, condannandolo a risarcire una somma considerevole. Insoddisfatto, il risparmiatore proponeva appello. La Corte d’Appello, in parziale riforma della prima sentenza, condannava anche uno degli intermediari a pagare una parte del danno, ma rigettava le altre richieste. Il risparmiatore decideva quindi di ricorrere in Cassazione, lamentando una mancata qualificazione della domanda come azione di responsabilità diretta nei confronti degli intermediari.

La Decisione della Cassazione e la responsabilità intermediario finanziario

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del risparmiatore, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della decisione ruota attorno alla distinzione tra due tipi di responsabilità e alla tempistica con cui le relative domande devono essere presentate nel processo.

Primo Motivo: La Tardiva Prospettazione della Responsabilità Diretta

Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito avrebbero dovuto qualificare la sua domanda come azione di responsabilità contrattuale diretta nei confronti degli intermediari (ai sensi degli artt. 1176 e 1218 c.c.), e non solo come responsabilità indiretta per il fatto del promotore (ex art. 31 T.U.F.).

La Cassazione ha chiarito che l’azione del risparmiatore, sin dall’atto di citazione, era stata inequivocabilmente basata sull’art. 31 T.U.F., che prevede una responsabilità solidale dell’intermediario per i danni arrecati a terzi dal promotore finanziario nell’esercizio delle sue incombenze. Una domanda basata sulla responsabilità diretta, invece, avrebbe richiesto l’allegazione e la prova di specifiche mancanze o inadempimenti imputabili direttamente all’organizzazione della banca (es. colpa nell’organizzazione, nella vigilanza, ecc.).

Secondo la Corte, questa diversa prospettazione è stata introdotta dal risparmiatore solo tardivamente, nella memoria conclusionale, e quindi non poteva essere presa in esame dai giudici. Il potere del giudice di qualificare la domanda non può spingersi fino a sostituire una domanda con un’altra basata su fatti e presupposti giuridici diversi e non tempestivamente dedotti.

Secondo e Terzo Motivo: Inammissibilità e Negligenza del Risparmiatore

Gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili. In particolare, la Corte ha rilevato la presenza di una “doppia conforme”, ovvero due decisioni di merito che avevano valutato i fatti in modo sostanzialmente identico, precludendo un nuovo esame in sede di legittimità.

Inoltre, è stata sottolineata la condotta dello stesso risparmiatore. I giudici hanno evidenziato come egli avesse agito con “evidente negligenza” e “imprudenza”, consegnando al promotore mezzi di pagamento sostanzialmente in bianco e dimostrando una scarsa preparazione in materia finanziaria. Questo comportamento colposo del cliente è stato un elemento rilevante nella valutazione complessiva della vicenda.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale: la domanda giudiziale deve essere definita nei suoi elementi costitutivi (causa petendi e petitum) fin dall’inizio del giudizio. Il risparmiatore ha fondato la sua azione sulla norma speciale (art. 31 T.U.F.) che presuppone una responsabilità indiretta, oggettiva, dell’intermediario per il solo fatto che il danno è stato causato da un suo preposto. Sostenere, solo alla fine del processo, che la banca avesse anche una responsabilità diretta per proprie mancanze organizzative costituisce una mutatio libelli, ovvero una modifica inammissibile della domanda.

La Corte ribadisce che, sebbene il giudice abbia il potere di interpretare e qualificare giuridicamente la domanda, non può stravolgerne l’oggetto, introducendo temi di indagine non proposti dalle parti. L’azione per responsabilità diretta richiede un onere della prova diverso e più specifico rispetto a quella per responsabilità indiretta. La tardività di tale prospettazione ha quindi reso la censura infondata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. La prima è di natura processuale: chi intende agire contro un intermediario finanziario deve, con l’assistenza del proprio legale, definire con chiarezza e fin da subito la natura della responsabilità che intende far valere. Confondere o modificare in corso di causa la base giuridica della propria pretesa può portare al rigetto della domanda. La seconda lezione riguarda la condotta del risparmiatore: una grave negligenza o imprudenza nella gestione dei propri investimenti e nei rapporti con il promotore può essere valutata negativamente dal giudice e indebolire, anche significativamente, la posizione dell’investitore danneggiato, pur in presenza di un illecito altrui.

Quando un intermediario finanziario è responsabile per il danno causato dal suo promotore?
L’intermediario è responsabile in solido con il promotore per i danni arrecati a terzi nell’esercizio delle sue funzioni, secondo l’art. 31 del Testo Unico della Finanza (responsabilità indiretta). Per far valere una responsabilità diretta dell’intermediario, è necessario invece allegare e provare specifiche mancanze dell’istituto stesso, come difetti di organizzazione o vigilanza, e tale richiesta deve essere formulata chiaramente fin dall’inizio del processo.

È possibile modificare la causa della propria richiesta (da responsabilità indiretta a diretta) nel corso del processo?
No. Secondo la Corte, la prospettazione di una responsabilità diretta, basata su presupposti di fatto e di diritto diversi da quella indiretta, se introdotta per la prima volta nelle memorie conclusionali, è tardiva e inammissibile. La domanda giudiziale deve essere chiara e definita sin dagli atti introduttivi.

La negligenza del risparmiatore può influire sulla decisione del giudice?
Sì. La Corte ha evidenziato che la condotta del risparmiatore, definita “sostanzialmente impudente e comunque connotata da profili di evidente negligenza” (come la consegna di mezzi di pagamento in bianco), è un fattore che viene considerato dai giudici di merito e può concorrere a limitare o escludere la responsabilità dell’intermediario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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