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Responsabilità diretta PA: il nesso organico vale sempre

A seguito di un tragico evento franoso, la Corte di Cassazione affronta il tema della ripartizione della responsabilità tra diverse amministrazioni pubbliche. La sentenza stabilisce che la responsabilità del Comune per le omissioni e le azioni illecite del proprio Sindaco è una responsabilità diretta PA. Questo si basa sul principio di immedesimazione organica, secondo cui l’azione del funzionario, se espressione dei suoi poteri istituzionali, è considerata azione dell’ente stesso. Di conseguenza, è ammissibile l’azione di regresso tra lo Stato e il Comune, entrambi condannati in solido al risarcimento del danno.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

La responsabilità diretta PA per gli illeciti dei suoi funzionari: il caso del Sindaco

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 2572/2024) ritorna su un tema cruciale del diritto amministrativo e civile: la natura della responsabilità della Pubblica Amministrazione per i fatti illeciti commessi dai suoi organi. La pronuncia chiarisce quando si configura una responsabilità diretta PA, con importanti conseguenze sulla possibilità per le diverse amministrazioni coinvolte di agire in regresso tra loro. Il caso trae origine da un tragico evento franoso che ha causato numerose vittime, per il quale un Sindaco era stato condannato penalmente per le sue omissioni e le sue condotte colpose.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria nasce dalla richiesta di risarcimento avanzata dai familiari di una delle vittime dell’evento calamitoso. Essi avevano citato in giudizio il Sindaco (già condannato in sede penale), il Comune, il Ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I tribunali di merito avevano riconosciuto la responsabilità solidale di tutti i convenuti, condannandoli al risarcimento del danno. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva respinto la domanda di regresso proposta dalle Amministrazioni statali nei confronti del Comune. Secondo i giudici di secondo grado, la responsabilità del Comune era meramente indiretta (per fatto altrui, ex art. 2049 c.c.), e pertanto non era possibile agire in regresso contro un altro soggetto, lo Stato, anch’esso ritenuto responsabile in via indiretta. Contro questa decisione, le Amministrazioni statali hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: la responsabilità diretta PA e l’immedesimazione organica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso principale, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della pronuncia è l’affermazione del principio secondo cui la responsabilità del Comune per le condotte del Sindaco ha natura diretta, non indiretta.

La Corte ha stabilito che i comportamenti del Sindaco, sia omissivi (mancata evacuazione, mancato allarme) sia commissivi (diffusione di notizie rassicuranti), non erano semplici atti materiali di un individuo, ma costituivano una vera e propria estrinsecazione dei poteri pubblicistici e istituzionali a lui conferiti. In questi casi, si applica il principio della cosiddetta immedesimazione organica: l’organo (il Sindaco) si identifica con l’ente (il Comune), e le sue azioni sono direttamente imputabili all’ente stesso. Questa responsabilità diretta PA sussiste anche in assenza di un formale provvedimento amministrativo, essendo sufficiente che la condotta sia riconducibile all’esercizio del potere autoritativo.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione richiamando i principi enunciati dalle Sezioni Unite (sent. 13246/2019). Si è chiarito che quando un funzionario agisce nell’ambito delle sue potestà istituzionali, anche omettendo un atto dovuto o compiendo un’attività materiale connessa alla sua funzione, la sua condotta è imputata direttamente all’ente di appartenenza. L’attività del Sindaco nella gestione dell’emergenza di protezione civile rientra pienamente in questo schema. Le sue omissioni non erano quelle di un privato cittadino, ma di colui che deteneva il potere e il dovere di agire per proteggere la popolazione. Di conseguenza, il Comune non risponde ‘per fatto di un terzo’, ma ‘per fatto proprio’, in base all’art. 2043 c.c. Essendo sia il Comune sia le Amministrazioni statali direttamente responsabili per la violazione dei rispettivi doveri funzionali, viene meno l’ostacolo all’azione di regresso ex art. 2055, comma 2, c.c. Tale azione servirà a ripartire l’onere del risarcimento tra i corresponsabili in base alla gravità delle rispettive colpe e all’entità delle conseguenze derivate.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio giuridico: la responsabilità diretta PA per l’illecito del proprio funzionario o dipendente non è limitata ai soli casi in cui viene emanato un provvedimento amministrativo formale. Essa si estende a tutti i comportamenti, anche omissivi, che sono espressione dei poteri e delle funzioni pubbliche attribuite a quell’organo. La conseguenza pratica è di fondamentale importanza: quando più enti pubblici sono chiamati a rispondere in solido per un danno, è possibile per chi ha pagato agire in regresso contro gli altri per una giusta ripartizione del carico risarcitorio. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio.

Quando la responsabilità della Pubblica Amministrazione per l’illecito di un suo funzionario è considerata diretta?
La responsabilità è diretta quando la condotta del funzionario, anche se omissiva o materiale, è riconducibile all’esercizio dei suoi poteri istituzionali e delle sue funzioni pubbliche. In tal caso, si applica il principio di immedesimazione organica e l’azione del funzionario è considerata come un’azione propria dell’amministrazione.

È possibile un’azione di regresso tra due enti pubblici condannati in solido per il danno causato da un funzionario?
Sì, è possibile. La sentenza stabilisce che se entrambi gli enti pubblici sono ritenuti direttamente responsabili (e non indirettamente), l’ente che ha pagato l’intero risarcimento può agire in regresso contro l’altro per ottenere la restituzione della sua quota, che sarà determinata in base alla gravità della rispettiva colpa e all’entità delle conseguenze.

La responsabilità diretta della PA sussiste solo in presenza di un provvedimento amministrativo formale?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che la responsabilità diretta sussiste non solo in presenza di un formale provvedimento, ma anche in caso di illegittima omissione di un atto dovuto o di altri comportamenti materiali che siano comunque riconducibili all’esercizio di un potere autoritativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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