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Responsabilità fauna selvatica: la Cassazione decide

Un motociclista subisce un incidente a causa di un animale selvatico e cita in giudizio l’ente regionale. I tribunali di merito gli danno ragione, ma la questione arriva in Cassazione. La Suprema Corte, riconoscendo l’importanza del tema sulla responsabilità per fauna selvatica e il potenziale concorso di colpa del conducente, non emette una decisione finale. Invece, con un’ordinanza interlocutoria, rinvia il caso a una pubblica udienza per stabilire un principio di diritto chiaro e uniforme, data la frequenza di casi simili.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Incidente con animali selvatici: chi paga? La Cassazione prepara una sentenza chiave

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un tema di grande attualità: la responsabilità per fauna selvatica in caso di incidenti stradali. Con un’ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha deciso di non risolvere immediatamente un caso specifico, ma di portarlo in pubblica udienza per definire un orientamento univoco. Vediamo nel dettaglio i fatti e le implicazioni di questa importante decisione.

I fatti del caso e l’iter giudiziario

La vicenda ha origine dall’incidente occorso a un motociclista che, mentre percorreva una strada statale, cadeva a causa dell’improvviso attraversamento di un capriolo. Il conducente citava quindi in giudizio l’ente regionale per ottenere il risarcimento dei danni subiti, invocando la responsabilità dell’ente ai sensi dell’art. 2052 del codice civile, che disciplina il danno cagionato da animali.

L’ente regionale si difendeva sostenendo di non essere il soggetto corretto da citare in giudizio (difetto di legittimazione passiva) e, in ogni caso, attribuendo la colpa al motociclista sulla base della presunzione di responsabilità del conducente prevista dall’art. 2054 del codice civile.

Sia il Giudice di Pace in primo grado che il Tribunale in appello davano ragione al motociclista, condannando la Regione al risarcimento. I giudici di merito ritenevano applicabile la responsabilità dell’ente per i danni causati dalla fauna selvatica, confermando la decisione iniziale.

La questione giuridica sulla responsabilità per fauna selvatica

Insoddisfatta della decisione d’appello, la Regione proponeva ricorso in Cassazione. Il nodo centrale del ricorso riguarda il complesso rapporto tra due norme fondamentali del nostro ordinamento:

* Art. 2052 c.c. (Danno cagionato da animali): Stabilisce che il proprietario o chi si serve di un animale è responsabile dei danni da esso cagionati, salvo che provi il caso fortuito.
* Art. 2054, comma 1, c.c. (Circolazione di veicoli): Prevede che il conducente di un veicolo è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.

La Corte di Cassazione si trova quindi di fronte a una questione cruciale: come si conciliano queste due forme di responsabilità? In un incidente tra un veicolo e un animale selvatico, la colpa si presume a carico del conducente o la responsabilità ricade sull’ente preposto alla gestione della fauna? E cosa succede se nessuna delle due parti riesce a fornire la prova liberatoria richiesta dalla rispettiva norma?

Le motivazioni dell’ordinanza

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha riconosciuto che la questione sollevata ha un’importanza che va oltre il singolo caso. Data la frequenza di incidenti simili e le incertezze interpretative, il Collegio ha ritenuto che la questione avesse un “rilievo nomofilattico”. Questo termine tecnico indica la necessità di assicurare un’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale, che è la funzione principale della Corte di Cassazione.

Per questo motivo, anziché decidere il caso nella consueta camera di consiglio, la Corte ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza. Questa scelta procedurale permette una discussione più approfondita e solenne del caso, al termine della quale verrà stabilito un principio di diritto chiaro e vincolante per i futuri casi analoghi.

Le conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non chiude la vicenda, ma la apre a uno scenario di maggiore portata. La futura sentenza, che verrà emessa dopo la pubblica udienza, è destinata a diventare un punto di riferimento fondamentale in materia di responsabilità per fauna selvatica. Gli automobilisti, le compagnie di assicurazione e gli enti pubblici attendono con interesse questa decisione, che farà finalmente chiarezza su come ripartire le responsabilità e gli oneri probatori quando le strade dell’uomo e degli animali si incrociano in modo imprevisto e pericoloso.

Qual è la questione giuridica principale sollevata dall’ordinanza?
La questione principale è il rapporto tra la responsabilità del conducente di un veicolo (art. 2054 c.c.) e quella dell’ente pubblico per i danni causati da fauna selvatica (art. 2052 c.c.), in particolare riguardo alle prove che ciascuna parte deve fornire per liberarsi dalla propria presunzione di responsabilità.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte non ha deciso subito perché ha riconosciuto che la questione ha un’elevata importanza per l’uniforme interpretazione del diritto (‘rilievo nomofilattico’), data la frequenza di incidenti simili. Ha quindi rinviato il caso a una pubblica udienza per poter stabilire un orientamento interpretativo chiaro e univoco.

Cosa ha deciso la Corte con questa ordinanza?
Con questa ordinanza interlocutoria, la Corte non ha deciso nel merito del ricorso, ma ha stabilito una tappa procedurale: ha rinviato la causa a nuovo ruolo affinché venga discussa in una pubblica udienza, in vista di una pronuncia di principio sulla materia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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