LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità funzionario pubblico: quando paga di tasca sua

Un funzionario pubblico ha autorizzato un servizio professionale per un ente locale senza una formale delibera di spesa. La Corte di Cassazione ha confermato la sua responsabilità personale per il pagamento, ribadendo che il finanziamento generale di un progetto non sostituisce il necessario impegno contabile specifico. La decisione sottolinea la stringente responsabilità del funzionario pubblico in assenza delle corrette procedure amministrative.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Funzionario Pubblico: Quando Paga di Tasca Sua

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per chiunque interagisca con la Pubblica Amministrazione: la responsabilità del funzionario pubblico. La pronuncia chiarisce in modo netto le conseguenze per un funzionario che autorizza una spesa senza seguire le procedure contabili previste dalla legge, stabilendo che in tali casi il rapporto obbligatorio si instaura direttamente con lui, e non con l’ente che rappresenta. Questo significa che sarà il funzionario a dover pagare il creditore di tasca propria.

I Fatti del Caso: Dall’Incarico Professionale all’Aula di Tribunale

La vicenda ha origine da un incarico professionale conferito a un consulente per la gestione di un progetto di formazione per conto di un ente locale. Il funzionario responsabile del progetto sottoscriveva la convenzione con il professionista senza che vi fosse una preventiva delibera autorizzativa della spesa da parte dell’ente.

La Causa in Primo Grado e in Appello

Il professionista, non avendo ricevuto il pagamento, citava in giudizio sia il funzionario sia l’ente locale. Il Tribunale, in prima istanza, riconosceva la responsabilità personale del funzionario ai sensi del Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000), condannandolo al pagamento del compenso. La decisione veniva confermata anche dalla Corte d’Appello, che rigettava il gravame del funzionario.

Il Ricorso in Cassazione

Il funzionario decideva quindi di ricorrere alla Corte di Cassazione, basando il suo ricorso su due motivi principali:
1. La presunta omessa pronuncia da parte dei giudici di merito sulla sua richiesta di essere tenuto indenne dall’ente locale.
2. L’errata applicazione delle norme, sostenendo che la spesa fosse comunque coperta dal finanziamento complessivo del progetto e non necessitasse di una specifica delibera.

La Decisione della Cassazione sulla Responsabilità del Funzionario Pubblico

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo in parte infondato e in parte inammissibile, e confermando così la condanna personale del funzionario. L’analisi dei motivi di ricorso offre importanti spunti di riflessione.

L’infondatezza del Motivo sull’Omessa Pronuncia

La Corte ha rilevato che, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, la Corte d’Appello si era espressamente pronunciata sulla richiesta di manleva, evidenziando come tale domanda non fosse mai stata formalmente proposta nel giudizio di primo grado. Il ricorrente, nel suo ricorso, non ha adempiuto all’onere di specificare dove e quando avesse formulato tale richiesta, rendendo il motivo di ricorso generico e quindi infondato.

L’Inammissibilità del Motivo sulla Copertura Finanziaria

Il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha spiegato che la tesi del funzionario, secondo cui la copertura finanziaria generale del progetto bastasse a giustificare la spesa, si scontra con un principio consolidato. La ratio decidendi della sentenza d’appello, infatti, distingueva nettamente tra “prevedere un finanziamento di progetto” e “deliberare la singola spesa”. Senza un formale impegno contabile, l’obbligazione non può sorgere in capo all’ente pubblico.

Le Motivazioni della Corte: Un Principio Consolidato

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del diritto amministrativo e contabile: un’obbligazione a carico di un ente locale sorge solo se esiste una formale delibera di assunzione di impegno contabile, come previsto dall’art. 191 del D.Lgs. 267/2000. In assenza di tale atto, il rapporto contrattuale si instaura direttamente tra il terzo contraente e il funzionario che ha autorizzato la prestazione. Questa regola serve a garantire la trasparenza e la sana gestione delle finanze pubbliche.

Il funzionario che agisce al di fuori di questo schema normativo non impegna l’ente, ma se stesso. L’azione di ingiustificato arricchimento verso l’ente non è esperibile, salvo che l’ente stesso non riconosca a posteriori il debito come “debito fuori bilancio” ai sensi dell’art. 194 del medesimo decreto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Funzionari e Professionisti

Questa ordinanza rappresenta un monito per i funzionari pubblici: l’osservanza delle procedure contabili non è una mera formalità, ma un requisito sostanziale che determina la validità degli impegni assunti per conto dell’ente. L’inosservanza comporta una diretta e personale responsabilità del funzionario pubblico.

Per i professionisti e le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione, la lezione è altrettanto chiara: prima di eseguire una prestazione, è essenziale verificare l’esistenza di una regolare delibera di impegno di spesa. Affidarsi alle sole rassicurazioni verbali o alla firma di un funzionario su una convenzione, senza questo presupposto fondamentale, espone al rischio concreto di non vedere mai saldato il proprio compenso dall’ente, dovendosi poi rivalere, con un percorso giudiziario, direttamente sulla persona del funzionario.

Quando un funzionario pubblico è personalmente responsabile per un’obbligazione contratta per conto dell’ente?
Un funzionario pubblico è personalmente responsabile quando consente l’acquisizione di una prestazione o di un servizio per l’ente senza che vi sia una preventiva e formale delibera che autorizzi la spesa e ne preveda l’impegno contabile, come richiesto dagli artt. 191 e 194 del D.Lgs. 267/2000. In questo caso, il rapporto obbligatorio si instaura direttamente tra il fornitore e il funzionario.

Il finanziamento generale di un progetto è sufficiente a coprire le singole spese e a far sorgere un’obbligazione per l’ente pubblico?
No. La Corte ha chiarito che prevedere un finanziamento complessivo per un progetto è diverso dal deliberare e impegnare contabilmente una singola spesa. Per far sorgere un’obbligazione valida in capo all’ente, è necessaria una specifica previsione e un formale impegno di spesa per ogni singola prestazione.

Cosa deve fare un ricorrente in Cassazione se lamenta che un giudice precedente non si è pronunciato su una sua richiesta?
Il ricorrente deve adempiere all’onere di localizzazione, imposto dall’art. 366, n. 6, cod. proc. civ. Ciò significa che deve indicare in modo specifico nel ricorso in quali atti del precedente giudizio, dove e quando, aveva formulato la richiesta su cui il giudice avrebbe omesso di pronunciarsi. In mancanza di tale specificazione, il motivo di ricorso è considerato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati