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Responsabilità gestore impianto sportivo: il caso

Un golfista veniva infortunato da un altro giocatore durante una partita. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che stabiliva la responsabilità gestore impianto sportivo in solido con il giocatore che ha materialmente causato il danno. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso delle associazioni sportive, ribadendo che la gestione di un campo da golf può essere qualificata come attività pericolosa e che la mancata adozione di idonee misure di sicurezza fonda una corresponsabilità del club nella causazione dell’evento dannoso.

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Pubblicato il 20 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Gestore Impianto Sportivo: Quando il Club Risponde per l’Incidente

L’infortunio di un atleta all’interno di una struttura sportiva solleva complesse questioni legali, in particolare riguardo alla responsabilità del gestore dell’impianto sportivo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il caso di un golfista ferito da un altro giocatore, confermando la condanna solidale del club di golf e delineando importanti principi sulla qualificazione del golf come attività pericolosa e sui doveri di vigilanza e sicurezza che gravano sui gestori.

I Fatti del Caso: Un Incidente sul Campo da Golf

Un apprendista giocatore di golf, mentre si trovava sul campo, veniva colpito da una mazza utilizzata in modo maldestro da un altro golfista. L’incidente causava notevoli danni fisici al malcapitato, che decideva di agire in giudizio per ottenere il risarcimento. La causa, inizialmente intentata contro una delle associazioni sportive che gestivano l’impianto, si estendeva fino a coinvolgere il giocatore che aveva materialmente causato il danno, un’altra associazione co-gestore del campo e le rispettive compagnie di assicurazione.

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Cassazione

Il Tribunale di primo grado aveva individuato la responsabilità esclusiva nel giocatore autore del gesto maldestro, condannandolo al risarcimento e rigettando le domande contro le associazioni sportive.
La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava parzialmente questa decisione. I giudici di secondo grado ritenevano che la responsabilità dell’accaduto non fosse solo del singolo giocatore, ma dovesse essere estesa in via concorrente anche alle due associazioni che gestivano il campo da golf. Di conseguenza, condannava tutti e tre i soggetti, in solido tra loro, al risarcimento del danno.
Contro questa sentenza, le due associazioni sportive proponevano ricorso in Cassazione, basandolo su diverse argomentazioni di carattere sia procedurale sia sostanziale.

I Motivi del Ricorso e la Responsabilità del Gestore dell’Impianto Sportivo

Le associazioni ricorrenti sostenevano principalmente due punti cruciali:
1. L’esclusione della loro responsabilità era ormai definitiva: a loro dire, nessuna delle parti aveva specificamente impugnato in appello il punto della sentenza di primo grado che le scagionava, rendendo tale decisione non più discutibile.
2. Il golf non è un’attività pericolosa: contestavano la qualificazione data dalla Corte d’Appello all’attività golfistica, sostenendo che non rientrasse nella nozione di “attività pericolosa” ai sensi dell’art. 2050 del Codice Civile. Tale qualificazione comporta un’inversione dell’onere della prova, ponendo a carico del gestore l’obbligo di dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee a evitare il danno.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la sentenza d’appello e la responsabilità del gestore dell’impianto sportivo.
In primo luogo, ha respinto l’eccezione procedurale, chiarendo che l’appello incidentale proposto dal giocatore responsabile aveva di fatto mantenuto aperta la questione della corresponsabilità delle associazioni.

Sul punto più rilevante, quello della natura dell’attività, la Corte ha specificato che la pericolosità non deriva da elenchi predefiniti, ma va accertata in concreto, caso per caso. I giudici hanno ritenuto corretta la valutazione della Corte d’Appello, secondo cui “l’utilizzo di pesanti mazze di metallo e palline colpite con notevole vigore” rende il gioco del golf un’attività potenzialmente in grado di arrecare danni se non praticata con le dovute cautele. Questa qualificazione giustifica l’applicazione del regime di responsabilità aggravata previsto dall’art. 2050 c.c.

Infine, la Corte ha ritenuto infondata anche la doglianza relativa alla mancata ripartizione delle quote di colpa. Ha chiarito che, stabilendo una responsabilità concorrente ai sensi dell’art. 2055 c.c., la Corte d’Appello aveva implicitamente presunto quote di responsabilità uguali tra i tre soggetti coinvolti (un terzo ciascuno).

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: la responsabilità del gestore di un impianto sportivo non si limita alla manutenzione della struttura, ma si estende alla gestione del rischio intrinseco all’attività che vi si svolge. La qualificazione di un’attività come “pericolosa” non è astratta, ma dipende dai mezzi utilizzati e dalle circostanze concrete. Per i gestori di club sportivi, in particolare quelli come il golf dove si utilizzano attrezzi potenzialmente lesivi, emerge un chiaro dovere di adottare e far rispettare tutte le misure di sicurezza necessarie per prevenire incidenti, pena la condivisione della responsabilità risarcitoria con chi materialmente causa il danno.

La gestione di un campo da golf è considerata un’attività pericolosa?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la pratica del golf può essere qualificata come attività pericolosa ai sensi dell’art. 2050 c.c. La valutazione non è astratta, ma si basa sull’analisi concreta dei mezzi impiegati, come l’uso di pesanti mazze e palline colpite con forza, che sono potenzialmente in grado di arrecare danno.

Il gestore di un impianto sportivo è sempre responsabile per gli incidenti tra giocatori?
Il gestore può essere ritenuto corresponsabile insieme al giocatore che ha causato l’incidente. La sentenza stabilisce una responsabilità concorrente quando il gestore non prova di aver adottato tutte le misure idonee a prevenire il danno, venendo meno ai suoi obblighi di vigilanza e sicurezza.

Cosa significa responsabilità solidale per i gestori del club e il giocatore che ha causato il danno?
Significa che la persona danneggiata ha il diritto di chiedere l’intero importo del risarcimento a uno qualsiasi dei responsabili (il giocatore o una delle due associazioni sportive). Sarà poi compito del soggetto che ha pagato rivalersi sugli altri corresponsabili per ottenere la restituzione delle rispettive quote di colpa, che in questo caso sono state presunte uguali (un terzo ciascuno).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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