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Responsabilità diretta P.A.: il regresso tra enti

Una recente sentenza della Corte d’Appello, in sede di rinvio, affronta il tema della responsabilità diretta P.A. a seguito di una tragica alluvione. Il caso origina dalla condanna di un Sindaco e dalla conseguente richiesta di risarcimento danni. Le Amministrazioni Statali, condannate in solido con l’ente locale, hanno agito in regresso contro quest’ultimo. La Cassazione aveva precedentemente stabilito il principio della responsabilità diretta dell’ente per la condotta illecita del funzionario, anche omissiva, legata alle sue funzioni istituzionali. La Corte d’Appello ha quindi accolto la domanda di regresso, ripartendo la responsabilità in parti uguali (1/3 ciascuno) tra il Comune e due distinte Amministrazioni Statali, data l’impossibilità di graduare con certezza le singole colpe.

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Pubblicato il 21 novembre 2024 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità diretta P.A.: il Diritto di Regresso tra Enti Pubblici

Il principio della responsabilità diretta P.A. per gli atti illeciti compiuti dai propri funzionari è un cardine del nostro ordinamento. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Salerno, emessa in sede di rinvio dalla Cassazione, offre un’analisi dettagliata di questo concetto, applicandolo a una complessa vicenda di risarcimento danni derivante da una calamità naturale. Il caso chiarisce come si ripartisce la responsabilità tra diversi enti pubblici condannati in solido e legittima l’azione di regresso tra di loro.

I Fatti: Una Tragedia e la Lunga Vicenda Giudiziaria

La vicenda trae origine da un tragico evento alluvionale avvenuto nel 1998, che causò la morte di numerose persone. A seguito di questi fatti, il Sindaco del Comune coinvolto fu condannato in sede penale per omicidio colposo plurimo. In sede civile, le vittime e i loro familiari avviarono azioni per il risarcimento dei danni. Il Tribunale condannò in solido il Sindaco, il Comune e le Amministrazioni Statali (nella persona del Consiglio dei Ministri e di un altro Ministero) a risarcire i danneggiati.

Le Amministrazioni Statali, una volta effettuati i pagamenti, hanno agito in giudizio per ottenere il rimborso (azione di regresso) nei confronti del Comune, ritenendolo il principale responsabile. Inizialmente, la Corte d’Appello aveva negato tale diritto, qualificando la responsabilità del Comune come indiretta. La questione è giunta fino alla Corte di Cassazione, che ha ribaltato la decisione.

La Questione sulla Responsabilità Diretta P.A. e l’Intervento della Cassazione

Il nodo centrale della controversia era stabilire la natura della responsabilità del Comune. Era una responsabilità indiretta, per il fatto altrui (del Sindaco), oppure una responsabilità diretta P.A.? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza che ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, ha sposato la seconda tesi. Ha affermato un principio di diritto fondamentale: sussiste la responsabilità diretta della pubblica amministrazione ai sensi dell’art. 2043 c.c. per il fatto penalmente illecito commesso dalla persona fisica che appartiene all’ente. Questo avviene quando vi è una “immedesimazione organica”, ovvero quando l’azione del funzionario (anche se omissiva, come il mancato esercizio di un potere) è espressione dell’attività istituzionale dell’ente stesso. La condotta del Sindaco, che aveva omesso di adottare le necessarie misure di protezione civile, non era un comportamento meramente personale, ma una manifestazione illegittima delle potestà pubbliche dell’ente locale. Di conseguenza, il Comune era direttamente responsabile.

La Decisione della Corte d’Appello in Sede di Rinvio

Seguendo il principio vincolante della Cassazione, la Corte d’Appello di Salerno ha riesaminato il caso e ha accolto la domanda di regresso delle Amministrazioni Statali. La Corte ha riconosciuto che la responsabilità per i danni non poteva essere attribuita solo al Comune, ma doveva essere ripartita tra tutti i soggetti pubblici condannati in solido. Ha individuato tre distinti centri di imputazione della responsabilità: il Consiglio dei Ministri, un altro Ministero statale e il Comune.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su diversi punti chiave. In primo luogo, ha applicato il principio della responsabilità diretta P.A. stabilito dalla Cassazione, superando la precedente interpretazione di una responsabilità meramente indiretta dell’ente locale. La condotta del Sindaco, agendo nelle sue plurime vesti (capo dell’amministrazione comunale, autorità di protezione civile e ufficiale di governo), è stata considerata come un’azione direttamente imputabile all’ente che rappresentava.

In secondo luogo, la sentenza ha chiarito che, ai fini del regresso, era necessario considerare l’esistenza di tre soggetti distinti e autonomi, tutti responsabili civilmente: le due Amministrazioni Statali e il Comune. Il giudicato penale aveva già cristallizzato questa pluralità di responsabili.

Infine, per quanto riguarda la ripartizione delle colpe, la Corte ha applicato la presunzione di uguaglianza prevista dall’art. 2055, comma 3, del codice civile. Data la complessità della vicenda, l’intreccio di competenze e la difficoltà di graduare con certezza il contributo causale di ciascun ente nella produzione del danno, la Corte ha ritenuto di dividere la responsabilità in parti uguali. Ha quindi condannato il Comune a rivalere le Amministrazioni Statali nella misura di 1/3 di quanto da esse corrisposto alle vittime.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma del principio di responsabilità diretta P.A. per la condotta illecita dei suoi funzionari, quando questa si inserisce nell’ambito delle funzioni istituzionali. Le conclusioni pratiche sono significative:
1. Un ente pubblico non può sottrarsi alla propria responsabilità diretta qualificandola come indiretta, anche in caso di condotte omissive del proprio rappresentante.
2. Quando più enti pubblici sono condannati in solido, chi ha pagato ha pieno diritto di agire in regresso contro gli altri per ottenere la loro quota di responsabilità.
3. In situazioni complesse, dove è impossibile determinare l’esatta misura della colpa di ciascuno, si applica la presunzione di pari responsabilità, con una divisione del carico risarcitorio in parti uguali. Questo rafforza il principio di equa ripartizione del danno tra tutti i soggetti che hanno contribuito a causarlo.

Quando una Pubblica Amministrazione è considerata direttamente responsabile per gli atti dei suoi funzionari?
Una Pubblica Amministrazione è considerata direttamente responsabile quando l’atto illecito del funzionario (anche se omissivo) costituisce una manifestazione di attività istituzionale. Ciò si verifica in virtù del principio di “immedesimazione organica”, secondo cui l’azione del funzionario nell’esercizio delle sue potestà pubbliche è imputata direttamente all’ente di appartenenza.

Le Amministrazioni Statali, condannate in solido con un Comune, possono agire in regresso contro di esso?
Sì. La sentenza afferma che, una volta stabilita la responsabilità diretta anche del Comune per la condotta del Sindaco, le Amministrazioni Statali che hanno risarcito il danno hanno il diritto di agire in regresso contro l’ente locale per ottenere il rimborso della sua quota di responsabilità, ai sensi dell’art. 2055 del codice civile.

Come viene ripartita la responsabilità tra più enti pubblici se non è possibile graduare le singole colpe?
In casi di particolare complessità normativa e fattuale, dove non è possibile graduare con certezza le responsabilità dei singoli soggetti pubblici coinvolti, la Corte applica la presunzione di uguaglianza delle colpe prevista dall’art. 2055, comma 3, c.c. Di conseguenza, la responsabilità viene suddivisa in parti uguali tra tutti gli enti ritenuti corresponsabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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