Responsabilità installatore: il tubo corroso e i danni da allagamento
L’ordinanza in esame chiarisce importanti aspetti sulla responsabilità installatore in caso di danni derivanti da un vizio del materiale installato. La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di allagamento causato dalla rottura del tubo di una lavastoviglie, confermando la condanna del professionista che aveva venduto e montato l’elettrodomestico. Questa decisione offre spunti fondamentali sulla valutazione delle prove, sul nesso di causalità e sulla prevedibilità del danno.
I fatti del caso: l’installazione e l’allagamento
Un proprietario di casa subiva ingenti danni a seguito dell’allagamento della propria abitazione. La causa era stata individuata nella rottura del tubo di carico di una lavastoviglie, venduta e installata da un professionista. Le indagini tecniche (CTU) avevano rivelato che il tubo si era rotto a causa della corrosione, un difetto già presente al momento dell’installazione. Di conseguenza, il proprietario citava in giudizio l’installatore per ottenere il risarcimento dei danni subiti.
I motivi del ricorso: la difesa dell’installatore
Condannato nei primi due gradi di giudizio, l’installatore ricorreva in Cassazione basando la sua difesa su quattro motivi principali:
1. Prova del danno: Sosteneva che i danni fossero stati provati solo sulla base di una perizia di parte, senza che lui avesse avuto modo di verificarli.
2. Concorso di colpa: Affermava che il proprietario avesse contribuito al danno non chiudendo il rubinetto dell’acqua dopo l’uso della lavastoviglie, come indicato nel manuale di istruzioni.
3. Imprevedibilità del danno: Riteneva che i danni estesi anche ad altre parti dell’edificio (pareti, soffitti delle autorimesse sottostanti) non fossero prevedibili.
4. Motivazione contraddittoria: Lamentava una contraddizione nella sentenza d’appello riguardo alla contestazione del danno.
La responsabilità installatore secondo la Cassazione
La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la piena responsabilità installatore. I giudici hanno chiarito che l’obbligo del professionista non si esaurisce nel mero montaggio, ma implica anche il dovere di informare il cliente sui rischi e di rifiutare un’installazione non sicura. Anche se il cliente avesse richiesto di utilizzare una vecchia tubatura (circostanza smentita in giudizio), l’installatore avrebbe dovuto informarlo del rischio di rottura o rifiutarsi di procedere.
Valore della perizia di parte e prova del danno
La Corte ha ritenuto infondato il motivo relativo alla prova. La decisione dei giudici di merito non si basava unicamente sulla perizia di parte del danneggiato. Al contrario, la prova del danno era stata raggiunta attraverso un complesso di elementi: fotografie, dichiarazioni dello stesso installatore e, soprattutto, la testimonianza del consulente tecnico di parte. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la perizia di parte, di per sé, ha solo valore di indizio. Tuttavia, se il consulente viene chiamato a testimoniare e conferma in giudizio le circostanze di fatto accertate, la sua dichiarazione assume pieno valore di prova testimoniale, garantendo il contraddittorio tra le parti.
Le motivazioni
La Cassazione ha smontato punto per punto le difese dell’installatore. Per quanto riguarda il presunto concorso di colpa del proprietario, i giudici hanno stabilito che la mancata chiusura del rubinetto fosse irrilevante. Il danno non era stato causato da un uso improprio, ma dalla rottura di un tubo già corroso. La causa unica ed esclusiva dell’allagamento era il difetto del materiale, presente fin dall’installazione. Pertanto, non vi era alcun nesso causale tra il comportamento del proprietario e l’evento dannoso. Sul tema della prevedibilità del danno, la Corte ha affermato che lo spandimento d’acqua in un appartamento rende del tutto prevedibile, secondo un criterio di normalità, il danneggiamento di pareti, mobilio e altre parti dell’edificio, anche laterali o sottostanti. La responsabilità contrattuale impone di considerare le conseguenze normali e probabili del proprio inadempimento. Infine, la presunta contraddizione motivazionale è stata ritenuta non decisiva, poiché la Corte d’Appello aveva fornito una valutazione autonoma e completa di tutte le risultanze istruttorie per giustificare la sussistenza dei danni.
Le conclusioni
La sentenza rafforza il principio della diligenza professionale che grava sull’installatore. Quest’ultimo non è un mero esecutore, ma un professionista tenuto a garantire la sicurezza e la conformità del proprio lavoro, anche informando il cliente di eventuali rischi. Per i proprietari di casa, la decisione conferma che la prova dei danni subiti può essere fornita con una pluralità di mezzi, e che la testimonianza del proprio consulente tecnico in giudizio è uno strumento processuale efficace. Infine, viene chiarito che un’abitudine comune, come non chiudere il rubinetto centrale di un elettrodomestico, non costituisce una colpa se la causa effettiva del danno risiede in un difetto preesistente del prodotto o dell’installazione.
Chi è responsabile se un tubo installato si rompe e causa un allagamento?
Secondo la sentenza, l’installatore è responsabile se la rottura è dovuta a un difetto preesistente, come la corrosione del materiale, già presente al momento dell’installazione. Il professionista ha il dovere di garantire la sicurezza dell’impianto.
Il proprietario di casa ha una parte di colpa se non chiude il rubinetto dell’acqua dopo l’uso della lavastoviglie?
No, in questo caso specifico la Corte ha escluso qualsiasi colpa del proprietario. La causa esclusiva del danno è stata individuata nella corrosione del tubo, rendendo irrilevante la mancata chiusura del rubinetto, che non ha avuto alcuna incidenza causale sull’evento.
Una perizia tecnica commissionata da una parte ha valore di prova in un processo?
Da sola, una perizia di parte ha solo valore di indizio. Tuttavia, se il consulente che l’ha redatta viene chiamato a testimoniare in tribunale e conferma, sotto giuramento, i fatti accertati nella perizia, la sua testimonianza acquista pieno valore di prova.