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Responsabilità ente pubblico: condanna per lite temeraria

Una recente sentenza ha stabilito la responsabilità di un ente pubblico per l’erroneo recupero di una somma dovuta a un’azienda. Nonostante l’ammissione di colpa, l’ente ha resistito in giudizio, subendo una condanna non solo alla restituzione dell’importo ma anche al risarcimento per lite temeraria. Il Tribunale ha chiarito che ritardare un pagamento dovuto e costringere la controparte a un’azione legale ingiustificata integra una condotta processuale sanzionabile.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Ente Pubblico: Condanna per Pagamento Errato e Lite Temeraria

La responsabilità di un ente pubblico per errori commessi nell’esercizio delle sue funzioni è un tema di grande attualità. Una recente sentenza del Tribunale ha fatto luce su un caso emblematico, condannando un ente erogatore non solo a restituire una somma indebitamente trattenuta, ma anche a risarcire il danno per aver resistito in giudizio pur essendo consapevole del proprio torto. Questo provvedimento sottolinea l’importanza del principio di correttezza e buona fede che deve guidare anche l’azione della Pubblica Amministrazione.

I Fatti di Causa: Un Pagamento Mancato

Una società attrice citava in giudizio un proprio mandatario, lamentando il mancato incasso di un importo di oltre 18.000 Euro. Il convenuto, a sua volta, si difendeva sostenendo di aver adempiuto a tutti i suoi obblighi contrattuali e chiamava in causa l’ente pubblico incaricato dell’erogazione dei fondi, ritenendolo il vero responsabile dell’ammanco. L’ente, infatti, aveva erroneamente disposto il recupero della somma, causando il pregiudizio economico alla società attrice.

La Chiamata in Causa e l’Ammissione di Colpa

Durante il processo, emergeva con chiarezza che la responsabilità dell’omesso pagamento era da attribuirsi esclusivamente all’ente pubblico. Lo stesso ente, in un’udienza, ammetteva la fondatezza della pretesa della società attrice, dichiarando che, a seguito di controlli, la somma richiesta era effettivamente dovuta e che si sarebbe adoperato per il pagamento. Tuttavia, nonostante questa ammissione, l’ente chiedeva un rinvio, dilatando ulteriormente i tempi del processo e costringendo le altre parti a proseguire l’attività difensiva.

La Decisione del Giudice sulla base della “Ragione più Liquida”

Il Tribunale, applicando il principio della “ragione più liquida”, ha deciso la causa concentrandosi sull’aspetto più evidente e risolutivo, senza dover esaminare tutte le questioni preliminari. Questo approccio, finalizzato a garantire la ragionevole durata del processo (art. 111 Cost.), ha permesso di accertare rapidamente l’esclusiva responsabilità dell’ente erogatore.

La Responsabilità dell’Ente Pubblico e la Condanna per Lite Temeraria

La condotta processuale dell’ente è stata giudicata dal Tribunale come un caso di “lite temeraria” ai sensi dell’art. 96 c.p.c. Resistere in giudizio e chiedere rinvii pur nella “certezza della fondatezza della domanda avversaria” è stato considerato un comportamento sanzionabile. L’ente non solo era consapevole del proprio errore già prima dell’inizio della causa, ma ha anche prolungato inutilmente il contenzioso, aggravando i costi e i tempi della giustizia.

Le Motivazioni della Decisione

Il giudice ha motivato la condanna evidenziando come l’ente avesse resistito nel giudizio con la palese consapevolezza dell’illegittimità del proprio operato. L’ammissione di colpa, seguita dalla richiesta di un rinvio per il pagamento, è stata interpretata come una strategia dilatoria che ha causato un danno alla società attrice e ha inutilmente impegnato l’autorità giudiziaria. Di conseguenza, l’ente è stato condannato a pagare un importo a titolo di risarcimento del danno, liquidato in via equitativa in una somma pari ai compensi legali.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con una ripartizione netta di responsabilità e costi. L’ente pubblico è stato condannato a:
1. Pagare alla società attrice la somma originariamente dovuta di 18.610,56 Euro, oltre interessi.
2. Risarcire il danno per lite temeraria per 5.077,00 Euro.
3. Rifondere le spese legali della società attrice.

Al contempo, la società attrice, avendo inizialmente citato in giudizio il soggetto sbagliato (il mandatario), è stata condannata a pagare le spese legali sia del convenuto originario sia della terza parte chiamata in causa da quest’ultimo. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la responsabilità dell’ente pubblico non esime le altre parti dall’agire con diligenza, individuando correttamente il soggetto responsabile prima di avviare un’azione legale.

Chi è responsabile se un ente pubblico commette un errore in un pagamento destinato a un’azienda?
Secondo la sentenza, la responsabilità è esclusiva dell’ente pubblico che ha commesso l’errore. Nel caso specifico, l’ente aveva erroneamente recuperato una somma e, una volta accertato l’errore, è stato condannato a pagare direttamente l’importo dovuto all’azienda.

Cosa si intende per lite temeraria e quando può essere applicata a un ente pubblico?
La lite temeraria si configura quando una parte resiste in un processo pur sapendo di avere torto, agendo con malafede o colpa grave. Il Tribunale l’ha applicata all’ente pubblico perché, nonostante avesse ammesso la fondatezza della pretesa, ha deliberatamente ritardato il processo, causando un danno ingiusto alla controparte.

Cosa succede se si fa causa alla persona sbagliata in una controversia?
Se la domanda giudiziale contro una parte si rivela infondata, chi ha avviato la causa (l’attore) è tenuto a rimborsare a quella parte tutte le spese legali sostenute per difendersi. Questo è avvenuto nel caso in esame, dove la società attrice è stata condannata a pagare le spese del suo mandatario, poiché la responsabilità era di un altro soggetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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