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Responsabilità direttore lavori: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che condannava due direttori dei lavori per opere extracontratto. La decisione si fonda su un vizio logico cruciale: le perizie di variante che avrebbero dovuto autorizzare i lavori erano state redatte dopo la loro esecuzione. La Suprema Corte ha stabilito che non si può affermare la responsabilità del direttore dei lavori sulla base di un’autorizzazione inesistente al momento dei fatti, rinviando il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Direttore Lavori per Opere Extra: La Cassazione Fissa i Paletti

La figura del direttore dei lavori è cruciale in ogni appalto, fungendo da garante della corretta esecuzione dell’opera. Ma cosa accade se vengono realizzati lavori non previsti dal contratto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio il tema della responsabilità direttore lavori, annullando una condanna per un vizio logico fondamentale legato alla cronologia dei fatti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un’impresa edile nei confronti dei due architetti incaricati della direzione lavori per l’adeguamento di un campo sportivo comunale. L’impresa sosteneva di aver eseguito opere extracontratto su ordine dei direttori dei lavori e, non essendo stata pagata, ne chiedeva il risarcimento a questi ultimi.

In secondo grado, la Corte d’Appello aveva dato ragione all’impresa, condannando i due professionisti sulla base dell’art. 1398 c.c. (rappresentanza senza potere), ritenendo che avessero agito come falsus procurator, ovvero ordinando lavori senza averne l’autorità.

La Decisione della Corte di Cassazione

I direttori dei lavori hanno impugnato la sentenza di condanna dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, un vizio di motivazione. La Suprema Corte ha accolto i loro primi tre motivi di ricorso, ritenendoli fondati, e ha cassato con rinvio la decisione impugnata. Il punto centrale della pronuncia risiede nell’aver smascherato un’incongruenza logica e temporale nel ragionamento del giudice d’appello.

Le Motivazioni: Il Vizio Logico e la Responsabilità Direttore Lavori

La Corte di Cassazione ha evidenziato come la sentenza di condanna fosse basata su una motivazione puramente apparente e apodittica. Il giudice di secondo grado aveva affermato che i direttori dei lavori avessero disposto le opere extraprogetto sulla base delle perizie di variante da loro stessi redatte. Tuttavia, un fatto decisivo e incontestato era stato completamente ignorato: tali perizie erano state preparate e depositate dopo che i lavori erano già stati interamente eseguiti.

Questo elemento temporale è cruciale. Come sottolineato dai giudici di legittimità, è logicamente impossibile affermare che l’impresa abbia eseguito i lavori sulla base di perizie che, al momento dell’esecuzione, non esistevano ancora. L’aver ignorato questa circostanza ha reso il ragionamento della Corte d’Appello viziato alla radice, trasformando la decisione in un’affermazione priva di fondamento logico-giuridico. Di conseguenza, non era possibile desumere da tali documenti postumi un ordine di esecuzione che avrebbe potuto fondare la responsabilità direttore lavori a titolo di falsus procurator.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: una pronuncia di condanna deve fondarsi su un percorso logico-giuridico coerente e privo di salti o contraddizioni. La responsabilità di un professionista, come quella del direttore dei lavori, non può essere affermata sulla base di presunzioni che si scontrano con l’evidenza fattuale e la sequenza temporale degli eventi. Per addebitare al direttore dei lavori l’ordine di eseguire opere extracontratto, è necessario fornire prove concrete di tale disposizione, e una perizia redatta a posteriori non può, da sola, costituire tale prova. Il caso torna ora alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare la vicenda tenendo conto di questo principio imprescindibile.

Quando può essere affermata la responsabilità del direttore dei lavori per opere extracontratto come ‘falsus procurator’?
Secondo questa ordinanza, la responsabilità del direttore dei lavori come rappresentante senza potere (falsus procurator) non può essere dedotta da documenti, come le perizie di variante, che sono stati redatti dopo l’effettiva esecuzione delle opere. È necessario provare che l’ordine di eseguire i lavori sia stato impartito prima o durante la loro realizzazione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello?
La Cassazione ha annullato la sentenza perché affetta da un vizio di motivazione apparente. Il ragionamento della Corte d’Appello era illogico, in quanto basava la condanna dei direttori dei lavori su perizie di variante che, essendo state redatte dopo il completamento dei lavori, non potevano costituire la base giuridica o fattuale per la loro esecuzione.

Qual è il valore probatorio di una perizia di variante redatta dopo l’esecuzione dei lavori?
Dal contenuto della sentenza emerge che una perizia di variante redatta a posteriori non può essere considerata la prova che i lavori siano stati ordinati dal direttore dei lavori. Ignorare l’aspetto temporale rende la valutazione del giudice errata e la sua decisione basata su un giudizio puramente apodittico, cioè affermato senza una valida dimostrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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