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Responsabilità del tesoriere: l’obbligo di diligenza

Un ente comunale ha citato in giudizio il proprio istituto di credito tesoriere per aver eseguito un pagamento in modo errato, basandosi su istruzioni che contenevano un IBAN sbagliato. La Corte di Cassazione ha stabilito la responsabilità del tesoriere, affermando che, nonostante l’errore dell’ente, la banca avrebbe dovuto rilevare l’incongruenza palese tra due mandati di pagamento destinati a beneficiari diversi e chiedere chiarimenti. Non facendolo, ha violato il proprio dovere di diligenza professionale, con conseguente annullamento della precedente decisione di appello.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Responsabilità del Tesoriere: Quando Controllare è un Dovere

La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 7883/2024 getta nuova luce sulla responsabilità del tesoriere di un ente pubblico. La decisione chiarisce che il dovere di diligenza di una banca non si esaurisce nella mera esecuzione di un ordine, ma implica un controllo attivo sulla coerenza delle istruzioni ricevute, specialmente quando queste appaiono palesemente anomale. Questo caso offre spunti fondamentali per comprendere i confini degli obblighi che legano gli istituti di credito agli enti locali.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un errore commesso da un Comune nella gestione di un pagamento. L’ente locale, a seguito di un pignoramento, doveva saldare un debito verso una società creditrice. A tal fine, emette due distinti mandati di pagamento al proprio istituto di credito tesoriere: uno a favore del creditore pignorante e l’altro, per la somma residua, a favore della società originariamente debitrice dell’ente.

Tuttavia, per un errore materiale, il Comune indica in entrambi i mandati l’IBAN della sola società debitrice. L’istituto tesoriere, anziché rilevare l’anomalia di due ordini diversi destinati a beneficiari differenti ma con il medesimo IBAN, accorpa le somme ed esegue un unico bonifico a favore della società debitrice. Di conseguenza, il creditore pignorante, non avendo ricevuto il pagamento, avanza una nuova richiesta, costringendo il Comune a pagare una seconda volta la stessa somma.
Ritenendo la banca responsabile del danno, il Comune la cita in giudizio per inadempimento del contratto di tesoreria. Sia in primo grado che in appello, però, i giudici danno ragione all’istituto di credito, sostenendo che non sussistesse un obbligo per il tesoriere di verificare la correttezza dell’IBAN indicato dal cliente.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Responsabilità del Tesoriere

La Corte di Cassazione ribalta completamente il verdetto dei giudici di merito. Accogliendo il ricorso del Comune, i giudici supremi affermano un principio cruciale: la responsabilità del tesoriere non può essere esclusa appellandosi unicamente all’errore del mandante.

Il punto focale della decisione non è tanto l’obbligo di verificare l’esatta corrispondenza tra IBAN e beneficiario, quanto il dovere di diligenza professionale che impone al mandatario (la banca) di non eseguire istruzioni palesemente incongrue e contraddittorie. La banca aveva ricevuto due mandati distinti, per due beneficiari e due causali differenti. Questa circostanza, unita all’unicità dell’IBAN, avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme e indurre il tesoriere a chiedere chiarimenti all’ente, invece di procedere autonomamente a un’unificazione arbitraria dei pagamenti.

Le Motivazioni: Oltre la Verifica dell’IBAN

La Corte fonda la sua decisione su diversi pilastri argomentativi. In primo luogo, richiama i principi generali del contratto di mandato (art. 1703 e ss. c.c.), secondo cui il mandatario deve eseguire l’incarico con la diligenza del buon padre di famiglia, una diligenza che va valutata con maggior rigore quando, come in questo caso, l’attività è svolta professionalmente. Un professionista del settore bancario ha le competenze per riconoscere un’istruzione anomala.

In secondo luogo, la Cassazione sottolinea che l’obbligo del tesoriere andava oltre la semplice esecuzione. Ricevere due ordini separati per destinatari diversi costituiva un’istruzione chiara a effettuare due bonifici distinti. Unificare i pagamenti ha rappresentato un palese inadempimento a tali istruzioni.

L’incongruenza tra la diversità dei beneficiari e l’unicità dell’IBAN costituiva un’anomalia evidente. In una situazione del genere, la diligenza professionale imponeva al tesoriere non di scegliere autonomamente come agire, ma di sospendere l’operazione e informare il mandante dell’incongruenza, chiedendo nuove e corrette istruzioni. Questo dovere di informazione e richiesta di chiarimenti è un corollario fondamentale dell’obbligo di diligenza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche sulla Responsabilità del Tesoriere

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Per gli istituti di credito che svolgono servizi di tesoreria, il messaggio è chiaro: non possono agire come meri esecutori passivi. Devono dotarsi di procedure di controllo che non si limitino alla verifica formale dei dati, ma siano in grado di intercettare anomalie sostanziali e contraddizioni nelle istruzioni ricevute. La responsabilità del tesoriere si estende a un ruolo attivo di sentinella a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche.

Per gli enti pubblici, la sentenza offre una maggiore tutela contro gli errori che, sebbene originati internamente, vengono amplificati dalla negligenza del proprio partner bancario. Pur rimanendo fondamentale l’obbligo per l’ente di fornire dati corretti, viene riconosciuto che un mandatario professionale ha il dovere di collaborare per prevenire il danno derivante da tali errori, quando questi sono palesemente riconoscibili.

Un tesoriere è responsabile se esegue un pagamento su un IBAN errato fornito dall’ente?
Sì, può essere ritenuto responsabile. Secondo la Cassazione, la sua responsabilità non si limita alla verifica formale dell’IBAN, ma si estende all’obbligo di diligenza professionale. Se le istruzioni sono palesemente incongrue (come due mandati per beneficiari diversi con lo stesso IBAN), il tesoriere ha il dovere di rilevare l’anomalia e chiedere chiarimenti all’ente prima di procedere.

Il tesoriere può unificare due mandati di pagamento distinti in un unico bonifico?
No. Se l’ente emette due mandati di pagamento separati, per soggetti e causali diverse, il tesoriere è tenuto a eseguire due operazioni distinte. Accorpare i mandati in un unico pagamento costituisce un inadempimento degli obblighi derivanti dal mandato, indipendentemente dalla correttezza dell’IBAN.

Qual è il livello di diligenza richiesto a un tesoriere di un ente pubblico?
Al tesoriere, in qualità di mandatario professionale, è richiesto un livello di diligenza superiore a quello ordinario. Questo include un controllo formale sui mandati per verificare la corrispondenza dei dati e, soprattutto, l’obbligo di segnalare al mandante eventuali incongruenze, contraddizioni o errori evidenti nelle istruzioni ricevute, sospendendo l’operazione e chiedendo chiarimenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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