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Responsabilità distributore: obblighi su etichette

La Corte di Cassazione ha confermato una sanzione amministrativa a carico di un operatore commerciale per la vendita di prodotti con etichettatura non conforme. La sentenza stabilisce un principio fondamentale sulla responsabilità del distributore: non solo il produttore o l’importatore, ma tutti gli operatori della filiera economica, inclusi i distributori, sono responsabili di garantire che i prodotti immessi sul mercato riportino le informazioni obbligatorie per legge, come le avvertenze in lingua italiana. La Corte ha rigettato la tesi difensiva secondo cui tali obblighi graverebbero solo sull’ultimo anello della catena di vendita al consumatore, estendendo la responsabilità a tutta la filiera per assicurare una tutela più efficace.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Distributore: Obblighi su Etichette e Sicurezza Prodotti

La questione della responsabilità del distributore per la conformità dei prodotti venduti è un tema cruciale per ogni operatore commerciale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 32079/2024) ha fatto chiarezza, stabilendo che gli obblighi informativi e di sicurezza non ricadono solo su chi produce o importa, ma si estendono a tutta la filiera economica. L’analisi di questa decisione è fondamentale per comprendere i doveri di diligenza che ogni commerciante deve rispettare per non incorrere in pesanti sanzioni.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un’ordinanza ingiunzione emessa da una Camera di Commercio nei confronti di un operatore commerciale. L’ente contestava la violazione di diverse normative a tutela del consumatore, tra cui:

* La vendita di prodotti privi delle indicazioni obbligatorie in lingua italiana, come previsto dal Codice del Consumo.
* La commercializzazione di giocattoli e dispositivi di protezione individuale (DPI) senza le necessarie avvertenze d’uso e con una marcatura CE non conforme.

Per queste violazioni, all’operatore era stata inflitta una sanzione amministrativa di oltre 7.700 euro. Ne è seguito un lungo percorso giudiziario, durante il quale il commerciante ha sempre sostenuto la propria estraneità alle violazioni, attribuendo la responsabilità esclusivamente al produttore o all’importatore della merce.

La Tesi del Ricorrente e la Responsabilità del Distributore

Il fulcro della difesa del commerciante si basava su un’interpretazione restrittiva della legge. Egli sosteneva che l’obbligo di fornire etichette chiare, leggibili e in lingua italiana si applicasse solo nella fase finale della vendita al dettaglio, cioè nel momento in cui il prodotto viene offerto al consumatore finale. Di conseguenza, a suo avviso, la responsabilità del distributore dovrebbe essere esclusa, in quanto egli rappresenta un anello intermedio della catena commerciale e non ha facoltà di modificare le etichette apposte dal fabbricante.

Questa tesi, se accolta, avrebbe significato deresponsabilizzare un’intera categoria di operatori economici, creando un potenziale vuoto di tutela per i consumatori.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente la tesi del ricorrente, fornendo un’interpretazione sistematica e coerente con i principi del diritto nazionale ed europeo. I giudici hanno affermato che la normativa sulla sicurezza dei prodotti e sulla corretta informazione del consumatore è finalizzata a garantire una tutela elevata e pervasiva. Per raggiungere tale obiettivo, la responsabilità deve necessariamente coinvolgere tutti gli operatori della filiera economica.

Secondo la Corte, il termine “commercio” utilizzato dal legislatore deve essere inteso in senso ampio, comprendendo qualsiasi fase della distribuzione. Ogni operatore professionale che partecipa alla catena di commercializzazione, dal grossista al dettagliante, ha un ruolo attivo e non meramente passivo. Il distributore è definito come “qualsiasi operatore professionale della catena di commercializzazione, la cui attività non incide sulle caratteristiche di sicurezza dei prodotti”. Questo non lo esime, tuttavia, dal dovere di partecipare ai controlli di sicurezza, ad esempio verificando che i prodotti siano dotati della documentazione e delle informazioni prescritte, come le etichette in italiano.

Di fatto, il distributore agisce come un “guardiano” prima che il prodotto arrivi al consumatore. Ha quindi l’onere di verificare la conformità della merce che immette sul mercato. Vendere un prodotto con etichettatura non conforme significa violare questo dovere di diligenza, concorrendo a creare un potenziale rischio informativo per l’acquirente finale.

Conclusioni: Le Implicazioni per la Filiera Commerciale

La sentenza consolida un principio di diritto di fondamentale importanza: la responsabilità del distributore è un pilastro del sistema di tutela del consumatore. Ogni operatore commerciale, indipendentemente dalla sua posizione nella filiera, deve farsi carico di un preciso onere di controllo sulla conformità dei prodotti che tratta.

Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Obbligo di verifica attiva: I distributori non possono limitarsi a ricevere e rivendere la merce. Devono implementare procedure di controllo per assicurarsi che i prodotti siano conformi alle normative vigenti, specialmente per quanto riguarda etichettatura, avvertenze e marcature.
2. Responsabilità solidale: La sentenza rafforza l’idea che la sicurezza del prodotto è un obiettivo comune a tutta la filiera. In caso di non conformità, la responsabilità può essere attribuita a più soggetti.
3. Maggiore tutela per il consumatore: Estendere la responsabilità assicura che vi siano più punti di controllo lungo la catena distributiva, riducendo la probabilità che prodotti non sicuri o non correttamente etichettati raggiungano il mercato.

In conclusione, nessun operatore può considerarsi un semplice “passacarte”. La diligenza professionale impone un ruolo attivo nella garanzia della sicurezza e della trasparenza, a beneficio dell’intero mercato.

Chi è responsabile se un prodotto viene venduto senza le informazioni obbligatorie in lingua italiana?
Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità ricade su tutti gli operatori della filiera economica. Ciò include non solo il produttore o l’importatore, ma anche il distributore che mette in vendita il prodotto, il quale ha un dovere di verifica sulla conformità dell’etichettatura.

Un distributore può essere sanzionato anche se non è lui a produrre o importare la merce non conforme?
Sì. La sentenza chiarisce che il distributore non svolge un ruolo passivo. Ha l’obbligo di partecipare ai controlli sulla sicurezza e conformità dei prodotti che commercializza. La vendita di un prodotto irregolare costituisce una violazione di tale obbligo e lo espone a sanzioni.

Gli obblighi di corretta etichettatura si applicano solo al momento della vendita al consumatore finale?
No. La Corte ha stabilito che gli obblighi di tutela del consumatore, inclusa la corretta informazione tramite etichette, si applicano a tutta la catena commerciale. L’obiettivo è garantire la sicurezza e la trasparenza in ogni fase del processo distributivo, non solo nell’atto finale della vendita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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