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Responsabilità extracontrattuale condominio: chi paga?

Una società si oppone a un pignoramento subito per un debito derivante da danni da infiltrazioni in un condominio. La società sosteneva che il creditore dovesse prima agire contro altri debitori (beneficium excussionis) e avesse rinunciato alla solidarietà. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, chiarendo che la responsabilità extracontrattuale del condominio per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) genera un’obbligazione solidale tra tutti i condomini (art. 2055 c.c.). Pertanto, il creditore può richiedere l’intero importo a un singolo condomino, senza l’obbligo di escutere preventivamente gli altri.

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Responsabilità Extracontrattuale del Condominio: chi paga i danni?

Quando si verificano danni in un condominio, come le infiltrazioni d’acqua da parti comuni, sorge una domanda cruciale: chi è tenuto a pagare? La risposta dipende dalla natura della responsabilità. La recente sentenza del Tribunale di Trieste offre un chiarimento fondamentale sulla differenza tra obbligazioni condominiali ordinarie e la responsabilità extracontrattuale del condominio, stabilendo principi netti sulla solidarietà passiva tra i condomini.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dall’opposizione di una società a un’azione esecutiva (pignoramento presso terzi) avviata da un creditore per una somma di quasi 46.000 euro. Tale debito derivava da due sentenze che condannavano il condominio a risarcire i danni causati da infiltrazioni. La società opponente, in qualità di condomino, riteneva di non dover pagare l’intera somma per diverse ragioni. In primo luogo, invocava il beneficium excussionis, sostenendo che il creditore avrebbe dovuto prima agire contro il condomino direttamente inadempiente. In secondo luogo, affermava che il creditore, avendo già agito contro altri condomini per le loro singole quote, avesse tacitamente rinunciato al vincolo di solidarietà. Infine, sosteneva che l’obbligazione fosse propter rem, ovvero legata all’immobile, e che quindi dovesse gravare sui nuovi proprietari, avendo essa venduto le sue unità immobiliari.

Le Argomentazioni delle Parti

L’opponente basava la sua difesa su tre pilastri:
1. Beneficio di escussione: Il creditore non poteva agire direttamente contro un condomino solvente senza prima aver tentato di recuperare il credito dal condomino moroso.
2. Rinuncia alla solidarietà: Agendo in modo frazionato contro vari condomini, il creditore avrebbe scelto un criterio di parziarietà, perdendo il diritto di chiedere l’intero a un singolo soggetto.
3. Natura dell’obbligazione: Trattandosi di un’obbligazione legata alla proprietà, la responsabilità si sarebbe trasferita ai nuovi acquirenti degli immobili.

Di contro, il creditore opposto ribatteva che il debito non derivava da oneri condominiali (natura contrattuale), ma da un fatto illecito (art. 2051 c.c. – danno da cose in custodia), con conseguente natura extracontrattuale. Questo implicava l’applicazione del principio di solidarietà passiva (art. 2055 c.c.), secondo cui tutti i corresponsabili sono tenuti in solido per l’intero risarcimento. Pertanto, il creditore era libero di agire contro qualsiasi condomino per l’intera somma, senza alcun beneficio di escussione.

La decisione sulla responsabilità extracontrattuale del condominio

Il Tribunale di Trieste ha respinto integralmente l’opposizione, accogliendo la tesi del creditore. La decisione si fonda su un punto giuridico dirimente: la natura della responsabilità.

Le Motivazioni della Decisione

Il giudice ha stabilito che i danni da infiltrazioni provenienti da parti comuni di un edificio configurano un’ipotesi di responsabilità extracontrattuale per danno da cose in custodia, ai sensi dell’art. 2051 c.c. Questo tipo di responsabilità, secondo la giurisprudenza consolidata (richiamando Cass. S.U. n. 9449/2016), non è assimilabile a un’obbligazione condominiale ordinaria (es. pagamento delle quote), ma a un illecito civile.

Di conseguenza, si applica l’art. 2055 c.c., che stabilisce la regola della solidarietà passiva tra tutti i corresponsabili del danno. In questo contesto, i corresponsabili sono tutti i condomini, in quanto custodi delle parti comuni.

Questo principio comporta due conseguenze fondamentali:
1. Inapplicabilità del beneficium excussionis: Il creditore danneggiato ha il diritto di richiedere l’intero risarcimento a uno qualsiasi dei condomini, senza essere obbligato a escutere preventivamente gli altri.
2. Natura personale dell’obbligazione: La responsabilità sorge in capo a chi era proprietario al momento del fatto illecito. Non è un’obbligazione propter rem che si trasferisce con la vendita dell’immobile.

Il Tribunale ha inoltre chiarito che non vi era alcuna prova di una rinuncia tacita alla solidarietà. Il solo fatto che un creditore accetti un pagamento parziale da uno dei debitori non costituisce una rinuncia, a meno che non venga rilasciata una quietanza specifica “per la sua parte e senza riserve per il credito residuo”, cosa che non era avvenuta nel caso di specie.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cruciale per la gestione dei contenziosi in ambito condominiale. In caso di danni a terzi o a singoli condomini derivanti da beni comuni, la responsabilità del condominio è di natura extracontrattuale. Ciò significa che tutti i condomini sono obbligati in solido al risarcimento. Il creditore può legittimamente agire per l’intero importo nei confronti di un solo condomino, il quale, una volta pagato, avrà diritto di regresso verso gli altri per recuperare le rispettive quote. Questa regola tutela maggiormente il danneggiato, semplificando il recupero del credito.

Chi è responsabile per i danni da infiltrazioni provenienti da parti comuni in un condominio?
Secondo la sentenza, la responsabilità è di natura extracontrattuale (art. 2051 c.c.) e grava su tutti i condomini in solido, in quanto custodi delle parti comuni. L’obbligazione che ne deriva è personale e non si trasferisce con la vendita dell’immobile.

Il creditore deve prima agire contro il condomino moroso prima di chiedere il pagamento agli altri?
No. Trattandosi di responsabilità solidale derivante da fatto illecito (art. 2055 c.c.), non si applica il principio del beneficium excussionis. Il creditore può scegliere liberamente di agire per l’intero importo contro uno qualsiasi dei condomini, senza dover prima escutere gli altri.

Se un condomino paga una parte del debito, il creditore rinuncia alla solidarietà?
No. La rinuncia alla solidarietà non è presunta. Il semplice ricevimento di un pagamento parziale non è sufficiente a integrare una rinuncia, a meno che il creditore non rilasci al debitore una quietanza specifica per la sua sola quota e senza riserve per il credito residuo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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