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Responsabilità del vettore: il caso dei disservizi

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di due viaggiatori che hanno subito gravi disservizi durante un viaggio in traghetto. La Corte ha stabilito che la società che vende il biglietto ha la piena responsabilità del vettore, anche se si avvale di terzi per l’esecuzione del trasporto. Ha inoltre affermato che, una volta provato il disservizio, il giudice ha il dovere di liquidare il danno non patrimoniale in via equitativa, anche in assenza di una prova specifica del suo ammontare monetario, cassando la decisione dei giudici di merito che avevano negato il risarcimento.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità del Vettore e Danno da Viaggio Rovinato: La Cassazione fa Chiarezza

Quando un viaggio si trasforma in un’odissea a causa di ritardi, cancellazioni o disservizi, a chi spetta pagare per i danni subiti? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla responsabilità del vettore, stabilendo principi fondamentali a tutela dei consumatori. La decisione chiarisce che la società che si impegna a fornire un servizio di trasporto è direttamente responsabile, anche quando l’effettiva esecuzione è affidata a terzi. Inoltre, ribadisce il dovere del giudice di risarcire il danno da ‘viaggio rovinato’ anche quando è difficile quantificarlo economicamente.

I Fatti di Causa

Due viaggiatori avevano prenotato un viaggio di andata e ritorno in traghetto per la Tunisia. Poco prima della partenza, venivano informati di un problema tecnico alla nave designata. Dopo aver accettato di viaggiare su un’altra imbarcazione, venivano imbarcati solo il giorno successivo, con un ritardo di quasi 24 ore e dopo aver passato la notte in un albergo vicino al porto. Il disagio non finiva qui: durante il viaggio di ritorno, scoprivano di non poter usufruire della cabina che avevano regolarmente prenotato, affrontando la traversata in condizioni disagiate. Di fronte a questa serie di disservizi, i due citavano in giudizio sia l’agenzia di viaggi sia la compagnia di navigazione, chiedendo un risarcimento per i danni non patrimoniali e morali subiti.

Il Percorso Giudiziario

Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello rigettavano la domanda dei viaggiatori. La difesa della compagnia di navigazione si basava su un punto cruciale: essa sosteneva di aver agito solo come ‘mandataria con rappresentanza’ per conto del vettore marittimo effettivo, la società proprietaria della nave. Secondo i giudici di merito, quindi, la compagnia non era il soggetto corretto da citare in giudizio (difetto di legittimazione passiva) perché gli effetti del contratto di trasporto si producevano direttamente in capo al vettore. Inoltre, la Corte d’Appello, pur riconoscendo l’esistenza di un disservizio, negava il risarcimento perché i viaggiatori non avevano fornito una prova specifica dell’ammontare economico del danno subito, ritenendo che una liquidazione equitativa sarebbe stata ‘arbitraria’.

Le Motivazioni della Suprema Corte sulla responsabilità del vettore

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dei viaggiatori e stabilendo due principi di diritto fondamentali.

La Responsabilità per il Fatto degli Ausiliari

Il primo punto chiarito dalla Corte riguarda la responsabilità del vettore che si avvale di terzi. Secondo la Cassazione, quando una società si obbliga a eseguire una prestazione (in questo caso, il trasporto di persone), diventa direttamente responsabile nei confronti del cliente per qualsiasi inadempimento, anche se causato da un altro soggetto (l’ausiliario) da essa incaricato. Il cliente stipula un contratto con la società venditrice, ed è a quest’ultima che deve rivolgersi per eventuali problemi. La compagnia non può esimersi dalla responsabilità sostenendo di essere solo un’intermediaria. In base all’articolo 1228 del Codice Civile, il debitore che nell’adempimento dell’obbligazione si vale dell’opera di terzi, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro. La Corte ha quindi affermato che la compagnia di navigazione era obbligata a eseguire il contratto di trasporto e, scegliendo di non farlo personalmente ma tramite un’altra società, ne è rimasta pienamente responsabile.

Il Dovere di Liquidazione Equitativa del Danno

Il secondo principio, altrettanto importante, riguarda la quantificazione del danno. La Cassazione ha duramente criticato la Corte d’Appello per essersi rifiutata di liquidare il danno in via equitativa. I giudici supremi hanno spiegato che, una volta provato l’inadempimento (l’an, ovvero il disservizio), il giudice ha il dovere di determinare il risarcimento (il quantum), soprattutto quando si tratta di un danno non patrimoniale (come lo stress e il disagio di un viaggio rovinato), la cui quantificazione economica è intrinsecamente difficile. Affermare di non poter decidere per mancanza di prove sul valore del danno (non liquet) equivale a negare la giustizia. Il giudice deve invece utilizzare tutti gli elementi a sua disposizione per formulare una valutazione equa e non arbitraria, riconoscendo che disagi, ansie e disappunti, quando superano la normale tollerabilità, costituiscono un’offesa meritevole di tutela.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza in modo significativo la tutela dei consumatori nel settore dei trasporti e del turismo. Le conclusioni pratiche sono chiare:

1. Responsabilità Diretta: L’operatore con cui si stipula il contratto di trasporto è direttamente responsabile per l’intera esecuzione del servizio, indipendentemente da chi materialmente lo svolge.
2. Diritto al Risarcimento: In caso di disservizi provati, il passeggero ha diritto a un risarcimento per il danno non patrimoniale. La difficoltà di quantificare economicamente tale danno non può essere un pretesto per negarlo; spetta al giudice determinarlo secondo equità.

Chi è responsabile se il servizio di trasporto che ho acquistato da una compagnia viene eseguito male da un’altra società da essa incaricata?
Secondo la Corte di Cassazione, la compagnia che si è obbligata a fornire il servizio è direttamente responsabile per l’inadempimento, anche se causato da un terzo ausiliario di cui si è avvalsa.

Se subisco un grave disagio in viaggio ma non posso quantificare economicamente il danno, ho comunque diritto a un risarcimento?
Sì. Una volta provato che il disservizio è avvenuto, il giudice ha il dovere di liquidare il danno non patrimoniale (come stress e disagio) in via equitativa, anche se non è stato fornito un calcolo preciso del suo ammontare monetario.

La compagnia di navigazione può evitare la responsabilità sostenendo di essere solo un intermediario o un agente del vettore effettivo?
No. La Corte ha stabilito che se la compagnia si è obbligata a eseguire il contratto di trasporto, assume la piena responsabilità nei confronti del passeggero, a prescindere dal suo ruolo formale di mandataria o intermediaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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