LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità Ente: la condotta imprudente è caso fortuito

Un cittadino ha citato in giudizio un Comune per i danni subiti a seguito di una caduta su una scalinata pubblica, sostenendo che fosse pericolosamente scivolosa. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, respingendo la richiesta. I giudici hanno stabilito che la pendenza della scalinata era evidente e che la condotta imprudente del danneggiato, il quale non ha prestato la dovuta attenzione, ha interrotto il nesso di causalità. Tale comportamento è stato qualificato come caso fortuito, escludendo così la responsabilità dell’ente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Ente per Caduta: Quando la Colpa è del Pedone?

La questione della responsabilità ente per i danni subiti dai cittadini a causa della cattiva manutenzione di strade, marciapiedi e aree pubbliche è un tema ricorrente nelle aule di tribunale. Spesso si presume che il Comune sia sempre tenuto a risarcire. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Appello di Salerno ci ricorda un principio fondamentale: se la condotta imprudente del danneggiato è la vera causa dell’incidente, la responsabilità dell’ente viene meno. Analizziamo questo caso emblematico di caduta su una scalinata pubblica.

I Fatti del Caso: Una Caduta sulla Scalinata Pubblica

Un cittadino subiva una frattura a seguito di una caduta avvenuta mentre scendeva una scalinata pubblica che collegava due vie cittadine. Sostenendo che l’incidente fosse stato causato dall’eccessiva pendenza e dalla scivolosità della pavimentazione, aggravata da un sistema di irrigazione, citava in giudizio il Comune per ottenere il risarcimento dei danni. In primo grado, il Tribunale rigettava la domanda, ritenendo non provato il nesso di causalità tra le condizioni della scalinata e l’evento. L’interessato proponeva quindi appello, insistendo sulla pericolosità del luogo e sulla responsabilità dell’ente locale.

La Decisione della Corte d’Appello e la responsabilità ente

La Corte di Appello ha confermato integralmente la sentenza di primo grado, rigettando l’appello e condannando l’appellante al pagamento delle spese legali. I giudici hanno basato la loro decisione su un’attenta analisi delle prove e sull’applicazione dei principi che regolano la responsabilità da cose in custodia (art. 2051 c.c.).

Analisi delle Prove: Mancanza del Nesso Causale

Il punto cruciale della controversia era la prova del nesso di causalità. L’appellante doveva dimostrare che la sua caduta era stata una conseguenza diretta delle condizioni oggettive della scalinata. La Corte ha osservato che:

* Assenza di acqua: Nonostante le affermazioni dell’appellante, nessuna prova testimoniale ha confermato in modo univoco che la scalinata fosse bagnata al momento dell’incidente, avvenuto alle 11 di mattina di un giorno d’agosto. Anzi, l’unica testimone presente al momento della caduta ha negato la presenza di acqua.
* Condizioni di visibilità: L’incidente si è verificato in pieno giorno e con ottima visibilità, permettendo a chiunque di percepire chiaramente le caratteristiche del percorso.
* Caratteristiche strutturali: Sebbene la scalinata fosse ripida, questa sua caratteristica era palese e immediatamente visibile. Inoltre, le fotografie in atti mostravano che la pavimentazione presentava delle scanalature, un accorgimento tecnico volto proprio a ridurre la scivolosità.

Il Comportamento del Danneggiato come Caso Fortuito

Sulla base di queste premesse, la Corte ha concluso che la causa dell’incidente non andava ricercata nelle condizioni del bene pubblico, ma nel comportamento del danneggiato stesso. Egli era perfettamente in grado di percepire la pendenza del percorso e avrebbe dovuto, di conseguenza, adottare una maggiore cautela o, addirittura, scegliere un percorso alternativo, come dichiarato possibile da un testimone.

Questa condotta negligente ha, secondo i giudici, interrotto il nesso di causalità tra la cosa (la scalinata) e il danno (la caduta). In termini giuridici, il comportamento imprudente del pedone ha integrato gli estremi del “caso fortuito”: un evento imprevedibile e inevitabile dal punto di vista del custode (il Comune) che esclude totalmente la sua responsabilità.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio consolidato secondo cui la responsabilità oggettiva dell’ente proprietario di una strada pubblica, ai sensi dell’art. 2051 c.c., non è assoluta. Essa viene meno quando si dimostra che il danno è stato determinato da un fattore esterno che ha interrotto il legame causale. In questo caso, il fattore esterno è stata proprio la condotta della vittima, che ha utilizzato il bene pubblico in modo improprio o disattento. La Corte ha sottolineato che quanto più un pericolo è prevedibile e superabile con l’adozione di normali cautele, tanto più il comportamento della vittima che non adotta tali cautele assume un’efficienza causale esclusiva nel prodursi del danno. Non è stato provato che la scalinata presentasse un’insidia o un trabocchetto, ma solo una pendenza accentuata, pienamente visibile e affrontabile con la dovuta prudenza.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un concetto importante: la responsabilità ente non è un salvacondotto per ogni tipo di incidente su suolo pubblico. Il cittadino ha il dovere di usare prudenza e diligenza nell’utilizzare i beni comuni. Quando un potenziale pericolo è evidente e percepibile, spetta all’utente adottare le cautele necessarie per evitarlo. Se non lo fa, e subisce un danno, non potrà addossare la colpa all’ente pubblico, poiché la sua stessa negligenza sarà considerata la vera ed unica causa dell’evento.

Quando è esclusa la responsabilità dell’ente pubblico per una caduta su suolo pubblico?
La responsabilità dell’ente è esclusa quando l’evento dannoso è causato esclusivamente dalla condotta imprudente del danneggiato, la quale interrompe il nesso di causalità. Tale comportamento, dal punto di vista del custode, integra il cosiddetto ‘caso fortuito’.

Cosa deve provare chi subisce un danno a seguito di una caduta su una strada pubblica?
Chi subisce il danno deve fornire la prova non solo del fatto storico della caduta e delle lesioni riportate, ma soprattutto del nesso di causalità, ovvero deve dimostrare che l’incidente è stato una conseguenza diretta e inevitabile delle condizioni della cosa in custodia (es. una buca non visibile, una macchia d’olio, etc.).

La pericolosità evidente di un percorso può influire sulla responsabilità dell’ente?
Sì, in modo decisivo. Se una condizione di potenziale pericolo, come una scalinata molto ripida, è palese, visibile e facilmente percepibile, ci si aspetta che l’utente adotti una maggiore prudenza o scelga un percorso alternativo. L’eventuale caduta dovuta a disattenzione in un contesto simile viene attribuita alla colpa esclusiva del danneggiato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati